Dalle telecamere la foto di una brigatista di Francesco Grignetti

Dalle telecamere la foto di una brigatista Finte bombe e volantini apocrifi di simpatizzanti dei terroristi. Detenuta interrogata a Roma Dalle telecamere la foto di una brigatista Mostrata ai testimoni: è uno dei killer di D'AntonaP Francesco Grignetti ROMA E' il giorno delle donne, nell'inchiesta sulle neonate Brigate rosse. Il giorno di una possibile svolta. Il gran lavoro sugli identikit e sui video registrati dalle telecamere in strada ha infatti prodotto una foto. Sgranata, poco distinguibile, apparentemente l'ingrandimento di una fototessera. Ma è molto. L'immagine è stata mostrata ieri a testimoni e negozianti di via Salaria. Dicono che vi sia raffigurata una donna con i capelli corti e lisci, castani scuri, attaccati al volto e pettinati con la riga in mezzo, occhi grandi e faccia grassoccia. La polizia ha in mano il volto di una terrorista? Di una che ha partecipato all'agguato contro Massimo D'Antona? Troppo presto per dirlo. Un negoziante, a cui la foto è stata mostrata, ha spiegato che la donna ritratta ha un'età indefinibile e tratti mascolini. In un primo momento l'aveva scambiato per un ragazzo. Attenzione, però: lo stesso discorso, su una donna con i capelli corti e il volto tondo, che facilmente poteva essore scambiata per un maschio, torna anche dal racconto dei testimoni di quella mattina. Racconti necessariamente confusi. Però più di uno, ricor¬ dando i due assassini che si allontanarono rapidamente dal luogo del delitto, e dopo averli descritti come maschi, con giubbotti, cappellini da baseball e scarpe sportive, si è corretto: forse c'era una donna. Una presenza femminile sulla scena dell'attentato, insomma, sembra assodata. D'altra parte la polizia scientifica avrebbe trovato un capello corto di donna nel furgone rubato dai brigatisti. Una prova che conforta il racconto dei testimoni. E c'è di più. Una donna, una detenuta, sarebbe stata inter- rogata ieri pomeriggio dai sostituti procuratori del pool antieversione. L'attenzione sul mondo delle carceri, dunque, interesse reale nonostante le smentite del procuratore capo Salvatore Vecchione, sta producendo qualche traccia. Una pista degli investigatori porta alle carceri, infatti, e agli ambienti dei brigatisti irriducibili. Da quest'area non è mai venuta la ripulsa della lotta armata. Anzi. I temi che si ritrovano nei documenti brigatisti paiono collegati stretta¬ mente a quelli del documento di rivendicazione. Ma poi ci sono anche molti riferimenti alle esperienze del sindacalismo estremo. Quello che impressiona di più gli investigatori, però, è l'improvviso riemergere di una inaspettata «voglia di terrorismo». Ieri mattina è stato recapitato per posta alla sede perugina dell'Ansa un volantino, firmato Brigate rosse, chiaramente apocrifo. Sempre ieri mattina, nel cortile di un liceo romano, a cento metri dal luogo dell'attentato a D'Antona, è stata deposita una finta bomba con la scritta «Brboom». Una ragazzata, si dirà. Ma abbastanza impressionante. E si sono preoccupati nelle Marche visto che ad Ancona sono comparse scritte del tipo «Brigate rosse - siamo tornati» sui muri. Oppure a Napoli, dopo che hanno trovato in un ba- gno interno al deposito autobus Ama, luogo frequentato da 250 operai, la scritta: «Il primo è D'Antona il prossimo D'Alema». Si spiegano così anche le perquisizioni a Firenze (nelle case di quattro persone: un ex brigatista, un sindacalista Cobas, due giovani autonomi), a Cagliari (la sede di un circolo anarchico dove si producono testi che raccolgono vecchie risoluzioni delle Br), a Bologna (due giovani aderenti dei centro sociale Atlantide). Solo ieri s'è saputo che ai ministero del Lavoro, qualche giorno prima dell'omicidio, erano stati abbandonati su una sedia alcuni volantini con il simbolo della stella a cinque punte. Un episodio minore, legato a una trattativa in corso. La polizia, in quell'occasione identificò tutti i sindacalisti presenti alla trattativa. E proprio ieri il consigliere politico del ministro Bassolino, Michele Magno, è stato sentito dallo Digos romana. Con lui, sono stati ascoltali 1 collaboratori cu D'Antona. E' il capitolo d'indagine legato alla presunto «tal pa». Ieri si è pai luto delle inda gini anche a Palazzo Chigi, in un vertice tra D'Aiema, Manurella, Jervolino e i responsàbili di polizia, Carabinieri e finanza. Oggi si terrà al Viminale un vertice tra i questori di tilt. t'Itali,!. A sinistra una fotocopia del volantino recapitato ieri mattina nella sede perugina dell'agenzia Ansa e subito sequestrato dalla Digos

Persone citate: Antona, Bassolino, D'alema, D'antona, Jervolino, Massimo D'antona, Michele Magno, Salvatore Vecchione

Luoghi citati: Ancona, Bologna, Cagliari, Firenze, Marche, Napoli, Roma