«Siamo imprudenti? Non possiamo mica blindarci Prima o poi la finiranno»
«Siamo imprudenti? Non possiamo mica blindarci Prima o poi la finiranno» «Siamo imprudenti? Non possiamo mica blindarci Prima o poi la finiranno» die sta succedendo in giro per l'Italia. E i primi a saperlo sono proprio quelli che te li raccontano, questi attentati che preferiscono non chiamare neppure attentati. E' che non vogliono drammatizzare, non vogliono far le vittime, soprattutto non vogliunu spaventare nessuno: forse anche perché non vogliono spaventare se slessi. L'elenco difiuso da Botteghe Oscure è tutlaviu impressionante: più di quaranta azioni violente in meno di due mesi, un po' ov unque in Italia, nelle grandi citta come nei piccoli centri. Quasi ovunque la stessa scritta: «Ds - Ss» (giocala sull'evidente assonanza con uno slogan storico della contestazione «Ps = Ss»), accompagnata di volici ni volta da «Servi della Nato» o «Assassini»; iillaidir volta c'è poi la telefonata di rivendicazioiie all'Ansa o al giornale cittadino. Il pretesto è la guerra per il Kosovo; di disagio sociale, disoccupu<.iu ne o emarginazione non sembìa esserci traccia - segnando hi ciò una netta differenza rispetto al proclama con cui le nuove Br hanno rivendicato l'omicidio di D'Antona. Lolite se si sviluppassero due hi.... parallele: da un lato il risorto «pallilo armato», che ha nel muino le politiche sociali ed economiche del governo, c dall'altro un'area deU'estrennsmo, se vogliamo più tradizionale, che frequenta i centri sociali e che si scopre ora «pacinsUi». Soltanto l'obiettivo è lo stesso: la Quercia. Non c'è bisogno di ricordare l'impegno che il vecchio Pei proluse nella lotta al terrorismo di ventanni fa (e nessuna delle persone con cui abbiamo parlato si lascia andare a paragoni): ma è palpabile come ogni giorno di più s'affacci un fantasma che si voleva dimenticato per sempre. Con la differenza che l'obiettivo principe oggi non è la De 0 ia Confindustria, ina i Ds. Quasi che anche questo prezzo vada pagalo alle tormentata transizione che ha fatto dell'ex Pei l'asse del governo dui Pansé, a Palazzo Chigi come in quasi tutte le città e le regioni d'Italia. L'animo bonario del militante, che si scorda la saracinesca aperta o che non riesce a chiudersi a chiave in sezione, testimonia di una «normalità» cui non si vuole linunciare, anche a prezzo di qualche imprudenza. «La verità - confida un vecchio militante padovano che ha conosciuto la violenza di Autonomìa - è che siamo indifesi: mica possiamo blindare le nostre sezioni. L'unica cosa che possiamo fare è continuare come prima: siamo gente tranquilla, noi, gente ragionevole. Prima o poi la pianteranno». Chissà se ci crede davvero, o se di nuovo è un modo per scacciare la paura.
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