C'è un fantasma che assale le sezioni Ds: il terrorismo di Fabrizio Rondolino

C'è un fantasma che assale le sezioni Ds: il terrorismo VIAGGIO NEL PARTITO CHE NON VUOLE AVERE PAURA C'è un fantasma che assale le sezioni Ds: il terrorismo reportage Fabrizio Rondollrio I BP stato il pasticciere», rac™ conta Walter Conti, sindaco diessino di Ozzano nell'Emilia, a due passi da Bologna. Qui, nella notte tra sabato e domenica, la Casa del Popolo ha subito un attentato. L'ennesimo contro una sede della Quercia. «Sì, è stato il pasticciere a dare l'allarme. Saran state le cinque della mattina, o giù di lì, l qe, come tutte le mattine, quel ragazzo stava portando le paste al circolo Arci. Dentro c'eran già le donne delle pulizie. 11 ragazzo ha visto il fumo, il fuoco, ha gridato alle due donne di uscire, e poi ha chiamato i pom pieri». Accanto al circolo Arci c'è la Casa del Popolo: e davanti alla porta della Casa del Popolo qualcuno, nella notte fra sabato e domenica, ha versato un bel po' di nafta, ha raccolto fogli di giornali e qualche pezzo di cartone, e ha appiccato l'incendio. Niente di grave, per fortuna. Grazie al pasticciere, l'incendio è stato subito spento, i danni sono stati minimi, nessuno si è fatto male. «Non è gente di qui, creda a me giura il sindaco -. Qui ci conosciamo tutti, nessuno farebbe una cosa così». A Torino, nel cuore del quartiere San Paolo - quello di Pajetta e del sindaco Novelli, per capirci - la sera di martedì 18 maggio il compagno incaricato di chiudere a chiave la sezione è un po' distratto, sta discutendo con un paio di amici di calcio e di politica, o magari è soltanto stanco: fatto sta che se ne va a casa lasciando la saracinesca alzata. Niente di male, niente di grave: chissà quante volte quella vetrata è rimasta così, senza saracinesca. Quella notte, invece, qualcuno la distrugge a sassate (la polizia troverà all'interno cinque grosse pietre), lancia un po' di uova e poi prova a gettare nella sezione un cassonetto dell'immondizia parcheggiato lì di fronte. Ma i vicini si svegliano, c'è chi apre le finestre, chi s'affaccia, chi urla: gli aggressori fuggono via, il cassonetto resta sul marciapiede. La polizia troverà una grande scrìtta a inchiostro rosso: «Ds = Ss», e la «A» cerchiata degli anarchici. «Mah, secondo me - chi parla è iscrìtto da una vita alla sezione San Paolo, ma preferisce non essere citato per no¬ me - non è stato uu attentato premeditato. Quei balordi giravano per il quartiere a fare scrìtte, han trovato la sezione aperta e han pensato di rompere la vetrata...». Però... «Però è la seconda volta che succede: il 1° maggio avevano scrìtto "Assassini e servi dei servi", proprio così, "servi dei servi" avevano scrìtto, mah.., Non abbiamo neanche fatto la denuncia». Da Torino scendiamo a Roma: via Sprovierì, quartiere Monte-verde Vecchio. Anche questa è una sezio¬ ne storica del vecchio Pei. A due passi da qui è nato Massimo D'Alema, e la leggenda vuole che, a dieci anni o giù di lì, abbia occupato con altri ragazzini alcuni locali della sezione, che il partito non utilizzava e che però si rifiutava di mettere a disposizione dei giovani pionieri. Dove il giovanissimo D'Aleni a riuniva i suoi pionieri, oggi c'è l'Archivio storico del movimento operaio. Due passi più in là, resiste la vecchia sezione. Di attentati ne ha subiti già due: il primo, il 16 aprile, per fortu¬ na è abortito: qualcuno dev'essersi accorto del trambusto, e gli attentatori sono fuggiti lasciando per terra un po' di liquido infiammabile e sui muri l'ormai usuale «Ds = Ss». Accanto, però, non c'era la «A» anarchica ma la stella a cinque punte delle Br. Se n'è accorto, là mattina dopo, il compagno Mario, che abita proprio sopra la sezione e che per questo ha il compito di aprire e chiudere i locali. Il 10 maggio sono tornati: intorno alle cinque del mattino hanno versato dell'olio combu¬ stibile e hanno appiccato il fuoco. La sezione si è subito riempita di un fitto fumo nero. Danni limitati, per fortuna: le pareti da imbiancare, e una porta da sostituire, racconta Franco Galli, il segretario. E adesso? «Beh, ai compagni lo dico e lo ripeto: "Se siete soli in sezione, chiudete la porta, che non si sa mai...". Ma loro niente: ci sono abituati, a lasciare la porta sempre aperta. Che vuole, non posso mica costringerli». Già: ascoltando le testimonianze dei tanti piccoli attentati che hanno colpito le sedi della Quercia in questi ultimi due mesi la prima impressione è che i più increduli siano proprio loro, le vittime. Come se non volessero convincersi di essere nel mirino, come se preferissero pensare a qualche ragazzata, come se non volessero rinunciare ad una normalità fatta di porte aperte, volantinaggi, partite a scopone. Anche a Botteghe Oscure preferiscono rifugiarsi nella battuta: Manlio è un compagno della vigilanza, ha fatto la scorta a più di un segretario, conosce bene il suo lavoro. Eppure, a sentirlo raccontare l'assalto alla Direzione della Quercia dello scorso 27 marzo, durante una manifestazione contro la guerra, c'è quasi da sorrìdere: «Saremmo stati quattro o cinque in tutto, nel palazzo: era sabato. Il portone era chiuso, con la polizia davanti. Loro si sono fermati sull'altro lato del marciapiede e hanno cominciato a tirare un po' di frattaglie, sa, scarti di macellerìa, di quelh che si danno ai cani... Poi è venuto giù un acquazzone di quelli che fracicano anche le ossa e questi rivoluzionari se ne sono scappati a gambe levate! Abbiamo dovuto pulire noi la strada, proprio una schifezza», sorride Manlio. Eppure non è uno scherzo, quello A destra una delle sezioni dei Ds a Bologna il giorno dopo l'attentato ,g li SEDI BEILA QUERCIA NIl MIRINO • Bergamo: 10/4 »?mm; 9/5 (tre sedi) < • Bologna: 22/5,24/5 '«toma: • Bresdo-2/4 '* "*~~~ 27A16/4 {tre sezioni), 21/4,28/4,5/5,10/5 • Cremona: 20/4 . - • ~ y~~ —. «San Benedetto »6mow:1/5 de! Tronto (tooli): 24/4 • »wWi3W •^knGio»annlL12/5 • -i «tata* 18/5 21/4 (dee sezioni), ~~ •■ 25/4,12/5(duesedi) •Trwi«h31/3 ? ' , , • Òstia":"2/4 •jfeiiwta: rosaio (now sedi) •OnatM>(Bolo^nojr23/5 «Www»; 17/4 (due sodi) •Padova: 1/5,15/5 «Viterbo: 17/4 Attentati contro sedi dei Democratici di sinistra periodo 27 marzo-23 moggio - fonte: Ds Sono più di quaranta gli attentati subiti in due mesi, ma i militanti non rinunciano alla «normalità» Fabrizio Rondolino

Persone citate: Franco Galli, Massimo D'alema, Ozzano, Pajetta, Walter Conti

Luoghi citati: Bergamo, Bologna, Emilia, Padova, Roma, San Paolo, Torino