Partito il freno di Prodi «Non chiediamo rimpasti» di Fabio Martini
Partito il freno di Prodi «Non chiediamo rimpasti» Partito il freno di Prodi «Non chiediamo rimpasti» Fabio Martini Inviato a BOLOGNA Romano Prodi sale sul predellino del treno, fa ciao ciao con la mano e il segno di «victory» che portò bene a Winston Churchill. Ora di pranzo, piazzale Ovest della stazione di Bologna: attorno al treno dell'Asinelio, la banda paesana di Angola Emilia intona la marcetta di «Rosamunda», mentre Teddy Reno e Rita Pavone mano nella mano - fanno sapere di essere «ulivisti della prima ora». In questo clima un po' nuìvn e dopo aver esaurito la «rappresentazione» ad ubo delle tv, Romano Prodi scende dalle scalette, saluta tutti e si avvia verso il binario 3. Per salire su un altro convoglio. Ma questo treno parte per davvero. Direzione Roma, dove Prodi è atteso dal primo ministro della Bulgaria, Paese ai bordi del «vulcano» jugoslavo. Il treno dei Democratici che fior 10 giorni attraverserà l'Itaia è stato presentato ieri alla stazione di Bologna, anche se la partenza vera e prevista per sabato da Trieste: quella di ieri era une «falsa partenza», accelerata allo scopo di far decollare la campagna elettorale dell'Asinelio, in leggero ritardo rispetto agli altri partiti. Ma al di la della trovata del treno, Romano Prodi ha finalmente calato le corte (e gli slogan) con i quali l'Asinelio si giocherà le sue fortune elettorali. E qui c'è una sorpresa: accantonate le polemiche personali e la vis anti-partitica del primo Asinelio, il Professore scommette di nuovo sul buonismo, sulla «serenità», sulla forza tranquilla che «non rompe» la coalizione, ma «è indispensabile per vincere». E allora ecco Prodi giurare, più di una volta, di volere «l'assoluta stabilità del governo». E se l'Asinelio diventasse il secondo partito della coalizione, rinuncerebbe a pesare di più? «Dopo le elezioni - assicura Prodi - non ci dovrà essere al¬ cuna resa dei conti e i Democratici non chiederanno alcun rimpasto o riequilibrio». Il Professore è in vena di bontà e a chi gli chiede cosa accadrà se dovesse incrociare il pullman di Veltroni, Prodi replica divertito: «E' chiaro che se ci fosse un passeggio a livello e trovassimo un pullman sui binari ci fermeremmo ad aiutarlo a superare le difficoltà». Ma in una campagna elettorale dominata da guerra e terrorismo, le voci esili non rischiano di finire oscurate? «Capisco il problema - dice Prodi sul treno che lo riporta a Roma - capisco la difficoltà di una campagna come la nostra che sarà sussurrata, serena, positiva. Ma questa è stata la nostra natura fin dall'inizio». E Arturo Parisi, il «regista» dell'Asinelio: «Certo, la prossima sarà una campagna elettorale con la mordacchia, ma per noi la campagna in positivo è quella che consente la massima compatibilità tra i due ruoli di Prodi». In realtà i Democratici sanno che, per loro, il momento di §razia è già alle spalle. E cosi a quando l'Asinelio ha il fiatone (alcuni sondaggi lo quotano addirittura sotto il 5%), l'entourage di Prodi ha cercato di moltiplicare gli eventi, con trovate il più possibile originali. Tre settimane fa televisioni, radio e giornali sono stati convocati a sorpresa in quel di Pienza, ma durante la conferenza stampa sono stati presentati i candidati alle Europee ultranoti da giorni. E la proliferazione degh «eventi» prosegue con la doppia partenza del treno: la puma Ieri, quella vera sabato. Ieri mattina l'appuntamento era alla stazione di Bologna. Alle undici c'è una trentina di persone e qualche ban¬ diera dell'Asinelio ed attendere Prodi per la conferenza stampa a bordo del Settebello riadattato per l'occasione: il convoglio è formato, oltre che alla motrice, da quattro carrozze blu con il simbolo circolare dell'Asinelio, a grandi dimensioni. Nel convoglio ci sono due carrozze con posti a sedere, une sala stampa con pc, fax e fotocopiatrici ed un grande schermo. Il treno partirà sabato 29 alle 10 da Trieste e dopo 5600 chilometri concluderà il viaggio 1' 11 giugno a Cagliari. La vera trovata - una novità rispetto al progetto originario - è la deci¬ sione di far sosta per ben 76 volte, con eventi diversi in ciascuna stazione. Prodi si limiterà a tre, quattro incursioni, lasciando il campo ai candidati delle varie circoscrizioni, a cominciare dai big che ieri, ad eccezione di Enzo Bianco, erano tutti assenti. Nella conferenza stampa Prodi ha spiegato che «la volontà dei Democratici è Sella di ricostruire l'Ulivo» e e nelle realtà dove l'alleanza «ha saputo salvaguardare la propria unità», il Professore è pronto a fare comizi comuni «con gli altri leader, purché siano tutti d'accordo...».
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