Fallito il blitz antiprofughi

Fallito il blitz antiprofughi M'imbmnire li avevano già caricati sui bus, bloccati da un funzionario Onu: avete firmato impegni Fallito il blitz antiprofughi Skopje voleva deportarli in Albania Vincenzo Tettandoli Inviato a TIRANA L'idea venuta ai macedoni era ripetere la notte di San Diogene, che cade il 6 aprile. Appena calato il crepuscolo, quel martedì, riempirono una lunga colonna di autobus e dalla tendopoli presso Blace cacciarono oltre la frontiera albanese 13 mila esuli kosovarì. Pure l'altra notte, quando si sono resi conto che al punto di confine con il Kosovo premeva una folla di almeno 15 mila persone hanno tentato qualcosa di simile. Rapidi han caricato 600 esuli su tre pullman subito partiti in direzione Albania. Ma il progetto è andato in fumo perché un funzionario dell'Alto commissariato per i rifugiati con il suo fuoristrada si è posto davanti a un bus. La Macedonia ha preso un impegno preciso con Kofi Annan, segretario delle Nazioni Unito, ricordano all'Alto commissariato: così, anche se di pessima voglia, ha dovuto rinunciare all'idea di disfarsi di una parte di esuli e, al contrario, ne ha accolti altri 3000. E il flusso prosegue. «E' un'operazione molto ben organizzata dalle forze serbe», osserva Rod Redmond, portavoce dell'Unhcr. In attesa ai destinazione, a Blace, sono in 6000, giunti nelle ultime quarantott'ore da Pristina e TJrosevac con otto bus e un treno; altri 3000 sostano nella terra di nessuno e dicono i macedoni che incomba un convoglio di 15 vagoni su ciascuno dei quali viaggerebbero 300 persone. Insomma, a Skopje temono l'esplosione di questo «ordigno demografico» ea Elka Dimitreva, docente all'Istituto economico, ha già avanzato il timore che una parte cospicua dei 225 mila kosovarì osali metta radici in Macedonia. «Ora rappresentano oltre il 10 per cento della popolazione e hanno accresciuto del 50 la minoranza albanese, il che implica, inevitabilmente, un rischio di perturbazione per la carta demografica della Macedonia e tk'lla sua struttura nazionale». Fa eco Slave Risteski, docente universitario di Economia: oggi gli albanesi sono il 22 per cento della popolazione macedone, che ò di 2,2 milioni, al massimo nel giro di mezzo secolo diventeranno la metà. Una prova? «La natalità fra gli albanesi è di 4 figli per famiglia, 1,7 fra gli slavi», E si sottolinea come già prima degli esuli i senza lavoro fossero il 36 per cento. Nessuno si sogna di rimanere tantomeno di provocare rischi, ribatte Arbel Dzaferì, leader del partito democratico albanese. Ma i macedoni non si tranquillizzano. Dunque, dal Kosovo si fugge ancora e a Morini, sopra Kukes, altri 1500 hanno attraversato la linea di confine, i più provenienti dalle zone di Horahovac e Suhareka. Due giorni di marcia, i furti continui dei soldati serbi. Dal lager alle porte di Mitroviga ne sono arrivati 166. E' del gruppo Rahman Isrnaili, 28, di Pristina, moglie e due figli già a Tirana. «Ci tenevano in una stalla, in cinquecento dove c'era posto per cinquanta. Nel campo eravamo 5 o 6000. Venivamo interrogati in continuazione, ci minacciavano. Quando ci han portato via, l'altro giorno, lungo la strada ho scorto numerosi cadaveri». Zehnullah Mangjolli, 37, ex barbiere, racconta: «Mi hanno preso il 25 aprile, mentre tentavo di arrivare in Albania. Nel campo, pane, acqua, raramente un uovo. E bastonate sulle braccia e sulla schiena. li giorno che fui catturato mi ammanettarono con altri 50, ci costrinsero a camminare davanti a un convoglio militare, presso il villaggio di Skenderaj. "Se uno di noi viene ammazzato, sarete tutti uccisi" minacciavano». Storie simili sono numerose «ma ancora molto approssimative», precisa Rupert Calville, portavoce dell'Alto commissariato. Come bloccare questa strategia criminale? Hashim Thaci, premier ventinovenne del governo kosovaro in esilio, non ha dubbi: con l'invasione delle truppe Nato. Del resto, i suoi delt'Uck, l'Esercito di Liberazione del Kosovo, non godono di unanime stima. Secondò la maggior parte degli osservatori, invece dei 30 mila militari pubblicizzati, i kosovarì in prima linea sarebbero al massimo 2000. Ma l'invasione rimane un'ipotesi remota, ha precisato ieri a Tirana il ministro della Difesa tedesco Rudolf Sharping. Un ragazzino kosovaro rovista tra la spazzatura in cerca di cibo, ieri a Skopje

Persone citate: Diogene, Hashim Thaci, Kofi Annan, Kukes, Morini, Redmond, Rudolf Sharping, Rupert Calville