«C'è chi specula sui profughi»

«C'è chi specula sui profughi» Kostov vede D'Alema: molti aiuti finiscono all'esercito jugoslavo «C'è chi specula sui profughi» La denuncia delpremier bulgaro Maurizio Moiinari ROMA «Sperperi di danaro e mala gestione stanno pregiudicando gli aiuti internazionali ai profughi del Kosovo fino al punto che a volte finiscono all'esercito di Belgrado». Questa la dura denuncia del premier bulgaro, Ivan Kostov, che ieri a Roma ha incontrato il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, ed è stato ricevuto in Vaticano dal Papa e dal segretario di Stato, Angelo Sodano, mentre oggi vedrà Romano Prodi. Kostov enumera cifre e fatti: «Ai profughi in Macedonia le organizzazioni internazionali danno cibo conservato spendendo 15 dollari al giorno a testa - spiega - mentre nei campi bulgari diamo cibo fresco, carne compresa, spendendo 2,70 dollari a testa. Questa differenza fa sorgere il sospetto che siano in troppi a guadagnarci». Per il premier di Sofia tutto questo è il frutto «di una campagna di aiuti scoordinata e a volte paradossale» come nel caso «dell'aereo cargo che è atterrato a Skopje con 125 tonnellate di acqua di rubinetto quando in Macedonia di acqua ce n'è a sufficienza per tutti». Ma c'è dell'altro: «Abbiamo un terribile sospetto dice Kostov - perché gli aiuti che dalla Grecia arrivano con decine di camion in Jugoslavia attraverso la Bulgaria non vengono distribuiti da greci, svizzeri o russi ma consegnati alle autorità di Belgrado, che li assegnano a chi più gli piace, probabilmente anche ai militari e alle loro famiglie». «Non a caso quando abbiamo chiesto di distribuire i nostri aiuti direttamente ai civili, Belgrado si è rifiutata di accettarli» aggiunge. Di questo Kostov ha parlato a lungo nei suoi colloqui romani e il cardinale Sodano gli ha risposto: «In ogni sfortuna c'è chi sfrutta il dolore degli altri». Kostov con D'Alema ha rilanciato la richiesta bulgara di adesione all'Unione Europea - sostenuta da Londra - ma la risposta è stata solamente interlocutoria. La questione degli aiuti era stata sollevata a Palazzo Chigi anche dal premier macedone, Ljubco Georgievski, che ha chiesto - ed ottenuto - uno stanziamento straordinario di 12 miliardi di lire in favore non solo dei profughi kosovari ma anche dei 23 mila macedoni che hanno perso il lavoro in seguito alla fine degli scambi economici con la Federazione jugoslava. Georgievski, come Kostov, ha sollevato perplessità sui «pesanti costi» dovuti all'invio aereo di derrate alimentari «mentre si potrebbero comprare, soprattutto frutta e verdura, a prezzi più convenienti in Macedonia». D'Alema ha assicurato all'ospite la disponibilità del governo a varare un piano di aiuti in favore della Macedonia simile a quello deciso in favore dell'Al¬ bania. Per definirne le caratteristiche - ed il valore - inizieranno presto alla Farnesina consultazioni tecniche fra esperti dei due Paesi. Georgievski e Kostov temono anche i tempi lunghi per il ritorno dei profughi in Kosovo. «Si parla di almeno due anni - dice allarmato Kostov - e per noi è un incubo mentre manca un piano concreto per il loro rientro: nessuno ci spiega come passeranno l'inverno, chi gli darà da mangiare, chi ricostruirà le loro case in Kosovo». I due Paesi sono uniti anche nel chiedere all'Italia «tempi stretti» per la realizzazione del «Corridoio numero 8» che dovrebbe unire - Brindisi al Mar Nero attraverso Albania, Macedonia e Bulgaria. «Ma ci sono dei ritardi, causati da greci e romeni che hanno progetti alternativi» accusa Kostov. I premier bulgaro e macedone si sono incontrati ieri mattina a Roma ed hanno pregato insieme nella chiesa di San Clemente nella ricorrenza annuale dei santi Cirillo e Metodio, la cui forte valenza religiosa unisce i due Paesi ortodossi. L'incontro di ieri a Palazzo CHigi tra il presidente del Consiglio Massimo D'Alema e i rappresentanti dei pescatori dell'Adriatico danneggiati dal rilascio di bombe dagli aerei Nato di ritorno dalie missioni in Jugoslavia Gli ordigni caduti in mare sono 143 Nella zona di Chioggia ne sono stati individuati 5 su 7