L'eterna sindrome della «talpa»

L'eterna sindrome della «talpa» DALLO SPIONAGGIO AL TERRORISMO UNA FIGURA CHE SCATENA ANSIA id dll L'eterna sindrome della «talpa» Evocata in ogni delitto Br, ma mai scoperta la storia Filippo Ccccarelli E comunque - dice il segretario della Cisl D'Antoni - una talpa è una talpa. Può essere dovunque, può essere chiunque». A tanta poetica, ma decisa approssimazione sembra quasi rispondere, dal fronte negazionista, l'onorevole giornalista (ieri del Manifesto oggi berlusconiana) Tiziana Maiolo: invece di cercare «improbabili talpe» si consultino i ritagli dei giornali economici e sindacali. E' lì che traggono notizie e ispirazioni i neo-terroristi. Dunque: metodologia, mitografia, ma anche psicosi - come accaduto in passato - della «talpa». La caccia è inesorabilmente ricominciata. «Sono le stesse indagini su tanti omicidi Br - sostiene l'ex ministro dell'Interno Scotti - a confermare che sovente dietro a molti fatti di sangue c'è stata la complicità di fiancheggiatori apparentemente insospettabili». Anche in questo si torna indietro di una quindicina d'anni. Ma di tutti i brutti ricordi, di tutte le cattive atmosfere che il terrorismo ha riportato in superficie, la ricerca dell'«insospettabile», del «cervello», della «mente politica», del «grande suggeritore» e di chiunque rientri nell'ampia e generica definizione di «talpa» è forse l'impulso più sintomatico, ansiogeno, pericoloso. La storia terroristica italiana abbonda di talpe - o supposte tali. La storica talpa del ministero della Giustizia si affermò dato il numero di magistrati sequestrati (Di Gennaro, D'Ureo) e uccisi (Minervini, Tartaglione) intorno all'ufficio Affari Penali. Nel suo Storie italiane di violenza e terrorismo (Laterza, 1980), Giampaolo Pansa racconta la storia terribile di un'assistente sociale marchigiana ingiustamente spacciata - e «venduta» ai giornali - come complice dei brigatisti, nonché amante di uno degli assassinati. Non si seppe mai bene, in realtà, se oltre alle paure e ai dub¬ bi, ci fosse davvero una talpa là dove si controllavano le carceri; e chi fosse, comunque, a fornire al partito armato studi, pubblicazioni, elenchi, atti giudiziari e di convegni. Così come, secondo l'allora presidente del Consiglio Craxi, fu una talpa dell'ambiente giprnalistico milanese a indicare ai terroristi Barbone e Morandini come bersaglio Walter Tobagi e a compilare poi una lunga e assai tecnica rivendicazione. La magistratura non arrivò mai a questa conclusione, e anzi nel 1985 condannò il direttore dell!Avanti/ Intuii e un paio di deputati del Psi che per questo avevano attaccato di brutto i giudici. Ma certo, allora, il conflitto sui supposti mandanti determinò una drammatica spaccatura nel mondo giornalistico milanese. Di talpe, in pratica, si parlò dietro a ogni delitto eccellente del terrorismo rosso. Eppure, lungo l'arco di una dozzina d'anni, nessuna talpa ha raggiunto la notorietà; e di nessuna - a differenza di tanti pentiti - è rimasto il ricordo. Talpa delle Br dentro Montecitorio fu considerato quel Giovanni Alimonti, che lavorò (per poco) al centralino. Altre talpe furono ritenute, a volte anche con qualche esagerazione, segretarie e cancellieri del tribunale, militari di leva, autisti, impiegati, studenti; anche se in pratica, scendendo di livello, quella particolare figura finiva per fondersi e confondersi con l'area anche allora oggettivamente intuibile - dei fiancheggiatori. Il punto è che ogni attentato, ogni assassinio, ogni illeggibile volantino produceva anche un'ab- A sinistra l'ex mi bondanza di incandescenti elucubrazioni. L'idea di un brigatismo informatissimo, onnipresente e invisibile parve sedimentarsi nell'immaginazione, divenne categoria dietrologica al riparo da tanto da analisi scientifiche quanto da garantismi. Forse era questo (anche) che volevano i terroristi; c forse, chissà, la creazione di un'atmosfera di reciproco allarme nell'ambiente della vittima rientrava pure nelle tecniche poliziesche. Certo, con il caso Moro si arrivò comunque all'ossessione parossistica. Così, se ha un senso far tesoro degli errori compiuti nel passato, beh, sembra che nei 54 giorni del rapimento uno speciale gruppo di cervelloni arrivò alla conclusione che la talpa andava cercata nella famiglia del rapito. Ora, nel migliore dei casi, tale grottesca valutazione allargava senz'altro i confini del concetto. Nata nel mondo dello spionaggio, l'idea di talpa si estendeva a persone addirittura «inconsapevoli». In tal modo la faccenda sfumava nell'indistinto e nell'ambiguo, sia pure ad alto impatto emotivo e ricaduta spesso paranoica. Se infatti la talpa è o tende a diventare, con ardita parafrasi, (d'anticamera del sospetto», è anche vero che questo continua a di- pendere da un uso eminentemente! giornalistico. A mezza strada tra la figura del «basista» - una specie di talpa di serie B - e quella del «Grande Vecchio» - coordinatore internazionale di ogni occulta complicità - la talpa è un'immagine che colpisce e al tempo stesso funziona proprio nella sua minacciosa genericità. La mancanza di una definizioni? certa, anzi, l'ha resa così adattabile che una volta finito il terrorismo, la parola è rimasta nei titoli a indicare qualcuno che fa qualcosa in segreto. Per cui «talpa» è chi durante Tangentopoli passava i verbali segretati ai giornalisti; e «talpa» venne chiamato chi aveva divulgato anzitempo (i ministri Guarino o Barucci: non s'è mai capito) certi piani di privatizzazione. E ancora: una «talpa» anti-Auditel tirò fuori i nomi delle famiglie che avevano il Meter; di una «talpa» in tribunale disponeva Pacini Battaglia; e Berlusconi aveva paura «che tra le persone dello staff ci fosse qualcuno che facesse la talpa» ha raccontato l'operatore Mediaset Gasparotti: e perciò lui ne registrava i colloqui Vero è che anche in natura si dice «talpidi», senza tener conto che la famiglia si divide in quattro sotto-famiglie; e che la sola sotto-famiglia «talpa» annovera 36 tra specie e sottospecie. Nella vita italiana le talpe più durevoli e pericolose risultano quelle siciliane. A differenza delle Br, Cosa nostra non possiede archivi, diffida delle pubblicazioni specializzate, però si compra persone, pure al massimo livello (poliziotti e magistrati). Il lavorio sotto terra è all'ordine del giorno. Per paura di essere ascoltali Falcone e Chinnici parlavano in ascensore; ma questo non gli ha impedito di andare incontro al loro destino. Lì comunque ci sono anche i «corvi». Lo zoo figurato del male non è mai stato chiuso Talpa e così sia. » a avevano il Meter; di una «talpa» in tribunale disponeva Pacini Battaglia; e Berlusconi aveva paura ch tr l pr dll tff i A sinistra l'ex ministro Scotti e il leader della Cisl D'Antoni