Ecco dove l'odio gioca in casa

Ecco dove l'odio gioca in casa LA MAPPA DELLE TIFOSERIE PIÙ' VIOLENTE Ecco dove l'odio gioca in casa Pestaggi per vendetta; gemellaggi per ferisse retroscena Matto E: lì abbiamo aspettato: eravamo così male organizzati che per procurarci qualche arma abbiamo scofanato alcune 126 per impossessarci dei cric». E' un brano della cronaca di un agguato raccontata a pagina 122 die «Il Gruppo», il libro scritto da ultras della Juve. In un'altra parte si legge: «Attorno alla stazione di Porta Nuova ne abbiamo lasciati parecchi sull'asfalto, nonostante fossero ben più numerosi, grazie a un attacco rapido e deciso, portato di sorpresa». E ancora. «Negli anni migliori, quelli in cui pensavamo di poterci misurare con qualunque altro gruppo senza timore, la tifoseria del Genoa è stata l'unica a infierire nei nostri confronti». Storie di inseguimenti e di fughe, di risse e ferimenti, di rispetto per chi non scappava, fosse pure difedendosi con il coltello, e di disprezzo per chi lasciava il campo libero e uno striscione a terra. Non è solo questo l'universo degli ultras in Italia, perché al suo intemo esistono anche la solidarietà, l'aiuto, persino la beneficenza fatta senza clamori. Ma quello che sorprende è la cultura della violenza che impregna gli aneddoti e le storie. «I criminali sono pochi però si finisce per coinvolgere tutti • si lamentano spesso -. L'opinione pubblica ha creato l'etichetta: è delinquente chi si scazzotta a mani nude quando subisce un'aggressione come chi lavora di coltello, e ce ne sono, soprattutto a Milano». Ma non c'è campana che suoni senza la crepa. I pestaggi, gli agguati, i vandalismi, le ruberie agli autogrill e la distruzione dei treni appartengono alla memoria storica di ogni tifoseria. O basterebbe solo l'omertà del branco che difende i violenti, pure quando non li sostiene. Chi si avventura nel mondo ul- tras sbatte contro un muro. Tra loro si mandano informazioni, aprono siti Internet, leggono le stesse riviste, da Supertifo a quelle underground, che durano lo spazio di due numeri perché sono un tale concentrato di violenza da far intervenire le Questure. Fissano gli appuntamenti, si concedono l'ospitalità nei gemellaggi: a Firenze, per le partite dei viola, sono ospiti le Brigate giallobù veronesi, di estrema destra con sfumature neonaziste, fianco a fianco con le bande degli ultras del Livorno, quelli che espongono la faccia del Che sugli striscioni. Ma è un mondo che si chiude alla curiosità. Giornalisti e poliziotti faticano a penetrarlo. Qualsiasi mappa ha un'alta probabilità di errore. Secondo il ministero degli Interni, Verona, Brescia, Bergamo, Roma, Milano e Firenze sono i punti caldi. Napoli è soprattutto folklore, Torino e Genova le bombe in apparenza disinnescate ma che si possono svegliare. «Più che di stadi, si dovrebbe parlare di eventi a rischio - spiegano gli esperti della polizia e della Digos -. A Verona, ad esempio, ci sono domeniche tranquillissime e altre in cui gli incidenti sono quasi inevitabili». Con Brescia, Milan, Napoli, le romane. Gli odi nascono per ideolo- §ie esasperate, più spesso per vedetta. L ultima impresa dei veronesi è avvenuta in un posto impensabile, Cesena, come ritorsione al pestaggio che alcuni veronesi inermi avevano subito all'andata. E' stata guerriglia vera, il Verona è stato condannato a pagare 100 milioni, un record, per la responsabilità oggettiva del comportamento dei suoi tifosi. Questo coinvolgimento delle società è nel codice di giustizia sportiva della Federcalcio; dal '95, quando morì a Marassi un genoano accoltellato dai milanisti, le regole si inasprirono. «Alle Società è fatto divieto di intrattenere rapporti di sostegno economico, finanziario o di altra utilità, con gruppi organizzati o non, di sostenitori», recita l'articolo 6 bis. Ma è poco rispettato e la mano della Giustizia, sportiva e penale, sembra ancora troppo he- ve. Una parte degli Ultras ha un rapporto conflittuale con la dirigenza (a Bergamo), molti altri sopravvivono mantenendosi con le collette davanti agli stadi, come al Torino. Tuttavia il cordone ombelicale non è reciso del tutto. «Gli ultras sono i nostri migliori clienti», diceva iamministratore delegato di un grande club. E, in modo più o meno mascherato, quegli ultras sono entrati nel business del pallone: gestiscono punti di vendita, si occupano del merchandise, talvolta si appaltano mazzette di biglietti. Si dice che a Firenze un Viola Point sarà presto affidato all'Associazione dei tifosi, ora che vi sono confluiti tutti i gruppi e hanno isolato i «cani sciolti», che ogni domenica si inventano lo sfondamento delle barriere per entrare senza biglietto. Altrove gestiscono ritrovi e discoteche. E' nato l'ultra professionista, che campa, e molto bene, con il tifo: sono pochi ma comandano, alcune società e manager molto importanti se li tengono amici. Del resto se un allenatore deve farsi accettare da loro per poter lavorare bene, come è successo ad Ancelotti alla Juve, oppure se li trova alleati contro un licenziamento (Delio Rossi alla Salernitana) qualche peso ce l'hanno. Di estrema destra o sinistra, la spinta del leghismo si è un po' attenuata persino nel triangolo del Nord-Est, tra Brescia, Bergamo e Verona, dove pure hanno continuato a menarsi, sotto le stesse insegne di Bossi. Ora il mondo degli ultras è diventato politicamente trasversale. «La politica non entra negli stadi», ripetono all'infinito. C'è entrata la droga e ha fatto danni a sufficienza, invece. Rimane la cultura dell'eccesso, un po' più evidente nei gruppi della destra, quelli che a Roma esposero gli striscioni contro il 25 Aprile e, nella curva laziale, gli slogan razzisti e antisemiti durante il derby con la Roma. «Una squadra di negri, una curva di giudei, questi non sono cugini miei». Anche in rima, non è una poesia. brutto .La Nerazsirrfstra) e fisi Wild Rista), solitamente jK^deladirigenjjiypWSrxiai. Torino, rivali storici. ■ «MtCIA. Il Cotéfflarido Ultra ha per simbolo la steis a 5 punte e rappresenta essenzialmente le aree operaie della città. Dai dintorni trae invece linfa il gruppo Psesà. Tifosi spesso in disaccordo fra loro nella posizione ritti confronti della società. Gemellati con Milan e Roma; frizioni con Inter, Lazio e Atalanta. n VERONA. Dalle Brigate Giaflobtù ad altri gruppi minori, si tratta di un tifo di estrema destra con tendenze neonaziste. Amici della Fiorentina, hanno tanti nemici: Milan, Napoli. . Atalanta, Brescia e le due romane.' BfMiDmnNA. Eraunattos&1a| tradizionalmente sinistrorsa, ora è ■ molto pift trasversale.! gruppi leader sono «Collettivo, i Viola Korpso il Viessaux: a parto pochi catti scioill (che hanno causato recentemente , qualche Incidere), tutti fanno parta del coordinamento ah. Il grande nemico? La Juvo. m iASSO, tìurva storicamente di destra. Wstairtente alla ribalta anche neWwno derby con striscioni «ntJseopBtorte.èfaptfesenta» ibil Legnai Boy*inserte^ »»v veronesi e, afferò, aa! ._JftfeS9'6«t*Ulft£w« Rea! Madrid. a Ccmrtótizkmsrisirfetra cor il gruppo più foto, il (femmandó Uhrà Curva Sud, che affonda le sue tadici nelle storiche borgate romane. I la colorazione della curva non 6 più cosi marcata. Citte alla Lazio, nessun feeling con Juve, Napoli e le milanesi. adizione colloca la curva nerasurra decisamente a destra. Pesante fa presonza dei 3oys, greppo tra i piò4emutl e odiati del giro ultra anche per una certa consuetudine all'uso del coltelli. Sempre più problematici I rapporti con la B JUVENTUS. Scioltisi i Drughi, sono rinati gli storici Flghters, che raccolgono ultras di diverse colorazioni. Più marcatamente di destra gii Irriducibili della Curva Nord. La tifoseria bianconera ha una sola amicizia, quella piacentina. Le altre, granata e viola in testa, sono tutte «contro». ■ TORINO. Della famosa Curva Maratona fanno parto gli eterici Ultras (tendenti a sinistrai e i Granata Korps, nati da una costola del primi e con inclinazioni a destra. Molto più tranquilli l Fedelissimi. B JUVENTUS. Scioltisi i Drughi, sono rinati gli storici Flghters, che raccolgono ultras di diverse colorazioni. Più marcatamente di destra gii Irriducibili della Curva Nord. La tifoseria bianconera ha una sola amicizia, quella piacentina. Le altre, granata e viola in testa, sono tutte «contro». ■ TORINO. Della famosa Curva Maratona fanno parto gli eterici Ultras (tendenti a sinistrai e i Granata Korps, nati da una costola del primi e con inclinazioni a destra. Molto più tranquilli l Fedelissimi. Rappoiti conflittuali con la dirigenza alleanze con allenatori trasversalità nelle scelte politiche Molti supporter lo fanno di professione alcune società e manager importanti si alleano con loro

Persone citate: Ancelotti, Bossi, Delio Rossi, Wild Rista