ATTENTI, C'E' IL LUPO di Marina Verna

ATTENTI, C'E' IL LUPO MOSTRA ATTENTI, C'E' IL LUPO Viaggio tra mito, simbolo e realtà al Museo di Scienze naturali Lunedì 24 maggio, alle ore 18, s'inaugura al Museo Regionale di Scienze Naturali di via Gioì itti 36 la mostra didattica «Attenti al lupo: la convivenza possibile - Mito e realtà», realizzata in collaborazione con il WWF e la Fondazione svizzera Free (Fondation de Recherche et d'étude ecosystémique), in cui saranno esposti numerosi esemplari di Lupo insieme a quadri fiabeschi del pittore Gerard Lattier. La rassegna resterà aperta sino all' 11 ottobre tutti i giorni dalle IO alle 19 (chiuso il martedì). Ingresso lire 8 mila, ridotti lire 5 mila. Informazioni allo 011/432.30.80. STA tornando a casa. E noi, che l'avevamo scacciato, facciamo da tutto per impedirglielo. Per carità, ragioni ne abbiamo da vendere: quando ha fame, non si fa particolari riguardi. Comincia con le galline e le pecore - e già lì, è un bel danno - ma poi attacca anche noi. Almeno, così si dice. Vi pare bello? Comunque è certo: da anni si vedono le sue tracce sulla neve, o i resti dei suoi banchetti in qualche angolo di bosco. Adesso ha pure scavalcato la strettoia dell'Appennino ligure ed è risalito fino all'Alessandrino. Fra un po' ce lo troveremo alla Pellerina. E se avesse ragione lui? Se fossimo noi la «bestia» che tutto distrugge al suo passaggio? Noi il «lupo mannaro»? Noi ilpredatore spietato? Abbiamo però un modo per riconciliarci con il lupo: partire dalla frase di Gregory Bateson, l'inventore della teoria della «ecologia profonda», che diceva: «Tutte le cose sono unite fra di loro come il sangue che unisce una famiglia». E poi andare a vedere la mostra «Attenti al lupo: la convivenza possibile - mito e realtà». Appena entrati, ci sono due scheletri di lupo. Il primo, è quello di un lupo vero, quello che da vent'anni è tornato nelle sue terre d'origine, dov'è stato assai male accolto, anche perché tutti s'erano adattati - e bene - a vivere senza di lui. E dunque, non essendoci più posto, ha dovuto prenderselo con la violenza. Ma là dove non l'avevano mai scordato, ad esempio in Abruzzo, e avevano in piedi tutte le contromisure per contenerlo - recinzioni, guardiani, cani pastore il lupo vive in armonia con l'ambiente. E la gente sale al Parco a guardarlo col binocolo. Perché il nostro rapporto con il lupo è un indicatore perfetto del nostro rapporto con la natura: quando siamo in armonia, non lo temiamo più. Gli lasciamo i suoi spazi, e lui non ha più bisogno di aggredirci. E' il nostro rifiuto che avvia il circolo vizioso delle predazioni reciproche. Poi c'è il lupo delle fiabe, quello che divora gli uomini e, stando a monte del ruscello, accusa l'agnello di intorbidargli l'acqua. Quello che ulula alla luna e porta via i bambini cattivi. La nostra tradizione più buia e paurosa, che nemmeno San Francesco riuscì a modificare. Ma basta cambiare cultura, ed ecco che il lupo è un animale sacro. E' la lupa romana, protettrice e nutrice. E' il totem della tradizione sciamanica, che guida l'uomo nel percorso iniziatico che gli rivelerà le sue qualità. E' la metamorfosi della donna, che riscopre la libertà. E' la potenza sacra della natura. Marina Verna

Persone citate: Gerard Lattier, Gregory Bateson

Luoghi citati: Abruzzo