LA SCONFITTA DI CALIBANO di M. S.

LA SCONFITTA DI CALIBANO LA SCONFITTA DI CALIBANO Calibano è lo schiavo deforme che anima «La Tempesta» di Shakespeare. A lui, «ultimo proletario nel suo amore smodato per la libertà», dedica il suo più recente lavoro Nevio Gàmbula, sardo, già attore per Stalker Teatro e Marcido Marcidorjs oltre che in proprio e autore di poemetti e testi critici. S'intitola «La lingua recisa», e sarà un monologo tragico condotto sul modo di trattare la parola proprio di Artaud, con tutta l'esasperazione espressionistica delle possibilità vocali e di movimento. Un Calibano di ricerca, quindi, proposto al pubblico al Circolo Dravelli di Moncalieri, il 22 e il 23 maggio alle 21,30 in chiusura di stagione. L'azione scenica vede Calibano agire tra sentieri di fango e mari in tempesta, circondato da squali che divorano le carcasse dei suoi compagni, intento ad intervenire, con il suo lavoro, sulle cose di cui gode Prospero il Duca, giunto per mare da lontano. E in questa invenzione drammaturgica, Calibano indosserà gli abiti del «mamuthone» sardo, «perché li lega un filo sottile ma solido - spiega Gàmbula -: in fondo entrambi, maschera e personaggio, sintetizzano il tema del crollo, della sconfitta», in uno spettacolo che vuole essere «una critica pratica», con «un uso politico del linguaggio» (per informazioni tel. allo 011/ 6822122). [m. s.]

Persone citate: Artaud, Marcido Marcidorjs, Nevio Gàmbula, Shakespeare

Luoghi citati: Moncalieri