GRANDISSIMO FINALE di Leonardo Osella
GRANDISSIMO FINALE STAGIONE RAI GRANDISSIMO FINALE Fruhbeck de Burgos e Sinopoli negli appuntamenti di chiusura ULTIMI fuochi per la stagione musicale1 Rai, ed è un vero sfavillio di meraviglie. Gli appuntamenti di chiusura prevedono sul podio del Lingotto due bacchette come Rafael Friihbeck de Burgos e Giuseppe Sinopoli. Friihbeck de Burgos.tornato a Torino dopo una lunga assenza con un concerto interamente dedicato a Richard Strauss, protrae la sua permanenza sotto la Mole proponendo (venerdì 21 alle ore 21 e sabato 22 alle ore 20,30) un programma con due autori, Isaac Albeniz e Igor Stravinskij. La presenza di Albeniz è un evidente omaggio dì Friihbeck alla sua terra, anche se è dì origini tedesche. E anzi l'omaggio va ben al dì là delle consuetudini. Infatti il brano in programma è la «Suite escanola» che, destinata al pianoforte, è stata elaborata per orchestra dallo stesso direttore. Cosi come avvenne per Modest Musorgskij (i «Quadri dì un'esposizione» trascrìtti da Ravel), la cura dì Friihbeck è stata quella di mostrare la potenzialità orchestrale che il pianismo di Albeniz racchiude: operazione rispettosa di una timbrica virtuale ricca di suggestione. L'altra pagina in programma, dì Stravinskij appunto, è il «Sacre du printemps», partitura rivoluzionaria che al suo comparire nel 1913 fu travolta da un fiasco solenne e da uno scandalo senza pari. Il senso dell'opera, che è un balletto, è quello della continuità biologica e spirituale della morte e della vita: la vittima sacrificale, morendo, rinnova il ciclo della natura. L'ambientazione primordiale si esplicita, come ha scrìtto da par suo Massimo Mila, in «un insieme dì scoppi, dì scricchiolii, di spaventosi fragori tellurici, come se la terra in doglie si spezzasse ed un cataclisma trascinasse interi blocchi», inframmezzati da «distensioni, radure dove lo spessore della materia ritmica, armonica e strumentale sì assottiglia e lascia emergere pallide, ondulanti melodìe». Ed è sempre Mila a sottolineare che il «Sacre» può essere annoverato come capostipite dì molte tra le cosiddette «musiche meccaniche», ispirate cioè a quel modernismo tecnico che ha rivoluzionato non soltanto la vita sociale ma anche la sonorità del mondo. Volendo sottilizzare, almeno a sentire l'opinione dissacrante di Richard Strauss, un'eco di civiltà industriale arriverebbe anche da quegli squarci del primo tempo della «Terza Sinfonìa» di Mahler in cui «par di vedere dei reggimenti dì lavoratori in corteo per la celebrazione del 1 ° maggio». Comunque sia, questa «Terza Sinfonia» di Mahler, che suggerisce una graduale ascesa dalla terra alle sfere superiori, verrà presentata, in serata unica, martedì 25 alle 21 (per la serie blu), sotto la direzione di Giuseppe Sinopoli. E' un altro robusto tassello che l'illustre direttore aggiunge al progetto di «integrale» pluriennale, iniziato alcune stagioni fa con «Das klagende Lied». Amplissimo sì presenta lo schieramento degli esecutori, con un'orchestra dilatata in tutte le sue sezioni, il Coro femminile dei Bamberger Symphoniker diretti da Rolf Beck, il Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio di Torino diretto da Claudio Marino Moretti. A tutti questi si unisce, nel quarto movimento, il contralto Petra Lang, che intona il «Canto di mezzanotte» di Friedrich Nietzsche: «O Uomo, sta' attento / Che cosa dice la profonda mezzanotte? / Dormivo e fui svegliato dal mio sogno / Quanto è profondo il mondo! / Più profondo dì quanto il mondo abbia pensato». Un testo che allude alle gioie del Paradiso, con le voci femminili e infantili, fa da ponte fra questo Lied e il lungo suggestivo Finale. Leonardo Osella
Luoghi citati: Torino
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