BARICCO di Alessandro Baricco

BARICCO BARICCO «City» e il prodigioso Gould solitudine del genio e del fallito CITY Alessandro Baricco Rizzoli pp.32l L 28.000 UI, Gould, è un ragazzino di tredici anni che, dopo essersi laureato in fisica teorica, viene conteso da tutte le università: come se non bastasse, ha la madre in una clinica psichiatrica e il padre generale che gli telefona appena da una lontana base militare. Insomma, la solitudine estrema del genio e del fallito. Lei, Shatzy Shell («Niente a che vedere con quello della benzina») è telefonista in una impresa editoriale che pubblica le cicliche avventure di un personaggio idolatrato dai lettori. Ha una famiglia disastrata alle spalle e finirà anche per fare la puttana. Sono le figure principali di City, l'ultimo romanzo di Alessandro Baricco. I due si incontrano, sul filo del telefono, quando Gould risponde minaccioso a un sondaggio sull'opportunità di sopprimere Marni Jane, madre del mitico eroe di carta. Va detto che Gould è ossessionato dal pensiero della «sua» madre, di quella donna che ha l'aria di essersi impoverita di cervello per lasciarne troppo a lui. E' così che Shatzy diventa una specie di governante del ragazzino, un'amica affettuosa che guarda con diffidenza e poi orrore al suo innaturale successo, al suo destino da Premio Nobel. Non ammette che Gould sia così solo da inventarsi la compagnia di due esseri inesistenti con i quali si identifica: il gigantesco Diesel e il muto Poomerang. Come due pulsioni, una possente e aggressiva, l'altra sacrificata e ntrosa, solidali e contraddittorie, alla fine paralizzanti. Questo lo diciamo noi, perché Baricco si limita a raccontare le sue improbabili creature, a farle cozzare contro la realtà ordinaria e concreta facendone affiorare spigoli e scintille: di pena e di humour. Perché avvertiamo via via che nella realtà abita l'assurdo più vero. E i due tendono a fuggirne con il ricorso all'immaginazione. Shatzy va componendo da anni, al registratore, un racconto western iperreale e stralunato, pieno di duelli che sembrano pareggiare secondo giustizia e dignità i conti con la vita. Gould si inventa, preferibilmente durante le soste in bagno, nel sottofondo dello sciacquone, appassionate, febbrili radiocronache che raccontano la combattuta ascesa del pugile Larry Gorman. I parti dell'immaginazione si prendono la maggior parte del romanzo e se la radiocronaca sportiva, tecnicamente ammirevole, appare qualche poco insistita, le pagine sul West, rivisitato con affascinata ironia - con l'iperbole degli anticlii racconti della frontiera - sono tra le più belle e cangianti scritte da Baricco. L'incessante, prolungato tuffo nell'irrealtà ci dà anche il significato ultimo del romanzo, con particolare evidenza per ciò che riguarda Gould. Infatti, come il suo campione avviato alla conquista del titolo mondiale, abbandona improvvisamente il ring, scompare nell'anonimato. Vince alla fine il sogno di restare «piccolo», il rifiuto di pagare il prezzo esorbitante del successo, la rinuncia vista come ingresso alla più autentica norma- pieno di duelli che sembrano pareggiare secondo giustizia e dignità i conti con la vita. Gould si inventa, preferibilmente durante le soste in bagno, nel sottofondo dello sciacquone, appassionate, febbrili radiocronache che raccontano la combattuta ascesa del pugile Larry Gorman. I parti dell'immaginazione si prendono la maggior parte del romanzo e se la radiocronaca sportiva, tecnicamente ammirevole, appare qualche poco insistita, le pagine sul West, rivisitato con affascinata ironia - con l'iperbole degli anticlii racconti della frontiera - sono tra le più belle e cangianti scritte da Baricco. L'incessante, prolungato tuffo nell'irrealtà ci dà anche il significato ultimo del romanzo, con particolare evidenza per ciò che riguarda Gould. Infatti, come il suo campione avviato alla conquista del titolo mondiale, abbandona improvvisamente il ring, scompare nell'anonimato. Vince alla fine il sogno di restare «piccolo», il rifiuto di pagare il prezzo esorbitante del successo, la rinuncia vista come ingresso alla più autentica norma- lità. La dicono lunga, a contrasto, le scene di ordinaria vita repressiva: quel padre sorpreso mentre, con feroce assillo, costringe la sua bambina a mangiare il riso alla cinese, servendosi delle bacchette; la lotta impari dei clienti con l'impiegato del fast-food che vuole imporgli il piatto promozionale, ipotizzando una revulsiva catena di vincite, un ingorgo di cibo. Scene icastiche, graffiami, dinanzi alle quali stingono gli squarci meno raccontati e per così dire teorici del romanzo. Per dire, la sofferta pedanteria del Professor Kilroy che incontriamo ogni volta a piangere e vomitare sul mondo che si trova attorno; che studia le «Ninfee» di Monet per sorprendere il tutto «in un istante di momentanea assenza», e avverte nella sofferenza «forse l'unica via capace di condurre al di là della superficie del reale». O ancora, il suo manuale sulla disonestà intellettuale, sulla disposizione a tradire, per pigrizia o materiale interesse, il mondo originario delle idee, le sfuggenti epifanie della verità (dove si può, volendo, rintracciare un abbozzo di poetica). Intorno a queste linee portanti, come accade solitamente in Baricco, si snodano tante microstorie, tanti percorsi che, per conservare una metafora cara all'autore, compongono una idea di città ideale, City appunto. La forza del romanzo sta, al suo meglio, oltreché nell'ammiccante impassibilità rappresentativa, nei dialoghi tutti pause, rimasticature e rimpalli, naturalissimi e insieme deliziosamente artificiosi, che fanno venire in mente una stagione della narrativa americana, quella che ha incantato la nostra giovinezza. Passione vera di una America d'antan, filtrata dalla scrittura e dalla celluloide: Hemingway che si prolunga nella deriva minimalista, il western, la boxe, Walt Disney... Insieme a tutto il resto - dalla smisurata passione per i quozienti di intelligenza a quella per gli hamburger - che il romanzo di Baricco non ci nasconde e da cui ci sentiamo, con crescente molestia e inquietudine, assediati. Lorenzo Mondo Un barnum dove si trova Hemingway che si prolunga nella deriva minimalista, il western, la boxe, Wall Disney, la passione per hamburger e quozienti d'intelligenza

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