Yehshm: famiglia e individuo, fra nevrosi e politica di Abraham Yehoshua

Yehshm: famiglia e individuo, fra nevrosi e politica DALLA PRIMA PAGINA Yehshm: famiglia e individuo, fra nevrosi e politica politico e sociale, fa di essa un rifugio dalla problematica sociale, per non dire un suo surrogato. Non intendo certo negare l'enorme importanza del ruolo dei meccanismi familiari, dei legami, dei sottili messaggi, nascosti e inconsci, che determinano il destino dell'individuo. La grande responsabilità morale dei genitori è venuta affermandosi, nel corso degli ultimi anni, quale elemento determinante nella crescita dei figli, non necessariamente nei casi estremi di violenza sessuale, comportamento discriminatorio o dispotico. Ritengo che questi elementi possano svolgere un ruolo fondamentale anche in quei processi inconsci che determinano le ideologie nazionali e le decisioni politiche che influenzano la vita di intere popolazioni. Consentitemi di fare un esempio semplice ma chiarificatore. La terribile guerra in Serbia è ora al culmine. Al centro di questi eventi troviamo la personalità estremamente problematica del leader serbo Mitoso vi c, i cui genitori si sono suicidati entrambi quando lui era bam¬ bino. Questo fatto sembra voler attirare in ogni modo l'attenzione di uno scrittore, serbo o meno, che sappia creare un nesso chiaro e affascinante tra la storia di un bambino i cui genitori si sono suicidati e quella di un leader e della sua società, che sta compiendo uno sforzo collettivo per ricreare un atto di suicidio nazionale. Mi sia consentito di rifarmi a una delle mie opere, dal titolo lì Signor Mani scritta alla fine degli Anni Ottanta. In questo romanzo ho cercato di chiarire una serie di questioni fondamentali nella stona ebrea a sionista degli ultimi conlotta « ta anni, soffermandomi su alcune svolte di enorme portata storica. Ad esempio la guerra in Libano, l'occupazione britannica della Palestina nel 1917, il risve- §lio della cultura sionista alla fine el diciannovesimo secolo, e la Primavera delle Nazioni nel 1848. Per ognuna di queste importantissime svolte, ho cercato di identificare le strade che sono state imboccate, paragonandole a quelle che sono rimaste inesplorate. Tutto questo attraverso la storia di una famiglia orientale sefardita, originaria di Salonicco, che a quell'epoca faceva parte dell'Impero Ottomano. La combinazione della descrizione di un lungo periodo della vita di una famiglia con la storia nazionale e sociale mi sembra particolarmente azzeccata. Tuttavia, in questo romanzo, ho cercato di fare del subconscio di questa famiglia il subconscio della società va cui la famiglia è inserita. Usando una tecnica in base alla quale ogni membro della famiglia viene descritto da un estraneo, suggerisco al lettore, di integrare il subconscio multigenerazionale di una famiglia, svelato da diverse testimonianze, col subconscio collettivo e storico delle ideologie e dei comportamenti del popolo ebreo attraverso epoche diverse. Scegliendo uno stile di scrittura indiretto, avvalendomi di dialoghi (dai quali il lettore deduce solo un aspetto della storia) che isolano la storia di ogni singola generazione, ho trasformato il subconscio intergenerazionale, che copre circa duecento anni, in un concetto valido su cui imperniare l'analisi storica, del percorso ideologico e sociale di un'intera nazione. La società diviene sempre più complessa, da un lato per l'affermarsi di un'individualità sempre più netta, dall'altro per l'accresciuta interdipendenza delle nazioni. I sociologi, gli storici, gli scienziati politici, i commentatori dei mass media, affinano continuamente i loro strumenti di ricerca per dimostrarci le innovazioni nell'evoluzione sociale. E' inconcepibile che gli esponenti della letteratura possano continuare a rifiutare il loro contributo a questo importantissimo processo. E' inconcepibile che si limitino al mondo dell'individuo e della famiglia, per alimentare la fiamma di strane e meravigliose nevrosi attraverso segreti misteriosi, e così facendo, mettano fine ad una lunga e apprezzata tradizione che fa della storia familiare un importante concetto politico e sociale. Abraham Yehoshua (traduzione di Beatrice Bellini)

Persone citate: Beatrice Bellini

Luoghi citati: Impero Ottomano, Libano, Palestina, Salonicco, Serbia