L'effetto carillon del genio Cascioli di Giangiorgio Satragni

L'effetto carillon del genio Cascioli LA RECENSIONE! Beethoven al Teatro Regio di Torino L'effetto carillon del genio Cascioli Giangiorgio Satragni TORINO La stagione di concerti del Teatro Regio, sabato con Heinz Fricke sul podio, ha offerto la possibilità di ascoltare la trascrizione che Beethoven fece del Concerto per violino e orchestra op. 61, adattando la parte del solista al pianoforte, al quale sedeva Gianluca Cascioli, neppure vent'anni e un talento fuori dal comune, unito a un'intelligenza prodigiosa. Alla verifica dell'ascolto il trasferimento di Beethoven si conferma riuscito per metà: il ricalco pressoché identico della parte violinistica alla mano destra, con figure di accompagnamento alla sinistra, risulta scarno per la tastiera. Il discorso melodico, puro come nell'originale per violino, è concentrato nella zona acuta, trasferendo al pianoforte quel diffuso tono lirico: Cascioli giustamente l'ha sfruttato al massimo, con mano leggerissima ed effetti carillon. Ma non appena il Beethoven pianista torna se stesso, ovvero nelle cadenze scritte appositamente per lo strumento a tastiera, Cascioli si trasforma e ci si butta sopra tutto preso dal sacro fuoco dell'arte. Nella prima, più ampia e con l'intervento dei timpani (rimbombanti), il temperamento di Cascioli si manifestava con prepotenza anche nel- II pianistGianlucIl piaventrapdalla mFricke in Bru torinese Cascioli nista enne ito musica ncerto ckner l'estremizzare il piano e il forte. Ma la cosa che più colpisce di lui è la trance in cui sembra cadere, il rapimemto che in questi momenti lo fa vivere solo nella musica. Fricke ha poi diretto la Quarta Sinfonia di Bruckner, che l'orchestra suonava per la prima volta e che forse non vorrà più suonare, visto lo sfinimento dei musicisti. L'esito tuttavia è stato buono, a parte alcuni incidenti qua e là e il calo della concentrazione nel Finale. Fricke è il tipico Kapellmeister germanico, dal gesto squadrato e dal suono massiccio (troppo): conosce bene la Romantica e sa enuclearne i momenti fondamentali, tanto negli squilli di fanfare quanto nei lati pastorali. L'insieme era dunque ben garantito, accanto alla chiarezza delle parti: ma nell'orgia sonora del finale non si distingueva il tema fondamentale della sinfonia. Il pubblico (purtroppo la sala non era piena), ha seguito con attenzione l'esecuzione, ma con alcuni crolli: e non gli si può dare torto, perché, fra le interpretazioni ascoltate della Romantica, questa ci è parsa la più greve, la meno felice. Il successo, comunque, è stato caloroso. La rubrica «Dischi» è rimandata l>er mancanza di spazio Il pianista ventenne rapito dalla musica Fricke incerto in Bruckner II pianista torinese Gianluca Cascioli

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