Nuovi cineasti, ma poco emergenti di Alessandra Levantesi

Nuovi cineasti, ma poco emergenti Le rassegne minori confermano la crisi degli indipendenti americani Nuovi cineasti, ma poco emergenti Nessuna pellicola è riuscita a diventare un caso Alessandra Levantesi CANNES Anche se le cifre sono trionfalistiche - si parla di un dieci per cento di spettatori in più dell'edizione '98 con sale spesso esaurite - i programmi della «Quinzaine» e della rivale «Un Certain Regard» segnalano un momento di stallo sul fronte dei cineasti emergenti. Le prime avvisaglie si sono sentite il gennaio scorso, quando i giornali nelle cronache dal Sundance avevano sottolineato la crisi del cinema indipendente americano; e la riprova l'abbiamo avuta qui sulla Croisette dove di solito c'è una grossa presenza proprio di film che rimbalzano dal festival di tendenza di Robert Redford. A primeggiare sono state le opere di due autori già consacrati, «Il caso Winslow» di David Mamet e «Summer of Sam» di Spike Lee. E' stilizzato e levigato, però senza un moto di vita «Fever» dell'esordiente Alex Winter; va un po' di qua e di là, incerto fra commedia e dramma, «Le vergini suicide» della debuttante Sofia Coppola rampolla di Francis; ed è apparsa bozzettistica l'irlandesità di «Agnes Browne» firmato da Anjelica Huston. Se poi passiamo a considerare la produzione di altri Paesi le cose non migliorano: c'era un gran numero di opere provenienti dall'Estremo Oriente, che pur non prive di interesse sono sembrate troppo esili o troppo manieristiche. Intendiamoci, il livello medio era discreto, si sono viste parecchie pellicole non male, però nessuna che sia di¬ ventata il «caso» della Croisette, il film da non mancare assolutamente. Con l'eccezione dell'anglo-pakistano «East is East», che ha conquistato le simpatie generali, nell'ampia selezione (tra Regard e Quinzaine quasi una cinquantina di titoli) ogni festivaliero si è ritagliato un personale palmarès: qualcuno (tra cui la giuria del Regard presieduta dall'attore Lambert Wilson) ha trovato delizioso l'anglo-bosniaco «Beautiful People» da altri liquidato come un con centrato di luoghi comuni; magari per consolarsi delle delusio ni del concorso i francesi si sono mostrati entusiasti del proprio cinema in programma nelle sezioni parallele, da «Le bleu des villes» di Stephane Brizé a «Haut les coeurs!» di Solvei^ Ansparli; e noi italiani non ci possiamo lamentare perché abbiamo potuto contare sulla pre senza di due film insoliti e intriganti come «Garage Clini po» ai Marco Bechis e «Harem suaré» di Ferzan Ozpetek. Il regista Spike Lee ha presentato «Summer of Sam», il suo primo film con un cast tutto di attori bianchi

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