Rau presidente della convivenza

Rau presidente della convivenza Germania, l'ottavo capo dello Stato federale eletto al secondo scrutinio Rau presidente della convivenza «Rappresenterò chiunque viva e lavori anche senza il passaporto tedesco» Emanuele Novazlo corrispondente da BONN «Sarò il Presidente di tutti i tedeschi, anche degli stranieri senza passaporto che vivono e lavorano in Germania»: il primo saluto al Paese di Johannes Rau, 68 anni, eletto ieri al Rcichstag di Berlino ottavo Presidente federale con i voti di socialdemocratici, Verdi e qualche liberale, è insieme un invito a superare le divisioni di schieramento che ne hanno preceduto l'elezione; un appello a sciogliere le prevenzioni reciproche, e tenaci, che a nove anni dall'unificazione ancora dividono tedeschi dell'Est e dell'Ovest. E una promessa di mobilitazione contro pregiudizi e diffidenze, anche questi radicati, nei confronti di chi è straniero: se un segnale è sufficiente per anticipare un mandato, i cinque anni del secondo presidente socialdemocratico dopo Gustav Heinemann saranno all'insegna della convivenza civile, piuttosto che all'insegna della patria. C'è voluto il secondo scrutinio, perché nel cinquantesimo anniversario della Costituzione federale Johannes Rau fosse eletto ieri presidente con 690 voti su 1338, 20 in più della maggioranza assoluta necessaria nei primi due turni: nel primo scrutinio, al candidato di Spd e Verdi erano mancati 13 voti. Il candidato della Cdu, Uncinar Schipanski, una scienzata turingia senza tessera di partito scelta per il potenziale simbolico della sua doppia marginalità - orientale e donna - ha ottenuto 572 voti; quello dei post comunisti della Pds, Uta Ranke-Heinemann, figlia dell'ex presidente Heinemann e candidata «all'insegna della pace» in polemica con tutti gli altri schieramenti, ne ha ottenuti 62, qualcuno in più di quelli a disposizione al partito erede della Sed di Honecker. Decisivo per l'elezione di Rau - per vent'anni presidente del Nord Reno Vestfalia e padrone indiscusso dell'Spd in quel Land - è stato il partito liberale, che al primo turno aveva votato per la signora Schipanski, ma che nello scrutinio -successivo ha garantito libertà di scelta ai propri rappresentanti. Fino all'ultimo, sul suo nome non c'era stata unanimità fra i Verdi: l'ala pacifista aveva minacciato di non votarlo in polemica con le «scelte guerrafondaie» del governo Schroeder, contrario a una tregua senza condizioni in Jugoslavia. Il malumore è poi rientrato, anche se l'eterogenità dell'Assemblea elettorale non consente un esame del tutto preciso del voto: il «Blinde sversammlung» è composto per metà dai 669 deputati del Bundestag e per metà dai delegati scelti dalle regioni, che spesso nominano anche personalità del mondo dello spettacolo e dello sport (fra gli altri, quest'anno, uno degli allenatori di calcio più popolari, Otto Rehhagel del Keiserlautern). Anche se secondo la Costituzione il Presidente federale ha poteri cerimoniali ed e privo di forti valenze politiche, soprattutto gli ultimi due predecessori di Rau - Richard von Weiszaecker e Roman Herzog hanno saputo coquistarsi un'autorità morale e civile che ha messo più d'un volta in imbarazzo i partiti. In un periodo di forte assestamento sociale, sarà questo tratto a decidere il successo del suo mandato. Il nuovo presidente tedesco, Johannes Rau (a destra nella foto con II Cancelliere Gerhard Schroeder) è stato eletto Ieri al Reichstag di Berlino con I voti della Spd, dei Verdi e di qualche liberale

Luoghi citati: Berlino, Bonn, Germania, Jugoslavia