Belgrado scopre «l'arte di arrangiarsi» di Giuseppe Zaccaria

Belgrado scopre «l'arte di arrangiarsi» Gli aerei Nato continuano a martellare le centrali, crescono i disagi per la popolazione Belgrado scopre «l'arte di arrangiarsi» Come vivere senz'acqua né luce Giuseppe Zaccaria inviato a BELGRADO ^ ? Manuale di sopravvivenza alle scorrerìe dei cattivi, coloro che fino a ieri erano i modelli e oggi impediscono la stessa vita che si erano sforzati di propagandare. E' un manuale di guerra, non ancora stampato ma già molto diffuso nell'unica vera capitale dei Balcani attraverso confidenze, consigli dei giornali, ricordi della nonna ed esperienze dirette di due mesi di privazioni. Oggi a Belgrado piove, e la gente accoglie il maltempo come una benedizione. Forse servirà a limitare le incursioni della Nato ma soprattutto contribuisce a rifornire i serbatoi di una città a secco. Dopo sessanta, in qualche caso ottanta ore di «black-out», soprattutto nella zona di Novi Beograd la capitale offre scorci vagamente napoletani: moltissima case sono senz'acqua e dalle finestre di grattacieli senza balconi si vedono sporgere bizzarri sostegni che reggono secchi, bacinelle e ogni sortii di contenitori. Negli ultimi quindici giorni la guerra - la guerra che la gente subisce - ha fatto un salto, dal lontano Kosovo si è allargata alla capitale. Profeticamente, l'altro ieri «Borba» (giornale di solito ben poco illuminato) ricordava nella pagina delle rubriche che «secondo l'esperienza di madri e nonne, l'acqua piovana è ottima per la pelle e la pulizia dei capelli». Domani forse le signore di Belgrado sfoggeranno acconciature più luminose, compensando in tal modo un non del tutto esecrabile diradarsi dei rossetti. Nel frattempo l'acqua piovana servirà per lavarsi e ripulire un po' le case. La radio raccomanda di non berla, l'inquinamento causato dagli ultimi bombardamenti degli impianti chimici potrebbe creare qualche problema. E poi, senza energia, di far bollire 1 acqua piovana non si parla neppure. Qualche anno fa un libro di Don Delillo, minimalista americano (s'intitolava «Rumore Bianco») dedicava molte pagine a ipo- tizzare come sarebbe stata l'esistenza di noi occidentali se qualcuno ci avesse privati di risorse che neppure ricordiamo di possedere. In breve la tesi era questa: noi viviamo di energia e, interruttori a parte, non sappiamo maneggiarla. Mettiano i cibi in frigo e non sapremmo come ripararlo. Viaggiamo a bordo di auto che senza i meccanici non potremmo mai sistemare, e cosi via. Bene, nella Belgrado di oggi il signor Delillo avrebbe materiale per un secondo e più ricco volume. In due mesi questa capitale d'Occidente è passata da un'impoverita imitazione della nostra esistenza ad una fusione pres¬ acieli inelle angiare uasti soché inedita fra grattacieli e campagne, arcaismi e civilizzazione, coi primi che reggono la seconda e quest'ultima che giustifica - direi, quasi nobilita - il ricorso a certe forme di sopravvivenza. Ieri, per esempio, nonostante la pioggia mezza città pranzava ali aperto. Sotto ombrelloni, teli di plastica, tettoie, s'industriava di risolvere una doppia emergenza. «Nema struje» -niente energia elettrica - significa niente cucina ma anche niente frigoriferi. In famiglie che da due mesi facevano incetta di roba da mangiare questo è diventato un problema nel problema. Le carni ammassate nei frigoriferi stavano per andare a male, e allora questa piovosa domenica è diventata occasione per inviti, incontri, pranzi familiari o di condominio improvvisati sui marciapiedi con «barbecues» d'emergenza. Un po' di legna, qualche manciata di carbone e via, in riunioni un po' dissipatone com'è nel carattere dei serbi. Per il futuro, questo genere di «barbecues» è destinato a progredire, tanto duro appare il futuro della Jugoslavia sotto il profilo energetico. Le centrali di produzione e quelle distributive continuano ad essere colpite, ormai non è più questione di grafite ma di pura sopravvivenza. Un giorno, il modo in cui questa gente si ostina a condurre una vita normale diventerà oggetto di saggi straordinari. Le previsioni del tempo dicono che fra pochi giorni scoppierà l'estate, e da anni il serbo metropolitano non seguiva la meteorologia con tanta attenzione. Mancano le medicine, e questo si sapeva, ma se dai un'occhiata ai giornali scoprì che dietro i soliti strombazzamenti patriottici la parte riguardante la vita comincia a prendere sempre più spazio (a proposito: le vendite dei quotidiani sono in forte aumento). Non ci sono antibiotici? Gli esperti consigliano: «Mangiate carote, bieta, rafano, olive, zucchero, cipolle e molto, molto aglio». Nonostante i suggerimenti dietetici sembra che un certo genere d'incontri sia in aumento, ed oltre che alla sconfitta militare la Serbia stia andando incon- tre ad un «baby-boom» che solo fino a due mesi fa era inimmaginabile. Si moltiplicano i suggerimenti sulla cucina di guerra. Il piatto del giorno, secondo «Glas», dovrebbe consistere nella «Sorpresa di zucchine» («Iznenadjenje od tikvica») che prevede l'Ortaggio ini crudi ci? a, rafano, e e aglio» crudo imbottito di prosciutto, formaggio piccante, rafano e quant'altro possa far dimenticare il gusto originario. I serbi sono notoriamente tradizionalisti, e pare che questo genere di sorprese non sia destinato al successo. Le guerre, si sa, creano anche dei ricchi: oltre che ad interpreti ed autisti pare stia accadendo ai cinesi, che come da noi vendono per strada ogni genere di cose. Fra l'altro una bomboletta di gas da campeggio che si chiama «Primus», occhiali di plastica con alle estremità due faretti alimentati a pile ed una lampada il cui stoppino si alimenta con residui di paraffina. Vanno a ruba. Ed anche il grande fervore religioso, del tutto comprensibile in tempi calamitosi, sta rivelando un risvolto inedito. I fedeli in chiesa portano via le candele. Dalle finestre dei grattacieli sporgono secchi e bacinelle Tanti barbecues per mangiare la carne prima che si guasti Ricette a base di zucchini crudi Sono finiti gli antibiotici? «Mangiate carote, bieta, rafano, olive, zucchero, cipolle e aglio» Serbi in fila per comprare olio e zucchero nella cittadina di Kragujevac presso Belgrado (FOTOAP) Civili belgradesi cercano un improbabile rifugio dai bombardamenti Nato in uno scantinato

Persone citate: Delillo, Don Delillo, Glas, Primus