«Talpe? A noi non servivano» di Giovanni Bianconi

«Talpe? A noi non servivano» «Talpe? A noi non servivano» Gli exBr. avevamo i nostri archivi retroscena Giovanni Bianconi ROMA SI dice che sia stata una «talpa» a indicare alle nuove Brigate rosse il «bersaglio» Massimo D'Antona, e a scrivere almeno una parte di quel documento di rivendicazione che assomiglia tanto a una delle Risoluzioni Strategiche di cui sono pieni gli anni di piombo. Ma gli investigatori che cercano gli assassini del professore, gli stessi che si occupano di terrorismo da quattro o cinque lustri, non danno gran peso a questa ipotesi. Perché - spiegano - la storia delle Br e delle altre sigle del terrore rosso e nero, ò costellata di obiettivi di seconda linea scelti, colpiti e spiegati nei minimi dettagli senza l'aiuto di «monti» esterne, A foraggiare i brigatisti di informazioni utili, sono sempre stati giornali e riviste specializzate, letti e studiati con cura, «I nostri archivi - dico.un ox-Br della "colonna romana" ai tempi del sequestro Moro - orano fatti per lo più da ritagli stampa». Un esempio, peraltro molto vicino a ciò che è successo giovedì scorso in via Salaria: il ferimento del professor Antonio Da Empoli, consigliera economico di Bettino Crani a Palazzo Chigi, «gambizzato» il 21 febbraio '86 dall'Unione dei comunisti combattenti, nata da una scissione interna alle Brigate rosse. Ecco che cosa ha detto ai magistrati, a proposito di questo e di altri (itt.ciil.ati, un futuro «pentito» di quell'organizzazione, Claudio Nasti: «Durante gli ultimi giorni di gennaio,., mi fu comunicato che si era deciso di abbandonare l'inchiesta su Pedone (altro consigliere economico di Craxi, ndr) in quanto era stato individuato un altro obiettivo inerente al dibattito sulla finanziaria hi corso. Si trattava di Antonio Da Empoli, rintracciato attraverso un articolo piuttosto breve sul "Mondo"...». E sul professor Antonio Pedone, lo stosso «pentito» racconta che una compagna gli spiegò come fare l'inchiesta: «Mi parlo del personaggio da seguire... Mi mostrò una sua fotografia tratta dal giornale "il Mondo", che insieme a "Espansione" seppi essere in seguito una gros&'i fonte di informazioni da questo punto divista». All'individuazione seguono, naturalmente, settimane di appostamenti e pedinamenti, per studiare movimenti e abitudini della vittima. Ma per questo servono le tecniche «d'inchiesta» tramandate da compagno a compagno e non certo le «talpe», come spiega lo stesso pentito. Oggi alcuni exappartenenti alle Ucc sono proprio fra coloro che gli uomini dell'Antiterrorismo stanno tenendo sotto osservazione, nel tentativo di risalire agli assassini di D'Antona. «Rispetto a noi - aggiunge l'exBr della colonna romana -, i terroristi di adesso hanno un grande vantaggio: non hanno più bisogno dileggerò e ritagliare i giornali, gli basta navigare su Internet, dóve si trova tutto», In effetti, anche sul conto di D'Antona si possono rintracciare molte informazioni sulla rete telematica. Entrando nel sito del ministero del Lavoro, ad esempio, comparo il comunicato col quale il 25 febbraio '99 veniva annunciata la costituzione del «Comitato consultivo permanente sulla legislazione del lavoro», istituito per «accompagnare il processo di delegificazione e semplificazione normativa in materia di legislazione sociale e del lavoro», eccetera eccetera. Sempre lì è scrìtto che «il ministro ha nominato il vice-presidente del Comitato, che sarà il prof. Massimo D'Antona...». La stessa nomina del professore come «consigliere giurìdico e per i rapporti con le parti sociali» del ministro Bassolino era stata inserita su Internet, a novembre. E ancora lì, un mese dopo, si poteva trovare il testo integrale e completo di sei allegati del «Patto per lo sviluppomo l'occupazione», plurìcitato nel documento di rivendicazione dell'omicidio. In un altro sito, quello dolio rappresentanze sindacali di base, si possono leggero molti scritti del professor D'Antona. Tutto questo, naturalmente, non significa escludere a priori «talpe» e informatori dalle stanze frequentate da D'Antona! - al ministero, nel sindacato, all'università -, ma semplicemente ricordare che per arrivare a certi obiettivi quello non è un elemento indispensabile, Uno degli investigatori più esperti di inchieste sul terrorismo rosso ricorda le polemiche successive all'omicidio di Roberto Ruffilli: «Anche allora si parlò di talpe e suggeritori, ma poi le indagini hanno dimostrato che tutto è stato ordito ed eseguito solo dai brigatisti, tutti cattu¬ rati poco tempo dopo», Sui giornali dell'epoca si possono ancora leggere le dichiarazioni di Bettino Craxi a proposito del volantino di rivendicazione di quell'attentato: «C'è uno che scrive e che indica obiettivi precisi, sofisticati, con una conoscenza del mondo politico dalle vicinanze del palazzo, come se avesse una finestra sul cortile...», In undici anni non è venuto fuori niente di tutto questo, mentre nel frattempo altri terroristi venivano arrestati mentre svolgevano le loro «inchieste» su altri obiettivi minori. I carabinieri eredi del generale Dalla Chiesa presero un paio di militanti doll'Ucc mentre «studiavano» lo stabilimento tipografico del futuro presidente della Confindustria Luigi Abete, e altri nei pressi dell'abitazione di un ambasciatore, che pure volevano colpire. Quanto alle informazioni necessarie ad individuare e illustrare nel volantino di rivendicazione la figura del generale dell'Aeronautica Licio Giorgieri - il direttore generale delle costruzioni e delle armi aerospaziali, ucciso a Roma nel marzo del 1987 «per le responsabilità da lui esercitate in seguito all'adesione italiana al progetto "guerre stellari"» -, vennero da riviste specializzate sulla difesa e gli apparati militari. Consultate dove? Negli archivi della Biblioteca nazionale. anmet *»»• trite procuri ni o»o»wt>» putta, lumunnat • nogacaM. un credulo cw oos» «i «Cric** cen r eaiiono 81 Campi a*. 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