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Per errore Per errore Caserma dellVck colpita al confine BRUXELLES. La Nato ha ammesso ieri un nuovo errore: tre giorni fa ha bombardato in Kosovo una caserma alla frontiera con l'Albania che era stata già strappata ai serbi dall'Uck, l'esercito di liberazione del Kosovo. Ma i portavoce dell'Uck difendono la Nato e dicono: «Sono stati i Mig serbi a bombardarci». «La Nato - ha detto il portavoce Jamie Shea - ha colpito un posto di frontiera che fino a poco fa era nelle mani dell'esercito jugoslavo, ma che pare sia stato successivamente conquistato dall'Uck». Si tratta del posto di frontiera di Kosare a una decina di chilometri circa dalla frontiera con l'Albania. «Certo - ha ammesso Shea - non sapevamo che fosse stato preso dall'Uck». Secondo fonti giornalistiche la caserma di Kosare è stata ripresa dall'Uck poco dopo l'inizio di aprile ed è stata visitata da numerosi giornalisti e teleoperatori occidentali. Ma la Nato non ne era al corrente. «Non pretendo di avere ogni minimo dettaglio su questo incidente ha detto Shea - ma posso dire che l'obiettivo è stato colpito partendo dal presupposto che fosse ancora nelle mani dell'esercito serbo e che poi è stato invece preso dall'Uck». Di questo episodio di «fuoco amico» le fonti della Nato non hanno voluto fornire bilanci sulle vittime limitandosi a dire che i morti dovrebbero essere non più di sette. Tra gli «errori» della Nato non si può invece includere il carcere di Istok, colpito due volte in poche ore causando un numero ancora imprecisato di vittime. «Si trattava di un obiettivo militare», ha spiegato il portavoce mostrando le foto della grande caserma dell'esercito e della polizia serba che comprendeva un carcere «da tempo inutilizzato». Ma nella mattinata di venerdì un gruppo di giornalisti stranieri aveva potuto visitare il carcere subito dopo la prima ondata di attacchi alleati, che era cominciata verso le 8,30. Durante i bombardamenti all'interno del recinto del penitenziario, circondato da un muro dell'altezza di quattro metri circa, sono caduti una quindicina di proiettili. I giornalisti hanno contato nove corpi. La nuova ondata, che avrebbe causato altre vittime, è cominciata mentre gli inviati lasciavano il penitenziario, che ospita un migliaio di detenuti. Secondo l'inviato della Efe, nella zona non era visibile alcun obiettivo militare o di polizia [Ansa]
Persone citate: Jamie Shea
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