Gli inaccettabili silenzi della Nato di Lorenzo Mondo

Gli inaccettabili silenzi della Nato Gli inaccettabili silenzi della Nato Lorenzo Mondo MASSIMO D'Alema ha presentato al segretario della Nato la sua proposta di tregua per la guerra in Kosovo nel brontolio di un'altra piccola guerra: quella delle popolazioni rivierasche contro le bombe sganciate dagli aerei alleati nell'Adriatico. Nella partita maggiore il presidente del Consiglio ha avuto il merito di apprezzare, per quanto ambigua e complicata risulti la sua formula, le esigenze di russi e cinesi: che potrebbero esprimersi favorevolmente al Consiglio di Sicurezza dell'Orni sui punti delineati dal G8 soltanto con la sospensione dei bombardamenti sulla Jugoslavia. Peccato che non abbia convinto gli alleati che sembra si siano limitati ad ascoltarlo «con rispetto». Mentre Clinton, con l'autorità, e il protagonismo disinibito, che gli derivano dal sostenere il peso maggiore della guerra, continua a tuonare sulla linea dell'inflessibilità. Ora, non è questione di defilarsi dagli impegni sottoscritti e certo salvare la faccia di Mosca e Pechino non è la stessa cosa che salvarla a Milosevic. Pena la totale inutilità di tanti morti e distruzioni. Resta il fatto che riaffiora con ricorrenti scricchiolii l'assenza, dimostrata fin dall'origine di questa sciagurata vicenda, di una univoca, compatta posizione europea. Come rivela del resto la diffusa ostilità tra i partners a una eventuale campagna via terra. E' un tema di fondo, che dovrà imporsi con urgenza quando finirà la guerra balcanica. L'alleanza fondante con gli Stati Uniti, lo scudo rappresentato dall'alleanza atlantica in un mondo che torna a farsi convulso e violento, non può ridursi a mortificanti, autopunitive deleghe in bianco alla miperpotenza. Intanto D'Alema è stato ascoltato con rispetto, ed è un passo avanti se pensiamo alla vicenda adriatica. Dal Veneto alla Romagna, dalle Marche alla Puglia, già penalizzata dagli sbarchi clandestini, montano la preoccupazione e la protesta. Si teme che sia compromesso il turismo e soprattutto la pesca, si prospettano i rischi a lunga durata di un inquinamento prodotto da ordigni di incerta composizione chimica. Sono atteggiamenti comprensibili ma che non hanno di per sé una forza dissuasiva. Si sa che le catastrofi storiche, più o meno ineluttabili, fanno male, lasciano strascichi dolorosi in un raggio larghissimo, ben al di là deuepicentro infuocato. Vale tuttavia l'osservazione che soltanto l'esplosione a bordo di un peschereccio chioggiotto ci ha informati che, durante il rientro nelle basi italiane, gli aerei alleati vanno trasformando l'Adriatico in una inedita pattumiera. Nessuno si era sentito in dovere di mettere sull'avviso il governo italiano. E' una mancanza di riguardo moralmente e politicamente inaccettabile. Adesso - ha detto D'Alema abbozzando sappiamo che 144 bombe giacciono sui fondali (compresi sette ordigni a grappolo potenzialmente pericolosi). Dalla Nato ci forniranno in futuro le somme di questa pratica inevitabile e ci aiuteranno anche a sminare i fondali. Adesso sappiamo. Ma dovremo in futuro, tutti quanti in Europa, saperne per tempo e di più, in un rapporto di lealtà assoluta, di responsabilità condivisa. La famiglia europea sarà tanto più unita e forte se nessuno, certo, farà disinvolti giri di valzer, ma non sarà nemmeno costretto alla parte del parente povero, rabbonito con pacche sulle spalle e parole di formale cortesia. malej

Persone citate: Clinton, D'alema, Milosevic

Luoghi citati: Europa, Jugoslavia, Kosovo, Marche, Mosca, Pechino, Puglia, Romagna, Stati Uniti, Veneto