Pescherecci, assalto a Venezia

Pescherecci, assalto a Venezia Domani una delegazione a Palazzo Chigi. Trovati altri ordigni nelle Marche e in Puglia Pescherecci, assalto a Venezia L'ira per le bombe in mare: bloccati i canali Mario Lolio corrlBpondflnte da VENEZIA Con una strategia d'arrembaggio ultracollaudata, 80 pescherecci della flotta di Chioggia e delle altre marinerìe veneziane hanno dato l'assalto al bacino di San Marco, proprio davanti al Palazzo Ducale, alla basilica, alla Torre dei Morì. Tempi neri, anzi, nerìssimi, per loro, queste ultime settimane: prima le bombe a grappolo scaricale in mare da aerei della Nato e impigliate nelle reti, una esplosa in mano a tre pescatori; poi il sequestro delle attrezzature per la raccolta delle vongole, risultante dell'annosa sfida tra gli esasperati pescatori che troppo si avvicinano ai bassi fondali della Laguna e un pretore che dei sigilli a tutto spiano ha fatto la propria bandiera. Cosi, ieri, «arrembaggio» simbolico alle istituzioni, prefettura e Capitaneria di porto, che si affacciano lungo il Canal Grande; nonché, indirettamente, agli uffici giudiziari che risiedono in piazza San Marco. I pescherecci sono cominciati ad arrivare poco dopo le 16,30 per dar vita alla manifestazione di protesta decisa in mattinata dopo giorni e giorni di incertezze sul problema delle bombe sganciate in Adriatico. Sono arrivati ad alta velocità dalla Bocca di porto del Lido e si sono ammassati nel canale della Giudecca. Una delegazione di pescatori si è poi recata in prefettura per un incontro con il commissario di governo e con i comandanti delle ue capitanerie di porto. E qui è arrivata la notizia tanto attesa: il presidente del Consiglio Massimo D'Alema, o quanto meno il suo braccio destro Marco Minniti, domani riceverà la stessa delegazione a Roma. Intanto, sono state definite le porzioni di acque territoriali in cui è vietata la pesca a strascico cosi come quelle intemazionali in cui vi è l'avviso di pericolosità. Non si può pescare in un corridoio largo 2 miglia che collega Caorle alla «discarica» Nato e m un'altra zona attigua per un totale di 250 miglia quadrate. E que- sto, sottolineano i pescatori, proprio nel momento migliore per la pesca. Cosa per cui hanno già avanzato una pretesa di risarcimento miliardario dallo Stato. La Nato ha, peraltro, assicurato che l'area al largo di Chioggia non verrà più utilizzata per il rilascio di bombe. Arriveranno, intanto, altri due caccia mine con il mandato di bonificare le aree in acque territo¬ riali. Quanto ai cacciamine già in azione, è stato annunciato che essi hanno individuato quattro dei sette cluster dichiarati dalla Nato integri, più un involucro aperto con qualche bomblet residua. Ma le iniziative di protesta potrebbero allargarsi al resto d'Italia, dopo che quattro ordigni sono stati trovati anche nelle acque di Porto San Giorgio, nelle Mar¬ che, in una zona che si fa pericolosa perché densa di raffinerie e piattaforme di estrazione del metano. I quattro ordigni hanno forma cilindrica, dimensioni di 50 centimetri di lunghezza per 15 di diametro e sono di colore scuro, più grandi delle «cluster bombs» e quasi sicuramente armati. Li ha scoperti un sub sul fondale. Vengono mantenuti sott'acqua e la zona circostante è stata tran¬ sennata per motivi di sicurezza. L'area di fronte alla costa ascolana non è al momento classificata fra i siti per il rilascio di materiale da parte degli aerei Nato in difficoltà, ma gli ordigni potrebbero essere stati pescati ovunque e poi abbandonati in quel punto; così come è avvenuto giovedì scorso ad Ancona con altri tre pezzi, fra cui un segnalatore al fosforo. La protesta si potrebbe estendere a tutti i porti d'Italia, minaccia Massimo Coccia, presidente nazionale della Federcoopesca. «In questo momento siamo davanti alle prefetture e stiamo attendendo notizie - dice ma il problema è che da domanianche tutta la Puglia si ferma, quindi la situazione rischia di diventare esplosiva». Le notizie riferite ieri mattina, in base alle quali sarebbe molto ampia la zona fra Rimini e Ancora dove sono state rilasciate le bombe, a giudizio del presidente della Federcoopesca «stanno creando tensione lungo tutta la costa adriatica. Se il governo non mette in piedi subito il coordinamento che abbiamo chiesto, diventa veramente difficile tenere a bada la situazione». I pescherecci di Chioggia nel bacino di San Marco per protestare contro le bombe Nato in Adriatico «Ora disponiamo delle mappe Nato sull'area usata come discarica ma senza sapere con precisione i punti in cui sono state rilasciate le bombe» Definite le zone dove la pesca resta vietata

Persone citate: D'alema, Marco Minniti, Massimo Coccia