Sui muri delle città tornano le stelle con le cinque punte
Sui muri delle città tornano le stelle con le cinque punte Sui muri delle città tornano le stelle con le cinque punte Brunella Giovara «Servii», schizzato con la bomboletta spray sul muro della sede Cgil a Cuneo. «D'Aloma assassino», scritto la notte scorsa su un palazzo del centro di Milano. E stelle a cinque punto - tante, tutte fresche - a Sesto San Giovanni. I terroristi del '99 uccidono e scrivono risoluzioni strategiche di 28 palino, imparano ad appiccare gli incendi e intanto ricompare anche la stella rossa un po' dappertutto. Bersaglio preferito: camere del lavoro, sezioni ds, case del popolo, facoltà universitarie. Simpatizzanti, o aspiranti reclute, o bassa manovalanza del gruppo di fuoco: al momento nessuno sa dire a quale categoria iscriverli. Ma nessuno sottovaluta questo fiorire di stelle e scritte che inneggiano alla lotto armata. «Un vero e proprio attentato, che non è neppure un caso isolato», diceva ien mattina Alessandro Ramazza, segretario ds di Bologna, davanti alla porta della se- zione «Venturoli» di via Giambologna. Nella notte qualcuno ha appiccato il fuoco: uno zerbino bruciato, l'ingresso affumicato. Il 9 maggio bombe incendiarie hanno colpito la Federazione e due sezioni del partito a Parma. Una settimana fa è andato a fuoco un magazzino del festival dell'Unità. Dal 27 marzo (assalto a Botteghe Oscure) fino al 18 maggio (Torino, sede ds di Borgo San Paolo, scritta «Ds ss»), sono stati registrati 33 attacchi. L'omicidio D'Antona ha segnato una svolta. A Cuneo, ad esempio. Città mai toccata dal terrorismo, famosa negli anni caldi solo per il supercarcere voluto da Dalla Chiesa. Ieri mattina hanno trovato una stella a cinque punte e la scritta «servi» sul muro della sede Cgil, in pieno centro città. Più altre scritte contro D'Alema sulla sede Ds e vicino ad una banca. «Non ci lasceremo certo intimidire - ha detto Gino Garzino, segretario della Cgil provinciale -. Questi colpiscono un sindacato che rappresenta dignitosamente i lavoratori». Poi c'è Trieste. La notte scorsa qualcuno ha cercato di bruciare il portone degli uffici del «Nucleo rastrella tori dell'Esercito», gli artificieri che fanno capo al 15" Ce- rimant di Padova. «Mani poco esperte», ha commentato un investigatore. Come a Bologna, chi ci ha provato è riuscito a fare pochi danni. Ma questo non tranquillizza nessuno. Assolutamente non tranquillo Marco Daniele Clarke, di alleanza nazionale, presidente della XX circoscrizione della capitale: ieri mattina ha trovato una stella a cinque punte disegnata su un manifesto vicino a Ponte Milvio. Roma è un trionfo di stelle, vecchie e nuove. Poco lontano dall'ingresso della facoltà di Ingegneria alla Sapienza, il simbolo sbiadito delle brigate rosse cam¬ peggia ancora ben visibile e accompagna la scritta «fasci in fiamme». Spray arancione sul muro dell'Istituto superiore di Sanità, e l'invito a «sputare solo sul fascista». Altre stelle sui muri esterni della facoltà di Economia, dove fu ucciso Tarantelli. Roba vecchia, colori appannati dagli anni. Ma è recente quella tracciata in blu e sovrastata dalla sigla Br, su un muro della palazzina A di Ingegneria, in via Scarpa. E quella piccola e nera, disegnata vicino all'Istituto superiore di Sanità, di fronte alla cancellata di Economia. Qui, la vernice è fresca. Sopra la porta bruciata della casa del popolo, alla sede Ds «Venturoli» di Bologna. A sinistra una scritta tracciata la scorsa notte a Milano
Persone citate: Alessandro Ramazza, Brunella Giovara, D'alema, D'antona, Dalla Chiesa, Gino Garzino, Marco Daniele, Tarantelli, Venturoli
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