Rimini fa i conti con la Nato «Troppe bombe sull'estate»

Rimini fa i conti con la Nato «Troppe bombe sull'estate» Rimini fa i conti con la Nato «Troppe bombe sull'estate» reportage Fabio Potetti inviato a RIMINI PIÙ' delle bombe, abbiamo paura della televisione. Troppe notizie allontanano i turisti», la butta sul massmediologico Renzo Denti, proprietario, cuoco e se serve pure cameriere della pensione Roxy Floridia, due stelle all'ombra del Grand Hotel e del parco Fellini. «I miei clienti resistono, ma tutte quelle notizie...», guarda al calendario, all'alta stagione in arrivo, e alla televisione accesa ventiquattro ore al giorno davanti alfa doppia fila di poltrone e divani a fiori. Eccola qui, la Rimini del turismo di massa, dei 1340 alberghi e pensioni a gestione familiare, dei due milioni di vacanzieri in arrivo ma anche dei jet della Nato che passano in cielo, vanno verso la Serbia, tornano e, se ne hanno bisogno, scaricano sul punto designato, come dice Bruxelles. Su quel puntino sulle carte nautiche, latitudine 43gradi 58' 18" Nord e longitudine 014 gradi 14' 59" Est, che sarà pure a settanta chilometri dalla spiaggia ma nessuno si sente tranquillo. «Bombe come a Chioggia non ne abbiamo ancora viste, ma fino a che la situazione non si chiarisce preferiamo pescare più a riva», assicura Bibi, comandante della Viviana G„ otto marinai per la pesca con reti volanti, duemila cassette di pesce azzurro al giorno, i turisti a riva che comperano la frittura della sera dopo essere scesi dalla Nave del Sole, il battello di Raul Casadei che batte la bandiera della Romagna appena all'inizio del molo. «Più la guerra va.avanti, più siamo preoccupati», conferma Piero Leoni, direttore di Rimini Marketing, miliardi di investimenti ogni anno per promuovere in Italia e soprattutto all'estero l'immagine della costa romagnola. Combattendo contro le mucillagini di dieci anni fa, l'immagine riduttiva di un turismo notturno e giovanile che gira attorno alle megadiscoteche come il Cocoricò. E adesso pure i caccia della Nato sopra la testa, le discariche in mare, le 143 bombe buttate un po' ovunque. E i turisti tedeschi che vanno in Spagna «perché la guerra là è più lontana». «Mi ricordo i norvegesi che piangevano quando non si poteva fare il bagno per le alghe», racconta la signora Ornella, pensione Cortina, due stelle e quaranta camere, quarantottomila la pensione completa, ventimila in più se si vuole una camera più grande. «Facciamo prezzi popolari, è la nostra politica. Mio manto per promuovere il turismo traduce per i tedeschi e gli inglesi gli articoli di giornale che parlano bene di Rimini. Ma noi, da soli, non possiamo combattere la Nato», assicura lei davanti al mezzo giardino di cemento con i vasi di gerani e il dondolo di plastica sotto all'ombrellone a righe. «Io non mi lamento. A giugno sono già completo. Ad agosto anche. A luglio ho qualche buco, ma sono fiducioso. Basta che la smettano con le bombe», fa l'ottimista Rolando Carlini, pensione Mille fiori, una stella perché è a quattro strade dalla spiaggia pettinata dai rastrelli in attesa dell'invasione dei turisti. «Qui vengono gli operai da Torino, da Milano. Vogliono un posto tranquillo per una settimana, massimo dieci giorni. E noi per 60 mila lire gli diamo le camere pulite, le tagliatelle con il ragù e pure la crème caramel al mercoledì e alla domenica», parla come se fosse una pubblicità. «Questa storia delle bombe non ci voleva...», ammette Ilarione D'Anna, comandante della capitaneria di porto, cento e passa pescherecci registrati, più le barche a vela, i motoscafi, i pattini e i pedalò. «GU artificieri della Marina ci hanno promesso a giorni un manuale su come maneggiare queste bombe americane-a frammentazione, ma non sappiamo nemmeno quante ne sono state sganciate qua al largo», confessa seduto al tavolo con i dispacci della Marina davanti, nemmeno uno che accenni alle discariche della Nato in mezzo al¬ l'Adriatico. «E poi, diciamola tutta. GU unici ordigni che piacciono ai riminosi sono i "bomboloni" alla crema...», ride divertito della battuta. Che però è già metà della storia di Rimini. Quella che inizia con l'aperitivo all'Ombelico del mondo aile otto di sera, la pizza allo undici, la discoteca fino all'alba e poi tutti da Bombo, U chiosco alla moda appena fuori dalla stazione di Riccione. Quello dove fanno i panini dolci farciti di crema o cioccolato, ricoperti di granella e destinati solo per U nome a non tramontare mai, almeno fino a che dura la guerra. «Siamo preoccupati, ma non facciamo allarmismi», gioca in difesa il sindaco Giuseppe Chicchi, mandato in scadenza a giugno, alle prese con quest'ultima grana. «Ho chiesto rassicurazioni ai vertici militari, per sgomberare il campo dalle ipotesi più suggestive...», si attacca anche lui al fax, combattendo la battaglia contro i fantasmi del passa parola, le paure dei caccia che passano qua sopra e i bagni Oasi, Giorgio, Alcide, Smeraldo e Augusto che hanno già pronti gli ombrelloni. «Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un turista. Soprattutto gU stranieri se saltano un anno poi non U riagganci più», pensa aUe strategie SivigUano Bigoni, al bancone della pensione Orchidea, diciotto camere, due stelle e all'ingresso U tricolore più la bandiera blu dell'Europa. «Qualcuno telefona, si informa, ma non disdice ancora», fa gli scongiuri mentre spiega che la carta vin¬ cente di Rimini sono i prezzi, anche 60 mila la pensione completa. «Ma sotto a quella cifra non possiamo scendere, non ci stiamo più dentro», assicura e racconta deUa moglie in cucina, il figlio più grande a servire ai tavoli e lui a supervisionare tutto, dai fornitori ai fornelli, dalle camere al giardino. «La nostra è una cUentela abituale. Preferisco lasciare una camera Ubera nei week-end piuttosto che darla a qualche turista di passaggio, magari uno di questi giovani che vivono di notte e scombussolano tutto l'equilibrio», parla da manager con un occhio attento ai conti, l'altro a guardare il mare. E le orecchie m attesa del sibilo di un caccia, con la speranza che le sue bombe le scarichi ovunque ma non qua davanti. Sdraio chiuse lungo la spiaggia di Rjmini

Persone citate: Bigoni, Bombo, Fabio Potetti, Fellini, Giuseppe Chicchi, Ilarione D'anna, Piero Leoni, Raul Casadei, Renzo Denti, Rolando Carlini