NON SONO GLI ANNI DI PIOMBO di Alessandro Galante Garrone

NON SONO GLI ANNI DI PIOMBO NON SONO GLI ANNI DI PIOMBO Alessandro Galante Garrone DI fronte al brutale assassinio di Massimo D'Antona - del quale non si dirà mai abbastanza quanto grande fosse la generosità nel dedicarsi, prima di tutto, nel suo lavoro quotidiano, al bene dei cittadini - dobbiamo sentirci, più o meno, in qualche modo responsabili. Non abbiamo fatto sino in fondo il nostro dovere. Alcune precisazioni mi sembrano indispensabili. Ci siamo lasciati sorprendere da questo infame delitto. Eppure oggi ci rendiamo conto che qualcosa avremmo potuto e anzi dovuto presagire o prevedere. Indizi preoccupan- PARLA B«Folle accostama nel docume Pierluigi Battiti erano da qualche tempo giunti a notizia di chi doveva immediatamente provvedere: episodi sconcertanti, che avrebbero richiesto, e subito, indagini a fondo. E' chiaro che chi ha sparato quei colpi micidiali aveva alle sue spalle persone esperte nel preparare il gesto omicida, con l'appoggio di una organizzazione segreta, fornita di larghi mezzi. Non crediamo che si trattasse di un prolungamento delle vecchie «Brigate rosse», bensì di una sciocca (e per noi anche turpe) vanteria. Ma tante: quel richiamo nulla toglie e nulla aggiunge all'infamia dei nuovi delinquenti. 11 fatto è, comunque, assai grave. Piuttosto, dobbiamo domandarci: ci troviamo di fronte a una temibile ripresa degli «anni di piombo»? La risposta credo che debba essere: no, assolutamente no; almeno per ora. Alcuni episodi precedenti, senza dubbio inquietanti, non ci consentono di giungere a presagi così gravi. Ma certamente, da oggi in poi, dobbiamo stare ben più attenti di quanto lo fossimo fino a ieri. E' questo un monito che ci sentiamo di dover rivolgere a tutti gii organi statali competenti, ai servizi segreti, alle polizie, alla magistratura inquirente. Dob¬ RTINOTTI mi ai terroristi nto c'è del verota A PAGINA 7 biamo tutti guardarci da quel lassismo che ogni tanto sembra cogliere i programmi e l'azione stessa di certi apparati pubblici, di qualche organizzazione partitica; tanto più quando ci si trovi di fronte a comportamenti, individuali o collettivi, chiaramente illegittimi. Rispettare e fare rispettare le leggi, qualsiasi legge; e prima e soprattutto le norme della nostra Costituzione. E' un caldo invito che sentiamo di rivolgere a tutti, contro il dilagare di condotte illegali, sia da parte di cittadini e organizzazioni, sia da parte di organi dello Stato e dei singoli rappresentanti del medesimo. Nessuna tolleranza di comportamenti illegali, in- tamtammix somma. E poi, cerchiamo di creare un clima di vera collaborazione. Penso, nel dir questo, agli strenui, difficili e talvolta anche ingrati tentativi di rafforzare i legami fra lo Stato, nei suoi organi di giustizia e polizia, e gli abitanti, contro mali come la mafia, la camorra, l'usura, la diffusa criminalità, grande o piccola. Da questo reciproco impegno, può essere fortemente irrobustita la lotta degli onesti contro ogni atto criminale. Tutti sanno, ormai, quali e quante siano, sul piano interno e internazionale, in questi giorni così difficili, le minacce incombenti. Ma non dobbiamo perdere il coraggio, e credere che l'odiosa uccisione di un uomo degno come D'Antona possa essere interpretata come il preludio di un nuovo periodo di terrorismo. Fra questo delitto così nefando e l'epoca delle «vecchie» Brigate rosse c'è, come è stato già sentito e detto da più parti, un abisso. Siamo certi che il nuovo presidente della Repubblica proseguirà sulla via già percorsa dal suo predecessore. La nostra situazione è ben diversa da quella di allora. Tocca a tutti noi sentirci e sopra tutto adoperarci per essere fedeli a questo doveroso impegno. PARLA BERTINOTTI «Folle accostarmi ai terroristi ma nel documento c'è del vero Pierluigi Battista A PAGINA 7

Persone citate: D'antona, Massimo D'antona, Pierluigi Battista