La Lazio mostra i muscoli e lancia la volata

La Lazio mostra i muscoli e lancia la volata Cragnotti e i giocatori euforici dopo il trionfo di Birmingham in Coppa Coppe: ma è vietato sbagliare col Parma La Lazio mostra i muscoli e lancia la volata Mancini: Boskov ci darà lo scudetto fermando Zac ROMA La grande gioia per la Coppa conquistata, la speranza (di un ultimo colpo di scena in campionato),'la vendetta (sulle critiche recenti), i rimpianti (per il grande svantaggio sprecato). Dal Villa Park di Birmingham è tornata una Lazio più ricca e più forte dentro, ma anche agitata da un cocktail di umori contrastanti. Un bagaglio fastidioso, al seguito di un gruppo di campioni tormentati che non riesce a gustarsi fino in fondo il trionfo europeo sul Maiorca, perché teme che appena quattro giorni dopo torni a prevalere la delusione per uno scudetto sprecato. Anche i tifosi sono in fermento. I più fanatici all'aeroporto di Birmingham hanno quasi aggredito due giornalisti (uno della Rai, l'altro del Messaggero), colpevoli di aver «partecipato» con troppa enfasi, nei loro servizi, al sorpasso milanista di domenica. Insulti e manate, scene da delirio. Alle 4 e mezzo del mattino, quando la squadra è rientrata a Fiumicino, c'erano mille fans in attesa. Molti di questi, prima, avevano messo a ferro e fuoco il centro della Capitale «per far festa», impegnando gli agenti in una imprevista guerriglia urbana (dopo la riunione di ieri pomeriggio il prefetto Mosino ha disposto misure eccezionali per la partita di domenica contro d Parma). Niente bagno di folla notturno. Il pullman della Lazio ha dribblato tutti, squagliandosela direttamente dalla pista «per mantene re la concentrazione». E per evitare scocciature. E ieri niente allenamento a Formello, tutti liberi. Operazione relax prima della grande volata. In questo clima agrodolce, la Lazio padrona d'Europa cerca il miracolo più atteso. E in tanti, dopo il trionfo nell'ultima Coppa Coppe della storia, hanno giurato di crederci. Cragnotti in testa: «Ora voglio lo scudetto. Sono felice e ottimista anche per la vittoria in campionato. Questa coppa è arrivata nel momento più importante, è meritatissima anche se abbiamo sofferto un po'. Penso proprio che domenica accadrà qualcosa di speciale. Intanto vincendo la Coppa siamo entrati di diritto tra le grandi del mondo. E dico che Eriksson il prossimo anno ci porterà anche in finale di Champions League». Roberto Mancini sprizza fiducia. Ricorda, sornione, di avere un alleato speciale: il vecchio Vuja, il santone cui alla Samp riuscì il miracolo-scudetto. «Mihajlovic ed io - ha detto il fantasista - dedichiamo il trofeo proprio all'amico Boskov. Lui sa bene perché. In settimana l'ho sentito e mi ha promesso un bel regalo dal suo Perugia. I tifosi devono aver fiducia nella nostra corsa al titolo, non voglio vedere facce tristi. Il campionato non è ancora finito, domenica ne riparleremo». Traduzione dal mancinese: con Boskov in panchina, non c'è pericolo che il Perugia subisca «tentazioni» col Milan. Nedved è il più coccolato, per il gol decisivo: «Un'emozione così non l'avevo mai provata». Mesta non riusciva a darsi pace, dopo il match con gli spagnoli. Correva avanti e indietro per il campo a festeggiare con la coppa sotto la curva dei tifosi biancocelesti. Perfino esagerato, il suo commento: «Una notte storica, una grandissima gara con una squadra molto forte». In questa orgia d'euforia, come sempre, il più equilibrato si à rivelato l'allenatore Sven Goran Eriksson: «Per la verità abbiamo anche sofferto molto gli avversari, ben organizzati. Pero alla fine abbiamo meritato questa prima coppa europea della storia della Lazio, che comunque non sarà l'ultima. Merito anche dei tifosi che ci hanno sempre incitati con fiducia. Adesso dobbiamo battere il Panna e aspettare. Spero ancora che arrivi lo scudetto, poi punteremo alla Champions League». Tra le immagini indelebili della notte di Birmingham, la più irresistibile è quella di Cristian Vieri col «turbante», dopo la gran capocciata presa. Ha disputato un ottima partita, dando lezione di coraggio: «Di questa avventura mi è rimasto soprattutto un gran mal di testa, ma voglio giocare contro il Parma. Questa è stata una coppa meritata che ci ripaga di tante amarezze. Ci abbiamo sempre creduto senza temere che ci sfuggisse». Finita la festa, ora è di nuovo campionato. Vietato steccare l'ultima, per inseguire il sogno e non avere rimpianti. Al resto dovrà pensare l'amico Boskov. [v. d. b.l Il patron della Lazio, Sergio Cragnotti, e il ceko Nedved festeggiano la conquista dell'ultima edizione della Coppa Coppe Ora, entrambi sono già concentrati sulla sfida a distanza con II Milan «Penso che domenica accadrà qualcosa di speciale» pronostica il padrone della società biancoceleste