TV di Alessandra Comazzi

TV Dopo quarant'anni il semiologo torna sul piccolo schermo come conduttore in un programma dedicato a Valentino Bompiani TV fenomenologia di UMBERTO ECO Alessandra Comazzi EE vite si possono sfogliare come un libro: ne è convinta Silvia Ronchey, autrice del programma dedicato a Valentino Bompiani a cent'anni dalla nascita, in onda domani alle 22,30 su Raidue. E' il programma che segna il ritorno, dopo quarant'anni, di Umberto Eco in televisione: da conduttore, non da intervistato. «Anche se la parola conduttore non è proprio corretta - precisa Silvia Ronchey -. Mattatore, forse, è meglio. Eco è mattatore in un cenacolo di cui fanno parte gli altri due direttori editoriali della Bompiani, Paolo De Benedetti detto P.D.B., e Fabio Mauri, pittore e nipote del fondatore: insieme, e grazie a tante immagini di repertorio, ai filmini di famiglia con gli ombrellini Anni Trenta, ricreano atmosfere, si scambiano ricordi, battute, sensazioni, storielle ebraiche, riflessioni sui libri, sulla loro sorte, sull'editoria italiana : non è più artigianale, è diventata industriale e non fa l'interesse di nessuno, né delle aziende, né dei lettori, né degli autori». La trasmissione ha un titolo lungo: Sfogliando una vita. Libri, ricordi e racconti di Valentino Bompiani. Un titolo che potrebbe rappresentare il primo di una serie, le vite da sfogliare sono tante. Ma parlare di libri sul video fa tremare i direttori di rete. Tutti dicono che è un dovere sociale, che bisogna trovare il modo di farlo senza annoiare, ma poi sfuggono l'imperativo, lo rendono meno categorico. «11 direttore di Raidue Carlo Freccerò - ricorda Ronchey - invece non ha fatto così. Quando gli ho detto che si poteva portare in tv il lavoro teatrale su Bompiani, andato in scena al Pierlombardo di Milano, lui non si è spaventato. Era reduce da Totem di Baricco, lo accusavano di mettere in prima serata programmi elitari. Eppure ha detto: "Qualche volta bisogna avere il coraggio di infischiarsene dello share. Noi siamo il servizio pubblico". E, così il progetto è andato in porto». Umberto Eco non è uno di quegli intellettuali che in televisione non va mai; ogni tanto si lascia intervistare, da Alain Elkann, a esempio, o da Beppe Severgnini. Per la televisione lavoro, da «corsaro», alla fine degli Anni Cinquanta, assunto con Furio Colombo e Gianni Vattimo nella Rai di Filiberto Guala e Sergio Pugliese. Tutti e tre, che parteciparono ai primi corsi per funzionari Rai, avevano quel soprannome eloquente: corsari. Di televisione si è occupato nei suoi scritti, ha inventato la neotelevisione, quella che parla solo di se stessa, autoreferenziale, come si dice. Per capire l'attualità del video, resta fondamentale la sua Fenomenologia di Mike Bongiorno. E adesso fa se stesso per Raidue. In un programma che non ha niente della televisione fatta di facce giovani, di musiche facili, di arredi comodi: sul set ci saranno scomodissime sedie che si trovavano davvero nella casa editrice, ci sarà la musica di Shostakovic, non ci saranno ragazzi. Ma compariranno Alberto Arbasino. Raffaele La Capria, Inge Feltrinelli, Silvana Ottieri, nipote di Bompiani. Mentre la figlia prigenita è la coautrice della trasmissione, Emanuela. E dunque si parla di nepotismo, con la Ottieri che commenta: «Se mio zio fosse stato papa, ci avrebbe fatto tutti vescovi». Domani sera su Raidue la trasmissione per ricordare l'editore che nasceva cent'anni/a «Ricordo la notte in cui ho preso il Premio Strega Si lasciò andare e mi disse: "Diamoci del tu"» ■ | ——... — con Furio alla fine nella foto Ronchey; più a destra Valentino Bompiani

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