Polizze care? Serve una legge di Luigi Grassia

Polizze care? Serve una legge I consumatori contro il paradosso della Uberalizzazione: i premi raddoppiati in 5 anni Polizze care? Serve una legge Le compagnie: troppi costi, poca chiarezza Luigi Grassia ROMA èTAI^é^&^o- no il mairi AaW'naaimfmvìnna aitilane, il costo dell'assicurazione sulla Re auto è mediamente raddoppiato. Eppure le compagnie denunciano conti in rosso. Ma a dispetto delle perdite generalizzate e ripetute negli anni, sono rimaste tutte sul mercato, né pensano di andarsene. E per restarci preannunciano altri aumenti, pur avvertendo che per quanto enormi (fino al 20%), quei rincari non basteranno a tappare i buchi. Un paio di giorni fa il grido di allarme del presidente degli assicuratori Alfonso Desiata sulle difficoltà del settore ha suscitato solo reazioni negative. Le Camere hanno avviato due indagini e ieri il ministro dell'Industria Bersani ha detto che aumenti generalizzati «non sarebbero giustificabili». Ma al di la del Palazzo, sono i consumatori che l'hanno presa davvero male. Nella Re auto qualcosa non va e la gente si sente chiamata a pagare il conto. Dall'Adusbef, che tutela i clienti di banche e assicurazioni, è un fuoco di fila di accuse: «La concorrenza doveva portare vantaggi alla clientela, prezzi più bassi, servizi migliori, liquidazioni più rapide - dice il presidente Elio Lannutti, che ha in tasca la lettera della sua compagnia che gli chiede un aumento della polizza del 28% -. Invece le cose vanno come prima e i premi non fanno che crescere». Coda cons e Audiconsum sollecitano l'Antitrust a impedire i super-rincari. Hanno ragione? A nome dell'Associazione nazionale degli assicuratori, Desiata ha segnalato che a mandare in rosso il settore Re auto (p:;r 2.260 miliardi nel '98) ha contribuito la generosità con cui medici e giudici riconoscono il «danno biologico» alle vittime di incidenti. Giovanni Pansoya Di Borio, che segue il settore per la Tore, spiega quanto sia serio il problema. «Le piccole lesioni, quelle che in certe località i magistrati tendono a riconoscere con facilità e a boprawalutare, creano un enorme contenzioso - lamenta -; riguardano il 90% dei danni e il 60% degli indennizzi». Strappi muscolari, colpi di frusta e simili, osserva l'uomo della Toro, «non incidono sulla capacità di lavoro, e spesso nemmeno impediscono di giocare a tennis: eppure vengono riconosciuti come causa di invalidità», sia pure per pochi punti percentuali. Poi c'è il problema della discrepanza di valutazioni fra magistrati: per fare un esempio il tribunale di Genova ha stabilito che due punti di invalidità permanente parziale meritino un indennizzo di 3.408.000 lire, mentre i magistrati della vicina La Spezia, per il medesimo punteggio, hanno ritenuto adeguati 9 milioni. In media la compagnia assicurativa può preventivare che a seguito di un piccolo tamponamento, alle 500 mila lire per la vettura danneggiata rischia di aggiungere 5 milioni per i danni alle persone. Giampaolo Bognoh, direttore generale del ramo auto del colosso Assicurazioni Generali, segnala due esigenze: «Innanzitutto, sarebbe bene cambiare le norme, in modo da liquidare le micro-invalidità con criteri minimali e concentrare le risorse economiche su chi riporta invalidità vere. Teniamo presente che una persona di mezza età non è "fior di conio", è probabile che abbia qualche punto di invalidità anche prima dell'eventuale incidente e che dunque, spesso, l'indennizzo non sia dovuto. In secondo luogo, è necessario imporre per legge un'u- niformità di valutazioni. Nell'area in cui siamo più presenti, il Tri veneto, le tabelle dei tribunali stabiliscono aumenti del 35%. Un fardello sui nostri bilanci». Tutte e due queste esigenze sono contemplate da una proposta di legge ispirata dall'Isvap, che trova anche il consenso delle associazioni di utenti. Ma oltre che sugli abusi del «danno biologico», Desiata dell'Arda ha anche puntato il dito sulle vere e proprie truffe che si stanno moltiplicando e costringerebbero le compagnie a tutelerei alzando le polizze. La reazione del presidente della commissione Finanze della Camera, Benvenuto, era stata: «Ragionare così vuoi dire legalizzare una sorta di pizzo». Aveva aggiunto che gli assicuratori semmai dovrebbero incrementare i controlli. Virgilio Maia che studia le tariffe per la Reale Mutua assicurazioni sottolinea le difficoltà: «Ci sono modi illeciti per aggirare le formula che scoraggiandolasinistrosità,come la bonus/malus: c'è chi arriva a sbianche ttare 1' 1 di 18 sull'attestato di rischio che si deve presentare alla nuova compagnia con cui si stipula una polizza, per fregiarsi di una classe 8. Ma ci sono anche trucchi leciti e incontrollabili, come intestare la macchina alla moglie per pagare meno». Infine ci sono vere organizzazioni criminali che organizzano incidenti a catena per truffare le assicurazioni. Maia respinge il consiglio di istituire una banca dati centralizzata fra compagnie, per individuare gli imbroglioni incalliti: «E' un'ipotesi resa difficile dalla legge sulla privacy». Ancora Bognoli di Generali spiega che oltre ai rincari, la sua compagnia pensa a «una tipizzazione della clientela per ridurre i rischi»: polizze più alte per chi ha giovani in famiglia (più spericolati al volante), per chi ha auto sportive, chi fa lavori di movimento (come i giornalisti) e ha vetture diesel idonee a fare molti chilometri. Ipotesi anatemizzata da Adusbef : «Le valutazioni di rischio differenziate si possono fare per persona, non per categorie arbitrane». L'ultimo consiglio di Lannutti è a sfruttare le opportunità della concorrenza: «Se la vostra compagnia vi chiede aumenti, rivolgetevi a un'altra che vi faccia condizioni migliori. E sappiate che deve avvisarvi dei rincari due mesi prima, con lettera raccomandata». (ha collaborato Giuseppe Alberti) A Genova due punti di invalidità valgono 3,4 milioni, alla Spezia 9 milioni Generali: tribunali generosissimi negli indennizzi. La Reale «Indifesi dalle truffe» . irnpre <■ . • ' Promt .' Incidenzci ^ : in .oi'dtno.dooioscpiUo ■;. (trillion!) . . - s'ul 'total c 1 i FONDIARIA i LEVANTE NORDITAUA SARA ASSICURAZIONI NUOVA TIRRENA SOCIETÀ' REALE MUTUA NUOVA MAA ALUANZ SUBALPINA ZURIGO LLOYD ITALICO MEIE ASSICURAZIONI 720.419 719.067 635.942 606.236 588.963 559.226 490.539 487.522 450371 424.285 3/15 3,14 2,78 2,65 2,57 2,44 2,14 2,13 1,97 1,85

Luoghi citati: Genova, La Spezia, Roma