6ran consulto a Mediobanca

6ran consulto a Mediobanca 6ran consulto a Mediobanca Colaninno prepara le sue mosse coi saggi di via Filodrammatici MILANO Un via vai continuo come ai vecchi tempi, quando era inevitabile che ogni operazione finanziaria, piccola o grande, passasse da qui, dalle stanze di via Filodrammatici, dagli uffici degli uomini di Mediobanca. Avanti e indietro. Per un giorno è in questo palazzo che costeggia la Scala che gli uomini dell'Opa più grande mai tentata in Europa si sono trovati e ritrovati: avanU e indietro nelle loro auto blu e grigio metodizzate, avanti e indietro a studiare i numeri delle adesioni, a preparare la strategia del dopo Opa, a formulare insieme agli avvocati cosa rispondere alle accuse della Telecom, cosa replicare alla Consob... Che giornata. Memorabile visto che pur sempre di prima volta si tratta per un'Opa di queste proporzioni, 117 mila miliardi, su una Telecom che è regina tra le società quotate in Piazza Affari. Alle dieci e mezzo, a rompere il ghiaccio («Siamo fiduciosi sull'Opa»), ci pensa chi meno te l'aspetti, Francesco Cingano, in trasferta a Roma per partecipare al comitato esecutivo Abi. Si dirà: scontato, visto che Cingano è il presidente della banca che sta coordinando le adesioni all'offerta Olivetti. Vero, ma per un signore che ha fatto della consegna del silenzio cara a Enrico Cuccia una regola di vita, beh, ammetterete che è un bell'indizio, soprattutto per la Borsa, ma si sa la Borsa è Borsa, regno di voci e insider, mentre le azioni Telecom mai come questa volta si devono contare, una per una. Alle tredici dal portone di via Filodrammatici escono in due, Ruggero Magnoni della Lehamn Brothers, advisor dell'operazione, e Marco De Benedetti, responsabile delle strategie Olivetti nelle telecomunicazioni. Non una parola. Ma la conferma che dentro, nelle stanze di Mediobanca, è tutto un lavoro di fax e telefoni m collegamento continuo con le banche depositarie, in linea diretta coli'ufficio milanese di Roberto Colaninno al Lorenteggio. Ma è nel pomeriggio che via FUodramniatici sembra diventare il crocevia del mondo: alle quattro compare una vecchia conoscenza, Vito Gamberale, l'inventore di Tim, ex direttore generale della Telecom passato al gruppo Benetton: cosa ci fa uno come Gamberale in Mediobanca in uno dei giorni decisivi dell'Opa Olivetti? Che sia vero, come si vocifera da sempre, che sia lì lì per tornare in una Telecom targata Colaninno? Secca smentita: «Sto bene dove sono - dice - il mondo va avanti e mai indietro». Sarà. Alle cinque ricreo Marco De Benedetti. Arriva di corsa mentre da Roma, da Telecom, arriva la notizia che Franco Bernabò ha deciso di denunciare alla magistratura la diffusione di notizie sull'Opa diramate dall'agenzia Reuter. Mezz'ora e arrivano anche Colaninno accompagnato da Carlo Maria Guerci, consulente di vecchia data: tutti in riunione, banchieri, consulenti, avvocati, top manager. Un attimo di sorpresa quando alle sei compare Marco Tronchetti Provera, numero uno di Pirelli, che capisce lo stupore dei cronisti e si affretta a smentire ogni collegamento: «Non c'entro con Telecom». Clùssà, forse è qui per parlare con Ariberto Mignoli, impegnato a preparare una nuova stesura del patto di sindacato Mediobanca. Alle otto di sera, un'ora dopo che la Consob ha negato la sospensione dell'Opa, il grande summit finisce: se ne vanno Colaninno con il figlio Matteo, se ne va Guerci con Carlo D'Urso. Non una battuta. A parlare, insieme ai numeri di giornata (pocomeno del 20% di adesioni all'Opa), un comunicato che contesta e ribalta le richieste di Telecom: «La turbativa - si legge semmai è contro di noi...», [r. m.)

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