Uccise la figlia drogala padre ottiene le attenuanti

Uccise la figlia drogala padre ottiene le attenuanti Cassazione: «Il genitore agj in stato d'ira» Uccise la figlia drogala padre ottiene le attenuanti ROMA. La Cassazione, con il riconoscimento delle attenuanti dello stato d'ira per un padre che uccise la figlia affetta da una aggressiva psicosi maniacodepressiva e talvolta dedita all'eroina, ha ampliato (con la conferma della moderazione della pena) la sua comprensione verso i drammi familiari che sfociano in delitti esasperati da situazioni limite. La sentenza, inviata dalla I sez. penale al Massimario con il n. 6285, estensore Enrico Delehaye, è nata dal ricorso del pg della Corte di Assise di Appello di Roma che contestava là riduzione della condanna, a sei anni e quattro mesi di carcere, concessa in secondo grado a Michele che uccise, in un accesso di ira, la figlia Maria. Il fatto avvenne quando la giovane, afflitta da anni da una psicosi aggravata dall'uso saltuario di droga, che la portava a «frequenti episodi di eccitamento aggressivo, allucinazioni, rifiuto del cibo e distruzione degli oggetti di casa», spintonò la madre. La donna cadde a terra durante una lite nata dopo che la ragazza fu arrestata e poi rilasciata per tentato furto. Il padre reagì sparando col revolver e si costituì. In primo grado ebbe nove anni e sei mesi di carcere, più tre anni di arresto in casa di cura. Ma la Cassazione ha confermato la riduzione di pena perché lo stato d'ha non era dovuto solo all'ultimo episodio, ma a un dramma che durava da 20 anni nei quali il padre accumulò sgomento e angoscia.

Persone citate: Enrico Delehaye

Luoghi citati: Roma