Saranno processali a Roma i

Saranno processali a Roma i Sottp accusa per 8 desaparecidos italiani Saranno processali a Roma i Rinviati a giudizio sette alti ufficiali Il primo ostacolo sarà l'estradizione ROMA Desaparecidos: a Roma si farà il processo contro alti ufficiali argentini. Lo ha deciso il gip, Claudio D'Angelo al termine di una lunga udienza. Il processo si dibatterà davanti alla II sezione della Corte d'Assise. Accogliendo la richiesta del pubblico ministero Pierfrancesco Caporale, il gip Claudio D'Angelo ha rinviato a giudizio sette alti ufficiali argentini (dei quali ora l'Italia dovrebbe chiedere l'estradizione) accusati di vari reati, dal sequestro di persona all'omicidio nei confronti di otto italo-argentini. I fatti si riferiscono agli anni successivi al 1976, quando in 1976, quando in Argentina prese il potere la giunta militare che decise di sradicare «il terrorismo e la sovversione». I rinviati a giudizio sono Guillermo Mason Suarez, all'epoca dei fatti comandante del corpo esercito «A» e responsabile della prima zona militare di Buenos Aires Juan Buenos Aires, Juan Carlo Girardi, Omar Santiago Rivera, Julio Roberto Rossin, Alejandro Puerta, José Ruiz Porchetto e Omar Ector Maldonado. I reati sarebbero stati perpetrati nei confronti di otto italo-argentini scomparsi: Luis Alberto Fabbri, Laura Estela, Guido Carlotto, Martino Mastinu, Mario Marras, Norberto Morresi, Pedro Luis Mazzocchi e Daniele Jesus Ciuffo. La decisione del gip è stata motivata con la natura politica dei reati, e con la sistematica e deliberata soppressione dell'opposizione attuata dalla giunta militare argentina, soppressione avvenuta spesso nella clandestinità. Sulla scorta di queste valutazioni il gip ha rigettato la richiesta di improcedibilità dell'azione penale. La decisione del gip è giunta dopo circa due anni di udienze preliminari. I parenti degli scomparsi hanno reagito con grande emozione. Angela Boitano, parente di più di una vittima del regime di Buenos Aires, alla notizia del rinvio a giudizio per isette alti ufficiali, ha detto: «Dopo sedici anni siamo giunti ad un risultato, arriveremo a fare giustizia. La decisione di di oggi non serve soltanto ai desaparecidos italiani, ma a tutti gli scomparsi in Argentina e a tutto il mondo in generale». «Finora • ha aggiunto la donna - soltanto la giustizia francese ha condannato un responsabil di l pbile di quel periodo, ma noi volevamo che fosse anche la giustizia italiana ad occuparsene». Alcuni parenti stretti di Angela Boitano sono scomparsi durante la dittatura militare e da allora la donna aveva dato vita a una battaglia per la giustizia: per Al Bi g pquesto a Roma Angela Boitano è divenuta quasi la portavoce dei familiari delle vittime. Per gli avvocati Marcello Gentili e Giancarlo Manica, che rappresentano le parti civili nel procedimento, «con il dibattimento si uscirà finalmente all'aperto e si potranno così accertare e denunciare tutti quei fatti tenuti finora al chiuso nel silenzio delle autorità politiche argentine». Tra le prime reazioni quella della vicepresidente del Senato Ersilia Salvato la quale ha sostenuto che la decisione «è un atto di grande importanza». «Nessuna pacificazione è possibile - ha aggiunto - senza il riconoscimento delle responsabilità di così gravi delitti contro la persona e la libertà d'espressione». [Ansa] Guillermo Mason Suarez

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