«Non riesco a crederci, è follia»

«Non riesco a crederci, è follia» «Non riesco a crederci, è follia» L'ex br Faranda: la lotta armata non ha senso Francesco GrlgnetH Adriana Faranda, ex brigatista, lei ha da tempo fatto 1 conti con la l lotta armata. Quale impressione ha vissuto, a caldo, sentendo che le Br sono tornate a uccidere? «Guardi, a livello emotivo, posso parlare di profondo rigetto. Sono incredula. Mi dicono che esiste un documento. Non so quale attendibilità gli si può dare. E' che mi riesce difficile, davvero molto difficile, pensare che ancora oggi ci sia qualcuno in Italia che ritiene possibile di portare avanti la lotta annata... un progetto rivoluzionario». 2 volantino è in realtà un lungo documento di 30 pagine, zeppo di riferimenti a Ciampi, Amato, governo Ds, politica dei redditi. Euro e concertazione, che queste neonate Br chiamano patto neocorporativo. «Ecco, dico, non credo che nessuna persona di buon senso può immaginare di riproporre un percorso del genere. Un percorso, mi lasci dire, che si è rivelato assolutamente controproducente per gli ideali che si pensava di portare avanti. Oggi, poi... Dopo dieci anni. E in una, situazione così difficile e delicata che sta vivendo l'Italia... Mi sembra un gesto puramente criminale». Dei pazzi. «Un gesto del genere non può che peggiorare le condizioni dei soggetti che dovrebbero essere difesi da queste azioni. Intendo la gente che lavora, ma anche chi soffre di più il disagio sociale, chi non riesce a risolvere il problema della disoccupazione. Perché per rilanciare l'economia c'è bisogno di un attimo di stabilità. Lavorando per la destabilizzazione non si fa altro che peggiorare la situazione. E poi c'è una guerra in corso... Mi pare un gesto folle e criminale aggiungere spettri interni a quella che già è una tragedia esterna». Una persona è morta, oggi, per mano di queste persone. «Ed è quanto mi sconvolge tantissimo. Pensavo davvero che ci fossimo lasciati queste tragedie abominevoli dietro le spalle». Ma oltre l'angoscia umana per il sangue versato, Faranda, dalle sue parole emerge lo sbalordimento per chi alle soglie del 2000 ha ideato tutto questo e si ò messo a tavolino per scrivere 30 pagine di rivendicazione. «Esatto. Io devo ancora capire... Se verrà valutata attendibile questa rivendicazione, la mia prima reazione è di rifiuto. Non posso credere che una persona che si definisce di sinistra possa poi attaccare così violentemente un governo di sinistra. In un periodo così delicato... con una guerra in corso... portare avanti un attacco che ritengo fuori da ogni logica... Io penso che chiunque si consideri di sinistra sappia che questa via è impercorribile». Lei sa bene, però, che certi settori estremi rifiutano la patente di sinistra al governo D'Alema. «Sì, è molto facile trovarsi all'opposizione. Quando poi si è al governo, e si deve mettere mano alla soluzione dei problemi, si deve ricorrere a delle mediazioni che dall'opposizione è molto facile rifiutare». Esiste comunque l'area antagonista che non riconosce più in D'Alema un suo compagno. «Come noi Ma da qui a passare alla lotta armata ce ne passa. In uno Stato democratico ben vengano le forze che sottopongono a critica il governo. Aggiungo che più queste forze sono istituzionali, e più rappresentano le aree di dissenso, e meglio è. Ci garantisce di più da qualsiasi fuga su terreni pericolosi come quello armato. Non mi scandalizza assolutamente, anzi, se qualcuno a sinistra non è d'accordo con la politica del governo. Però pensare oggi di ripercorrere un terreno armato è pura follia. Era così ai tempi nostri, figurarsi oggi». Sarà d'accordo, Faranda, che i tempi sono cambiati e che nessuno in Italia può realisticamente credere più al progetto della lotta armata. Gli anni di piombo sono definitivamente tramontati «Sì. Noi abbiamo toccato con mano quanto i problemi siano peggiorati anziché migliorare. Quanto si sia bloccata qualsiasi soluzione dei problemi sociali. Quanto sia regredita anche la possibilità di far sentire la propria voce ai settori più indifesi. Mi sembra fuori da ogni logica, da ogni prospettiva, portare avanti oggi un discorso del genere». «Un percorso come il nostro era già sbagliato allora Nessuno può riproporlo oggi» «Ci sembra di essere in un brutto film. Abbiamo lo stesso sentimento: tanta paura e tanta amarezza» L'ex brigatista rossa Adriana Faranda Un grande mazzo di fiori sul luogo dell'attentato a Massimo D'Antona sulla via Salaria I ragazzi ieri sul luogo dell'agguato. Hanno vissuto gli anni di piombo in ciuccio e pannolini, o al massimo all'asilo e hanno molta paura «che ritorni quel periodo»

Persone citate: Adriana Faranda, Ciampi, D'alema, Faranda, Massimo D'antona

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