«Rifondazione troppo violenta»

«Rifondazione troppo violenta» «Rifondazione troppo violenta» Angius: non bisogna favorire certi climi ROMA Sono le prime ore del pomeriggio, il ministro dell'Interno Iervolino ha appena finito di parlare al Senato, la matrice dell'assassinio è ancora incerta, ma nei corridoi di Palazzo Madama Gavino Angius, uno degli uomini di punta dei Ds, sciorina dubbi, interrogativi molto corposi, lancia sui compagni di Rifondazione un pesante j'accuse: «Per il momento non c'è stata ancora una rivendicazione attendibile, ma ciò che è sotto gli occhi di tutti è che in questi ultimi mesi si è venuto determinando un clima molto particolare...». E Angius, che è presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, indica una serie di fatti molto precisi: «Io vorrei capire il motivo per il quale in questa città, certe scritte sui muri rimangono per mesi e altre scompaino in pochi minuti...». Angius noti è allusivo e spiega: «A Roma non appena uno scrive au un muro "Rutelli è quella scritta opportunamente viene cancellata in pochi minuti. Mi chiedo come sia possibile che scritte come "D'Alema assassino" vengano invece lasciate per settimane. Una scritta di questo tipo si può tranquillamente osservare a pochi metri dal Senato della Repubblica». Certo, Angius non allude ad una improba¬ bile e tacita alleanza tra il Campidoglio, i comunisti di Bertinotti e i terroristi, ma questo non gli impedisce di lanciare il suo indice accusatore verso la terminologia usata dai compagni di Rifondazione: «Nella marcia Perugia-Assisi - insiste Angius - militanti di quel partito hanno urlato: D'Alema assassino". Scritte analoghe ("Guerra sia ma contro la borghesia!") compaiono sui muri di Roma con sotto la firma di Rifondazione». E per far capire che quegli slogan non sono il frutto di «schegge impazzite», Angius cita le parole di Bertinotti: «Il segretario di Rifondazione ha detto o no che "questo è un governo di guerrafondai, è un governo della borghesia"?». Ma le parole di Bertinotti, benché aspre, non appaiono diverse da quelle di certi slogan più aggressivi? Angius stavolta conviene: «Ho ascoltato i discorsi fatti da Giordano alla Camera e da Russo Spena al Senato e occorre convenire che sono stati corretti. E infatti la speranza è proprio questa: che la critica non si tramuti in Falsità». Anche perché per il dirigente diessino «non bisogna dimenticare come è nato il terrorismo di sinistra: attentati alle sedi della De, del psi e anche del pei. La storia non si ripete, ma l'analogia è inquietante. Bisogna evitare di favorire il clima, creare l'humus...», [f.mar.]

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