La regina del peyote, il dio del Texas di Mario Baudino

La regina del peyote, il dio del Texas Chi è la vecchia signora americana autorizzata, dall'inizio del secolo, a raccogliere e vendere droga La regina del peyote, il dio del Texas Un allucinogeno considerato dai pellerossa liturgico e taumaturgico Mario Baudino I '/ America, nel New li Mexico, I \é i un'anziana . signora che quest'anno ha compiuto novantasei anni, ed è una delle rare cittadine americane autorizzate a raccogliere e commerciare droga. E' la regina del peyote, il cactus allucinogeno intomo a cui si sono addensate una vasta letteratura e un'enorme mitologia. Ingerito, provoca visioni portentose, permette viaggi della e nella coscienza, è il veicolo sacro per l'uscita da sé nelle religioni sciamaniche degli indiani del Messico e degli Stati Uniti. Gli si attribuiscono poteri taumaturgici, è la carne di Dio. Anzi, in qualche modo è Dio. Amada Cardenas lo coltiva a Mi- rendo City, la sua città dalle parti del Rio Grande, e lo distribuisce agli indiani che vengono da vari Stati dell'Unione (Arizona, Oklahoma, New Mexico, Wyoming, ma anche dal Canada) per le cerimonie rituali. Un giornalista, Sergio Ramazzotti, è andato a trovarla, e il risultato è un libro appena pubblicato dalla Feltrinelli nella collana cTraveller», La carne verde, ovvero La straordinaria storia del peyote, dio del Texas. Che sia una storia straordinaria non ci sono dubbi, anche se l'autore maliziosamente mischia qualche personaggio d'invenzione, lasciando il dubbio che ci sia nel libro, un po' come accadeva in Carlos Castaneda, una parte di romanzo. Ma la sostanza vera, e verificabile, basta da sola: perché nell'America probizionista c'è davvero qualcuno che può commerciare «droga»: in omaggio alla tutela delle minoranze. Nel caso specifico, si tratta della minoranza indiana organizzata nella «Native American Church», per la quale il peyote ha una funzione liturgica. Anzi, sarebbe consentita la distribuzione solo agli adepti della Chiesa, e questo genera, com'è ovvio, una quantità di processi. Ma Amada Cardenas non se ne cura: per lei, che non è neppure indiana ma ispanica ed è tuttavia la testimone vivente d'una tradizione che risale a prima della colonizzazione bianca, il potente allucinogeno è semplicemente là sua vita. Cominciò a raccoglierlo coi genitori, all'inizio del secolo, continuò col marito e non smise quando questi mori. Non smise nemmeno quando lo Stato del Texas mise fuorilegge la sua attività, anzi riuscì a vincere un processo,, pare facendo segretamente provare gli effetti del cactus al giudice. Ma qui forse sfiatiamo nella leggenda, o nella fiction narrativa. E' vero che negli Anni 60 i processi si celebrarono, e l'anziana signora vide riconosciuta la sua ragione. Fuori da ogni cultura «psichedelica», dal clima della «beat generation», dalle esperienze colte sugli allucinogeni che si consumavano a New York o San Francisco, lei continuò nel suo umile rituale: ricevere gli indiani, che firmano il suo registro degli ospiti e lasciano regalini; consegnare pezzetti di quella sostanza che i missionari spagnoli del XVIII secolo chiamavano «raiz diabòlica», la radice del diavolo, e per il resto lasciare che nelle tende appositamente montate si svolgessero le antiche cerimonie, rullassero i tamburi, danzassero visioni. «Nonna Peyote», la chiamano i suoi ospiti. E anche «Santa Amandi ta», in un sincretismo fra antichi miti tribali e nuovi riti cristiani. «Masticavano il cactus come un'eucaristia», racconta Ramazzotti. E dalle celebrazioni d'oggi si addentra in una ricostruzione del passato, fra capi indiani devoti al cactus, conquistatori bianchi scettici o scandalizzati, e soprattutto la terribile alternativa che si prospettò alle tribù sconfìtte: alcol o peyote? L'alcol la fece da padrone, distruggendo gli eredi dei grandi guerrieri. Il peyote fu anche un tentativo di limitare i danni, una religione per difendersi. Oggi si calcola che siano 250 mila i nativi americani a fare uso di questa sostanza, che cresce nei «peyote gardens» sulla frontiera fra Messico e Stati Uniti. Regolati dalla legge: i «peyoteros» devono ottenere un permesso dalla Dea (il dipartimento federale per le droghe), pagare una tassa (da 5 a 400 dollari) e stare molto attenti ai loro acquirenti. Ovviamente, sono pochissimi: si calcola che siano 11. Amada, «nonna peyote» non è l'unica, come invece suggerisce il libro, ma certo li rappresenta tutti. Quelli attuali e elli passati, finiti nella nebbia el ricordo e d'un mito eroico. La pianta del peyote simile a un cactus è un potente allucinogeno

Persone citate: Amada Cardenas, Cardenas, Carlos Castaneda, Church, Ramazzotti, Sergio Ramazzotti