Precipita l'oro di U. B.

Precipita l'oro IL PUNTO SUI MERCATI Precipita l'oro LA frana dell'oro continua, senza soste. Ieri un lingotto d'oro valeva al fixing di Londra solo 272,50 dollari. Pesa sempre di più sulle quotazioni l'approssimarsi delle vendite all'asta annunciate dalla Bank of England (da luglio 5 aste da 125 tonnellate ciascuna), mentre procede l'iter di riforma costituzionale della Svizzera, premessa per le vendite di oro da parte di Berna. L'Fmi, seconda istituzione al mondo dopo la Federai Reserve per la consistenza delle sue riserve, si appresta a vendere una «tranche» a favore dei paesi più poveri. E la frana non è stata tamponata dalle dichiarazioni di segno inverso di Francia e Italia, la sesta potenza al mondo per potenze aurifere. «L'ero - ha dichiarato al recente vertice del G-10 (li Basilea il governatore Antonio Fazio - è stato messo assieme dai governatori. Volete che vendiamo l'oro accumulato da Einaudi e Menichella?». Ma negli anni Novanta sono state proprio le banche centrali le grandi venditrici: Belgio, Olanda, Canada e Australia, soprattutto. La quotazione di ieri rappresenta il minimo dalla metà degli anni Settanta, quando il prezzo del metallo giallo schizzò all'in su dopo la dichiarazione di inconvertibilità del dollaro (15 agosto 1971) fino alla febbre scatenata dal secondo shock petrolifero e dalla rivoluzione iraniana. All'inizio degli anni Ottanta un'oncia d'oro sfiorava i 600 dollari. Da allora il declino è stato inesorabile, interrotto solo da una timida ripresa dopo il «crash» di Wall Street nell'87 e da un modesto rimbalzo in occasione della crisi del Golfo, [u. b.]

Persone citate: Antonio Fazio, Einaudi, Menichella

Luoghi citati: Australia, Basilea, Belgio, Berna, Canada, Francia, Italia, Londra, Olanda, Svizzera