I medici di famiglia sono pronti allo sciopero di Daniela Daniele

I medici di famiglia sono pronti allo sciopero «Non si possono separare i ruoli», il ministro della Sanità risponde: è una garanzia per il cittadino I medici di famiglia sono pronti allo sciopero Ma la Bituii apre sulla libera professione Daniela Daniele ROMA «A noi non sta bene. E sarà sciopero se non cambierà qualcosa». Maretta nella sanità. Quello che non «sta bene» ai medici di famiglia è la norma che vieta loro di fare attività professionale specialistica con i propri assistiti. Lo sciopero è quello programmato per il prossimo 27 maggio. E' tensione, che a tratti sfocia in polemica aperta, tra i camici bianchi e il ministro della Sanità, Rosi Bindi. La legge, meglio nota come riforma della riforma sanitaria, che dovrà essere promulgata entro il 21 giugno, non piace ai medici. Del resto, come ha ricordato il ministro partecipando, ieri, a un incontro con la Fist-Cisl di Roma e Lazio, la sanità sta vivendo una fase delicata: «Stiamo realizzando - ha detto Rosi Bindi - una profonda riforma del sistema del Servizio sanitario nazionale che ha bisogno della collaborazione e del consenso di tutti». Ma il consenso è lungi dal venire, almeno per ora. L'ultimo nodo tra i denti del pettine è la libera professione dei medici di famiglia. Il ministro ribadisce che, con la riforma, questa figura diventa centrale all'interno del servizio sanitario, ma vuole separati, nel medico di famiglia, i due ruoli: non può un giorno vestire i panni del medico convenzionato e il giorno dopo, con lo stesso assistito, quelli del libero professionista che offre la propria prestazione a pagamento. E, per evitare che si crei un conflitto d'interessi, «cosi come abbiamo regolato l'attività dei medici dipendenti - ha annunciato Rosi Bindi -, credo sia corretto regolare quella dei loro colleghi di medicina generale». Ha poi voluto inviare un messaggio di distensione ai medici: «Pensiamo insieme alla messa a punto di una fonna di attività libero professionale, regolata in parte dal decreto legislativo e in parte delle convenzioni regionali». C'è poco da pensare, secondo gli agguerriti medici convenzionati. Mario Falconi, segretario nazionale della Fimmg (Federazione medici di medicina generale) non sembra lasciare molto spazio alla trattativa: «O cambia qualcosa di sostanziale, oppure scioperemo». Laddove il ministro vede nella nuova norma una garanzia per il cittadino, Falconi legge «uno sciocco paternali¬ smo». E si chiede: «Ma che senso ha impedire agli assistiti di scegliere Uberamente? Facciamo l'ipotesi che un cittadino abbia il medico di famiglia e l'endocrinologo nella stessa persona. Perché gli si deve impedire di usufruire dell'assistenza convenzionata e della specializzazione in un solo professionista?». E mentre Rosi Bindi parla del medico di famiglia indicandolo come figura centrale dell'assistenza sanitaria, Falconi denuncia il ruolo ancora troppo marginale della sua categoria. «Valorizziamola di più - propone - e vedremo i risultati. Faccio un esempio per tutti: a Reggio Emilia si è realizzato proprio questo, affidando ai medici di famiglia un ruolo davvero centrale. In tre anni, il deficit di 80 miliardi è sceso a 10 e sta andando verso il pareggio. I pazienti hanno fatto meno ricorso all'ospedale e si è ridotta la spesa farmaceutica». Da parte sua il ministro si dichiara disponibile a parlarne. Ma, soprattutto, ad ascoltare ogni esigenza di valorizzare le professionalità. Per farlo però, ribadisce, ci vogliono regole precise che non creino rapporti poco chiari tra medici e pazienti. «I rapporti poco chiarì - ribatte Mario Falconi -, ci saranno, senz'altro, se il ministro si ostinerà a mantenere questa norma nella legge. Crescerà a dismisura il lavoro nero. Come si fa a non capirlo? Se un paziente ti chiede di visitarlo ugualmente corde specialista, che fai? Gli neghi la visita? No, ci si mette d'accordo, per uno scopo comune: il suo benessere e la sua tranquillità. Ma, in questo caso, la visita sarà senza ricevuta fiscale». Il segretario dell'associazione «Non ha senso impedire agli «E' uno sciocco paternalismo» assistiti di scegliere liberamente» Cresce la tensione fra) medici di famiglia: la categoria è pronta allo sciopero se non saranno modificate le norme-sulla libera professione

Persone citate: Falconi, Mario Falconi, Rosi Bindi

Luoghi citati: Lazio, Reggio Emilia, Roma