Che bel cane, è un robot di Gabriele Beccaria

Che bel cane, è un robot «Aibo» è prodotto dalla Sony. E su questo nuovo mercato si lanciano anche gli altri colossi dell'elettronica Che bel cane, è un robot In vendita ilprimo animale artificiale Gabriele Beccaria Bravissimo ad abbaiare e scodinzolare, non sa che cosa voglia dire passare la lingua sulla faccia del padrone oppure scattare agli ordini della padrona. Il primo cagnolino-robot, della storia è un'amabile creatura a mezzo servizio. Affettuoso e vivace, resta un tontolone confinato ai margini dello raffinatezze della razza canina. Chi lo produce promette che lo migliorerà al più presto con iniezioni di software, ma intanto ci si deve accontentare e pagare: la Sony l'ha messo in vendita a 2500 dollari, circa 4 milioni e mezzo, soltanto per americani e giapponesi. Noi europei dovremo aspettare e snervarci con l'altra meraviglia elettronica del colosso giapponese, la nuovissima Playstation 2. Mentre la seconda generazione della consolle scatena l'aggressività con duelli aerei e gare di Formula 1, il robocane di nome Albo ispira pulsioni opposte, fino alla tenerezza: sebbene non lo dicano esplicitamente a To lo dicano esplicikyo sperano che sia la primamacchina semiintelligente di cui innamorarsi (in attesa di una finalmente a immagine e somiglianza di una top model). Altro che Tamagotchi, quei rozzi videoanimaletti portatili da nutrire, accudire, sopportare. Albo (che in giapponese vuol aire compagno) è simile a un cane in carne e ossa, ' i appena un po più piccolo di uno Yorkshire terrier, con una pelle argentata, lunghe orecchie e coda affilata, oltre a un muso a visiera con occhi lampeggianti: verdi quando è di buon umore, altrimenti rossi di rabbia. Insomma, un livello di realismo tale da renderlo piacevolmente ridicolo. Piacerà - sostengono gli ideatori - soprattutto ai bambini e agli anziani. «Cammina e gioca, si siede e si stira. £ prova emozioni e istinti, oltre ad avere la capacità di im- Earare», spiega la Sony, che ha ruciato in concorrenza nel mercato nascente dei «robopets», le bestiole artificiali da compagnia. La Matsushita Electric, per esempio, è ancora indietro con il gatto-robot dotato di videocamera e di sensori e l'americana Is Robotic studia «esseri sonsoriali» che sfruttano la stessa tecnologia di «Sojourner», la celebre esploratrìce marziana a forma di forno a microonde. Anche in questo caso si tratta di prototipi, alle prese con problemi che dopo sei anni di ricerche solo la Sony è riuscita a risolvere pienamente. Primo problema, eliminare le antiestetiche ruote testate in precedenza e far camminare e correre Albo sulle quattro zampe. Secondo, un programma che gli consente di spostarsi in ambienti sconosciuti, riconoscendo una serie di ostacoli. Per esempio - osservano alla Sony - non solo evita di mordicchiare i mobili di casa, ma sa anche come evitarli. In più, passa molto tempo a giocare con una palla arancione (per ora è l'unico colore che è in grado di riconoscere), mentre un telecomando amplia il suo raggio d'azione, all'aperto. Terzo elemento - quello probabilmente decisivo - i designer sono riusciti a strappare ad Aibo l'aura di mostro (come non dimenticare i simil-ragni ingarbugliati di cavi di tanti laboratori visti in tv?) e a conferirgli il look rassicurante di simpatico giocandone per famiglia. i h Dicono che con lui si riesca a stabilire un certo affettuoso rapporto, un quasi-dialogo addirittura, dato che Aibo agisce secondo una logica animalelettronica che incrocia sei emozioni (felicità, tristezza, rabbia, sorpresa, paura e antipatia) con quattro istinti basici (affetto, curiosità, irrequietezza e appetiun po' tontolone plontano dalle furbizie dei fratelli biologici, ma quando ha fame se ne accorge, eccome. La sua è fame di energia elettrica e Aibo si accomoda nella cuccia attrezzata con spina di ricarica, in attesa che qualcuno, impietosito, gli accarezzi il microsensore piazzato sul muso. In fondo, si accontenta di poco. E in più non sporca e non mette in disordine la casa (una virtù apprezzata in particola:- modo nei miniappartamenti nipponici). La cucciolata iniziale prevede 3 mila robocani in Giappone e 2 mila negli Usa. Poi si vedrà. Questo è un decisivo test di mercato. Confrontando Aibo con i loro pastori tedeschi, i primi clienti americani non si sono lasciati intenerire e infatti non smettono di chiedere: «Ma Aibo come se la cava ad afferrare il giornale e a portarmelo in poltrona?». Jj Sopra e a destra, due immagini di «Albo», il rivoluzionario cane-robot ideato dalla Sony

Persone citate: Sojourner

Luoghi citati: Aibo, Giappone, Usa