«Dopo le nostre bombe, il cancro»

«Dopo le nostre bombe, il cancro» tA GRANDE PAURA DELLE ARMI ALL'URANIO «Dopo le nostre bombe, il cancro» Un fisico americano: causano alterazioni genetiche intervista Cécile Sassàn PARIGI FISICO, ex ufficiale della Marina militare Usa, Charles Ferguson fa parte della Federazione degli scienziati americani, un'organizzazione non governativa con sede a Washington specializzatasi nell'informare l'opinione pubblica su temi quali le mine anti-uomo, il bilancio della Difesa o l'export d'armi. L'utilizzazione di materiale radioattivo nelle munizioni non è vietata? Come è possibile che gli Stati Uniti impieghino in Kosovo uranio impoverito? «Nessuna legge americana ne vieta l'impiego. In compenso, esiste una risoluzione del sottocomitato per i Diritti umani Onu che lo in¬ terdice. Si tratta di materiale radioattivo, ma che non costituisce a rigore un'arma atomica. Finché non si spara il colpo, la radioattività à debole, e in ogni caso chi manipola questo tipo di munizioni prende le necessarie precauzioni. Ma lo stesso proiettile diviene molto pericoloso sul campo di battaglia. Estremamente efficace, può perforare senza problema la blindatura dei tank. E il fatto che s'infiammi molto rapidamente a contatto dell'aria - in gergo tecnico lo si definisce "piroforo" - ingenera un reale pencolo di contaminazione attraverso le particelle radioattive disperse neh atmosfera». Quali sono esattamente i risebi in cui incorrono te popolazioni esposte? «Il rischio sta nel lungo tonnine. In effetti, l'uranio 238 - cui ricorrono generalmente i fabbricanti di munizioni anticarro a uranio impoverito - non è molto radioat¬ tivo. Ma quando le microscopiche particelle si fissano su tessuti vulnerabili come quello polmonare o il midollo osseo, le conseguenze sono estremamente gravi giacché si tratta di materiale genetico. Nel momento in cui le cellule si riprodurranno all'interno dei vari organi, vedremo moltiplicarsi tali alterazioni. E al termine del processo ci sono forti probabilità che la persona in questione sviluppi un cancro». Pare ci sia stato un precedente in Iraq. Di che ampiezza? «Nel 1991 gli americani e i loro alleati installarono un dispositivo militare impressionante m territorio iracheno. Diversi apparecchi utilizzavano munizioni a base di uranio impoverito, cosa che le rendeva estremamente efficaci: l'elicottero Apache (il «killer dei tanks»), i carri armati MI 1 e l'aereo AIO. n governo americano ha riconosciuto che almeno trecento tonnellate d'uranio impoverito sono state riversate sull'Iraq, in particolare nel Sud. Quali sono state le conseguenze sulle popolazioni? E' una questione assai delicata. Gli iracheni parlano di moltiplicazione di tumori e altre leucemie infantili. Occorre, evidentemente, restare molto prudenti in materia perché Baghdad può farne un'arma di propaganda. E' una buona ragione supplementare per predisporre un'inchiesta indipendente in loco». Lei come reagisce all'utilizzo di queste munizioni in Kosovo? ((All'inizio il Pentagono ha negato d'impiegare nei Balcani l'uranio impoverito. Ma ultimamente sono stati costretti ad ammetterlo in seguito a rivelazioni giornalistiche. Sono assai inquieto. In Iraq questi proiettili sono stati tirati in zone a bassa densità demografica, ma nei Balcani la popolazione è più densa... Dopo i convogli di oi- vili bombardati per errore e l'ambasciata cinese... si rischia un altro effetto collaterale d'importanza maggiore. Muoiono esseri umani, gente che non volevamo uccidere. Sono innocenti. E rischiano di venire contaminati a lungo termine: è terribile. Certo, le munizioni sono fatte per uccidere. Ma non si è obbligati a utilizzare un materiale che mette a repentaglio le popolazioni civili. L'Us Navy ha già rimpiazzato l'uranio impoverito con il tungsteno, rivelatosi di pari efficacia nel perforare la blindatura dei tank. Si tratta di un materiale pesante, che può sollevare problemi ambientali, ma ha perlomeno il vantaggio di non essere radioattivo. 11 problema à che l'uranio impoverito non costa nulla ai costruttori: é una scoria delle centrali nucleari, di cui l'industria cerca di sbarazzarsi Negli Stati Uniti ce ne sono cinquecentomila tonnellate disponibili...». Copyright L'Humanltó-La Stampa Un soldato americano carica le bombe nella pancia di un

Persone citate: Charles Ferguson

Luoghi citati: Baghdad, Iraq, Kosovo, Parigi, Stati Uniti, Washington