Bossi: pagate i danni ai pescatori

Bossi: pagate i danni ai pescatori Bossi: pagate i danni ai pescatori A Chioggia, dove la pesca è bloccata dalle bombe in mare Fabio Potetti inviato a CHIOGGIA Più che un politico consumato, ai pescatori di Chioggia Umberto Bossi si presenta come l'uomo della Provvidenza. «Sono qui per ascoltare...», assicura ai 300 marinai che affollano la sala consiliare, da giorni teatro di assemblee per capire quando si potrà tornare m mare. «Mi bastano due giorni...», fa due conti, guardando al calendario della Camera, al dibattito di oggi sulla guerra, alle richieste di risarcimento che arrivano dai pescatori che non s'accontentano di db, xliei, due soldi, come dice Zenuiio Ballarin tra gli applausi. Quale sia l'obiettivo di Umberto Bossi, in questa vicenda che vede in ballo piloti americani, la Nato, i militari italiani e le capitanerie di mezzo Adriatico è presto detto. «D'Alema ha voluto fare la guerra contro la Costituzione e 0 Parlamento, adesso paghi i danni, trovi una soluzione per i pescatori», spiega tra gli applausi il leader della Lega, a Chioggia snobbando il giuramento del presidente della Repubblica Ciampi. «Mi sembra che per la guerra si apra uno spiraglio. Schroeder e D Alema sono a Bari, non vorrei che si dimenticassero dei pescatori parlando solo di Deutsche Telekom», fa propaganda Bossi, suonando le corde giuste di questi 300 che non aspettano altro. «Quelle bombe erano in mare da giorni i cacciamine impiegheranno settimane, chi ci tutela?», chiede Gimmi Zennaro, in stampelle e con la mano sinistra fasciata, dopo lo scoppio di diedi giorni fa a bordo del peschereccio Gurra, quando ancora si parlava di ordigni bellici della seconda guerra mondiale, quando ancora qualcuno cercava di nascondere le discariche dalla Nato in Adriatico. Umberto Bossi ascolta, prende appunti, si fa spiegare l'economia di una cittadina basata su quelle 700 reti asciutte da giorni, con i camion della distribuzione che fanno il pieno di pesce azzurro anche al porto di Rimini. «Chissà quando riusciranno a trovarle tutte», è la preoccupazione più grande dei pescatori. «Con la bora a settembre ce le troviamo in spiaggia, se fa scirocco le troveranno anche a Jesolo», dicono i più pessimisti Incrollabili anche di fronte ai primi risultati del cacciammo Sapri, che ha già trovato il duster, l'involucro originale delle 200 bombe a frammentazione raccolte giovedì dal peschereccio di Chioggia. «Hanno trovato anche altre bombe», assicurano i pescatori, ma senza conferme ufficiali. «Certo è che quelle bombe sono state trovate anche al di fuori del perimetro indicato dalla Nato. E non credo siano state le reti a strascico a spostarle», giura Enzo Fornaio, presidente delle cooperative regionali di pesca. Tutto da accertare, allora, dentro e fuori da quelle cinque miglia in acque intemazionali, zona di sicurezza per i motopescherecci. Da accertare ci sono anche le responsabilità dei militari. E all'inchiesta condotta dal magistrato veneziano Matteo StuccUli si aggiunge quella della procura multare di Padova, al momento ancora contro ignoti ma con l'ipotesi di reato di omessa segnalazione. E davanti al magistrato militare, come persona informata sui fatti, compare 0 comandante dell'Ataf di Vicenza, il generale Leonardo Tricarico. Dal responsabile delle operazioni Nato in Italia, il procuratore capo Maurizio Block na voluto sapere se i militari erano a conoscenza delle discariche ammesse solo dopo giorni dall'Alleanza atlantica. «Tante parole, ma noi abbiamo ancora i pescherecci fermi e i conti da pagare», guardano al futuro e ai risarcimenti i marinai di Chioggia. Il segretario della Lega Umberto Bossi