La mozione imbarazza il governo di Guido Tiberga

La mozione imbarazza il governo La mozione imbarazza il governo rentier e veuruni: «* testo» oHjjfri ne nrwrti Guido Tiberga ROMA «(Allora, come l'ha presa?». Quando Fabio Mussi rientra nell'auletta del gruppo diessino, dopo aver comunicato a Massimo D'Alema gli esiti del vertice sulla guerra nel Kosovo, la domanda degli altri capigruppo non si fa attendere. La risposta del presidente dei deputati diessini è una specie di smorfia, che gli arriccia i baffi e può significare tutto. I più scettici la interpretano come un segno di scarso entusiasmo, per usare un eufemismo. I più ottimisti come un segnale di via libera, sia pure pronunciato a denti stretti, all'insegna del «poteva pure andare peggio...». Dal vertice dei capigruppo convocato all'ora di pranzo la maggioranza sembra uscire (quasi) compatta, con una risoluzione comune per il voto di oggi sul Kosovo. Ma dietro l'unione cu facciata - incrinata soltanto dalle prese di distanza di Giorgio La Malfa e di Enrico Boselli - si nascondono divisioni che non tarderanno a manifestarsi. Le tensioni andranno via via emergendo nel corso della giornata, con una ridda di telefonate incrociate tra Botteghe Oscure e Palazzo Chigi. Per concludersi nella tarda serata, con una serratissima riunione del gruppo diessino, dove Lanfranco Tura e Sergio Chiamparino minacceranno addirittura di votare contro il testo della maggioranza. Oggetto del contendere: la parte conclusiva del documento scritto da Mussi e approvato, non senza dialettica, dal vertice dei capigruppo. Poco più di cinque righe che fissano, senza troppi infingimenti, la successione temporale tra la tregua in Serbia e la riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. La prima «deve favorire» ed «è volta a consentire» la seconda..Una fuga in avanti rispetto elle posizioni ribadite appena qualche giorno fa da D'Alema. Alla tregua «preventiva» il vertice dei capigruppo arriva dopo un'ora e mezzo di dibattito fìtto, concentrato su un paio di passaggi della bozza preparata da Mussi. Il primo intervento riguarda la parte iniziale del testo, con il governo non più «invitato» ma «impegnato» a sviluppare con la massima rapidità presso gli alleati della Nato e nelle sedi intemazionali un'iniziativa volta all'«approvazione da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu di una risoluzione sul Kosovo». La seconda modifica, più controversa, si riferisce invece alla seconda parte del testo: «Per favorire la risoluzione deve essere promossa una sospensione dei bombardamenti», prosegue la bozza, che in origine recitava un più generico «in vista» della risoluzione. «Tale sospensione - continua il testo - è volta a consentire la convocazione del Consiglio di sicurezza e l'approvazione della risoluzione. E a verificare la disponibilità del governo jugoslavo ad applicarla...». La bozza, così formulata, solleva l'entusiasmo della parte pacifista della maggioranza, con Bertinotti che non a caso si affretta ad annunciare il suo voto. Ma cossighiani, socialisti italiani e repubblicani di La Malfa non nascondono i loro dubbi. «E' una mozione che può creare più di un imbarazzo a D'Alema», riassume in serata il segretario dello Seti, negando al progetto ii «sì» incondizionato del suo gruppo: «Decideremo in aula - spiega Boselli - dopo aver ascoltato l'intervento dei premier». Più secco il cossighiano Giorgio Rebuffa, che definisce il documento «un'operazione ipocrita, cinica e strumenta¬ le, che finge di approvare l'operato del governo ma di fatto ne prende le distanze...». Le perplessità si manifestano presto anche sotto la Quercia, dove esulta soltanto la sinistra. Veltroni e D'Alema si ritrovano uniti nel tentativo di cassare la parte conclusiva del documento, difesa fino all'ultimo da Mussi. D capogruppo definisce il cessate il fuoco come l'unica via per sbloccare l'empasse di una guerra «militarmente già finita». Palazzo Chigi, ieri sera, con fidava ancora in un'ulteriore revisione del testo: «Le bozze possono sempre essere riviste - avrebbe spiegato D'Alema ai suoi collaboratori -. In quel testo ci sono troppe cose: alcune sono confuse, altre sembrano persino contraddittorie...». E nella tarda serata di ieri lo stesso Mussi non escludeva l'ipotesi di un'ultima revisione, da apportare stamattina, prima dell'intervento in aula di D'Alema, previsto per le dieci e mezzo. La divisione della maggioranza sconcerta il Polo. Se il capogruppo di Forza Italia, Beppe Pisanu, parla di mozione «inaccettabile» e Carlo Giovanardi del Ccd definisce «devastante» l'ipotesi di una tregua unilaterale, Berlusconi e Fini preferiscono aspettare l'intervento in aula di D'Alema: «Il nostro dice il Cavaliere - sarà un voto a ragion veduta, molto meditato anche in considerazione della situazione tragica cui siamo di fronte». «la Camera, ascoltale le dichiarazioni del presidente del Consiglio, apprezza e sostiene lozione che sta svolgendo il governo per urta soluzione politica al conflitto nei Balcani, La Camera impegna il governo a sviluppare con la massima rapidità, presso gli alleati della Nato e nelle sedi internazionali, una iniziativa volta alla approvazione da parte del Consiglio di sicurezza dellOnu ai una risoluzione sul Kosovo, contenente i punti indicati dalla riunione del G8, per favorire la quale deve essere promossa una sospensione dei bombardamenti. Tale sospensione è volta a consentire la convocazione della risoluzione, e a verificare la disponibilità del governo jugoslavo ad applicarla» Oggi il dibattito sul conflitto La bozza preparata dalla maggioranza crea divisioni: «Fuga in avanti» Fausto Bertinotti e il leader verde Luigi Manconi

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