Kosovo, meno accordo D' Alema-Schoroeder

Kosovo, meno accordo D' Alema-Schoroeder Dal summit di Bari non esce un documento congiunto. Il Cancelliere: ci vuole molta cautela Kosovo, meno accordo D' Alema-Schoroeder Gli Usa: solo un'ipotesi il piano italiano Francesco Grignett! inviato a BARI Un documento congiunto per formalizzare una proposta di pace non c'è, nonostante gli annunci della vigilia. «Per evitare confusione», dicono sia Gerhard Schroeder che Massimo D'Alema. Se c'è un deluso, nasconde bene i suoi senti- ' menti. Potrebbe così sembrare che il vertice bilaterale tra Italia e Germania sia naufragato. Ma poi, dalle dichiarazioni dei due premier nella conferenza stampa, si capisce che ci sono molti punti di convergenza tra le diplomazie italiana e tedesca. Entrambi sostengono senza esitazioni il documento del G8. Appoggiano la mediazione russo-finlandese in corso. Sperano in una soluzione politica che esca dal Consiglio di sicurezza dell'Orni. Schroeder usa parole che D'Alema sottoscrive interamente: «L'azione militare è un mezzo, non un fine». Entrambi, infine, aprono la porta a una sospensione dei bombardamenti. Ma qui già si intravede qualche differenza. D'Alema tiene duro: «Io rimango dell'opinione che per favorire una risoluzione dell'Orni potrebbe essere necessaria una sospensione dei bombardamenti. Sarebbe un atto politico e non una tregua unilaterale e incondizionata». Il cancelliere tedesco mostra cautela: «All'interno del processo negoziale si discuterà come e quando eventualmente si potranno sospendere gli attacchi per un tempo limitato». Commento finale di D'Alema: «Possono esserci valutazioni diverse su come portare avanti un obiettivo, ma sostanzialmente l'obiettivo è comune. Capisco che la posizione della Germania possa essere un po' più riservata: sono anche presidenti del G 8 e devono tenere conto di molte posizioni. Ma nella sostanza credo che l'incontro confermi che stiamo lavorando per la pace. Noi siamo d'accordo quasi su tutto. Il problema 6 mettere d'accordo gli altri». Insomma, pare dire D'Alema, il momento è così delicato che è ancora presto per formalizzare una proposta. Il can¬ celliere tedesco non fa che ripeterlo, in conferenza stampa: «Ci vuole molta cautela». Gli fa eco D'Alema: «La situazione è talmente fluida che non è il caso di ingabbiarci in formule». • E comunque, onde evitare equivoci sulla voglia italiana di pace, il presidente del Consiglio ci tiene anche a precisare: «Una soluzione politica vuol dire una pace giusta. Chiesto non significa cedere alla prepotenza e alla legge del più forte. Face giusta significa consentire Q ritorno dei profughi nelle loro case». «Le posizioni italo-tedesche sono molto vicine», commenta il ministro degli Esteri Lamberto Dilli - il punto di svolta potrebbe essere la risoluzione dell'Orni». D'Alema espone una sua forte convinzione: «Ci sarebbe un'alta probabilità che la Repubblica jugoslava rispetterebbe una risoluzione dell'Orni». Ma se poi Milosevic non l'accettasse? «Non resterebbe che l'estrema ratio, l'intervento di terra. Attualmente non ci sono le condizioni politiche per un'invasione della Jugoslavia da parte della Nato. Ma cambierebbe il quadro di legittimità se Milosevic dicesse di no all'intera comunità intemazionale», dice D'Alema. Il governo tedesco, invece, anche lui alle prese con una maggioranza inquieta, mette le mani avanti. Mai manderà soldati sul terreno. Schroeder lo dice come prima cosa: «La nostra valutazione, su questo punto, è differente dall'Italia. Lo dico apertamente e in lealtà: la Germania non parteciperà a un intervento di terra. Il governo tedesco non cambierà posizione neanche in futuro». Ma se questo è uno dei punti di divisione tra Italia e Germania, ben altri sembrano essere i contrasti con Washington. «La proposta del presidente del Consiglio Massimo D'Alema per una pausa nella campagna aerea contro la Jugoslavia-fa sapere in serata il portavoce del Dipartimento di Stato James Foley - è in questa fase solo una questione ipotetica. Il progetto, infatti, presuppone il raggiungimento di un consenso dettagliato all'interno del G8, in altre parole con la Russia. E nel Consiglio di sicurezza ciò avrebbe bisogno, ovviamente, dell'assenso cinese e di un voto del Consiglio di sicurezza. La nostra posizione - sottolinea Foley - resta che una cessazione dei bombardamenti sarà possibile una volta che Milosevic avrà accettato le cinque condizioni della Nato ed avrà iniziato, in maniera dimostrabile, a ritirare le sue forza secondo un calendario rapido e preciso. Questo non sono le mie parole, sono le parole del comunicato della Nato sul quale si sono accordati i leader alcune settimane fa». Il premier Massimo D'Alema con il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder al termine del vertice di Bari Il ministro degli Esteri Lamberto Dini