«Le rifarne per un' ltalia più europea»

«Le rifarne per un' ltalia più europea» Il Capo dello Stato parla anche della guerra balcanica: «Inevitabile il ricorso alle armi» «Le rifarne per un' ltalia più europea» // discorso di Ciampi: famiglia, giustizia e stabilità politica Maria Teresa Meli ROMA Quando Carlo Azeglio Ciampi entra nell'aula di Montecitorio, l'eco degli applausi del centro sinistra, che ha accompagnato l'ingresso di Scalfaro, si è spenta da poco, e nell'emiciclo è tornata la calma, interrotta solo per qualche frazione di secondo dalla comparsa del sindaco di Roma Rutelli, attorniato subito dai commessi che lo accompagnano fuori, dopo avergli spiegato che non può stare 11 dentro, il nuovo Presidente pronuncia il giuramento e estrae le quattordici cartelle del suo discorso, breve ma denso di contenuti. La premessa di Ciampi è chiara: si adopererà per «far perdurare» la «significativa convergenza costituzionale» che maggioranza e Polo hanno creato eleggendolo. Quindi, uno sguardo al passato, con una sottolineatura della «piena pacificazione» avvenuta dopo la seconda guerra mondiale. Ma il presente toma, con il suo carico di problemi. E' protagonista la guerra. Ciampi ripete più volte che è necessario arrivare alla pace, ma è fermo nel rilevare «l'inevitabilità del ricorso alle armi». Ed è altrettanto determinato quando spiega che la «garanzia del rispetto dei diritti umani» e le «premesse certe di una pace vera» devono essere stabilite «subito e insieme». E' un'implicita "sconfessione" della mozione della maggioranza sul Kosovo che non sfugge né a Bertinotti né a Monconi. Parla di guerra, il Presidente, e di pace. Di quella «suprema istituzione di pace» che è la «Chiesa cattolica», «con una figura - aggiunge - di riferimento universale dei più alti valori umani, il Sommo Pontefice, al quale va oggi il mio grato pensiero». Non è personaggio che sfugge e rinvia i problemi, il nuovo Presidente. Anzi li affronto, eco parole chiare. La sua elezione potrebbe coincidere con l'avvio di una stagione di riforme. Lui lo sa, lo spera, e indica pure, punto per punto, quali potrebbero essere «gli aggiornamenti istituzionali». Bisogna adeguarsi all'Europa, è il suo monito. Per quel che riguarda il federalismo, ma anche la giustizia, perché se è vero che l'indipendenza della magistratura è «intangibile», è anche vero che sono necessari «la certezza del diritto» nonché «il principio del giusto processo» (Forza Italia applaude). Ciampi parla poi di legge elettorale. E lancia un messaggio ai popolari e ai partiti cosiddetti minori, sottolineando che bisogna trovare l'«equilibrio tra la primaria esigenza di esprimere un governo di legislatura e la rappresentatività politica del Paese». Se a questo si aggiunge che Ciampi non fa nessun accenno all'elezione diretta del Capo dello Stato, si capisce la soddisfazione di quanti pensano al cancellierato più che al presidenzialismo. Quindi, il nuovo inquilino del Colle si fa garante dell'antiribaltone quando precisa che la «vera stabilità politica» è «continuità del governare nel succedersi delle legislature e nell'alternarsi delle maggioranze». Il Polo incassa, soddisfatto. E nelle riforme da fare Ciampi inserisce anche quella dei partiti, a cui riconosce il ruolo di «strumenti mdispensabili» (e Marini, più tardi, ricorderà questo passaggio), ma a cui chiede anche di «far corrispondere l'agire politico al sentire comune». Sul finire dell'intervento - tutto impregnato di riferimenti all'Europa - dopo aver denunciato con forza il problema della disoccupazione e sottolineato con vigore la «centralità della famiglia», Ciampi toma a ribadire il suo ruolo di «rappresentanza dell'unità nazionale». Il Presidente finisce di parlare, e l'aula si svuota. D'Alema - che ha accolto Ciampi con questo saluto: «Ti saremo da scorta nel Paese» - sale al Colle per presentare le rituali dimissioni del governo, vedendosele, come da copione, respinte. In Transatlantico Veltroni sorride e afferma: «Adesso ci sono le condizioni per fare le riforme». Un convincimento che è proprio anche di Scalfaro. Prodi è felicissimo. Persino Marini, nonostante l'aria mesta, plaude all'intervento del Presidente. Più perplesso il verde Manconi, che dissente sull'viinevitabilità della guerra». Bertinotti, invece, è fortemente critico. La Lega, con Marcili, è beffarda. E nel Polo? Fini sembra entusiasta, Berlusconi è contento ma sfodera una certo cautela, benché l'intervento di Ciampi, nella sostanza, sia andato incontro più alle posizioni di Fi che a quelle di An. D leader di Al¬ leanza nazionale spiega: «Non saprei trovare un motivo di critica in quel discorso». Il Cavaliere osserva: «Ottimo. Con Ciampi, abbiamo scampato il grande pericolo di una riconferma di Scalfaro. Certo, dovrò spiegare a metà dei nostri elettori il perché di questo scelta». In un angolo del Transatlantico, solo le donne Ds non appaiono troppo di buon umore. «Siamo arrabbiatissime per quei richiami alla famiglia», confida Claudia Mancina a un'amica. E' un'eccezione, però. Sul Palazzo aleggia un'atmosfera gioiosa, nonostante le parole pronunciate da De Mito prima di eclissarsi contengano un fondo di verità: «Senza volerlo dice l'ex leader De - sono riusciti a eleggere una persona per bene. Senza volerlo perché hanno giocato a fregarsi fino all'ultimo. Il risultato è che la maggioranza rischia di non esserci più». » L'oulo di Montecitorio erg addobbato do té incolori • leader di portilo presenti: tutti, tranne Umberto Bossi ♦ Ingresso al Quirinale alle 11,10 Applausi ricevuti durante il discorso: 19 • Applausi che aveva ricevuto Scalfaro sette anni fa: 1é (in 45 minuti) • Applauso finale del Parlamento: • Orazioni nel discorso alle Camere: % (Papa Giovanni Paolo II, luigi Einaudi, Oscar luigi Scalfaro) • te altre atóoni: • parFÉuropa, 3 per ii Mezzogiorno, 1 per il Mediterraneo — ■ • Citazione letteraria indiretta: 1, a Joseph Conrad, quando, portando de! secolo che si sta chiudendo, ha invitato a superare di slancio la «linea d'ombra» che sembra proiettarsi su.quesfa fine di millennio. Ciwred scrisse «la lineowriwbra» nel 1915 e fu pubblicato a puntale, su alcuni quotidiani, nel 1916 )

Luoghi citati: Europa, Kosovo, Roma