Dall'Albania, con orrore

Dall'Albania, con orrore DI UNA PROSTITUTA UCCISA A CUNgO AL2A DI NUOVO II VELO SULLA FEf Dall'Albania, con orrore Così le ragazze vengono vendute e punite reportage Marco Nélrottl B O Bono una ragazza fortuna- ■ ta», mi ha detto Vera su un ■ controviale di Torino. Ha aperto il giubbetto in pelle nera e tra fanali e lampioni ha mostrato tuia cicatrice che dall'ombelico, girando intorno al fegato, correva al centro della schiena. Complimenti ai chirurghi di Napoli, che l'hanno ricucita, e complimenti anche ai clienti torinesi che - lei lo dice ridendo - davanti a quello sbrego si eccitano. Vera fortunata, Vera'che «le è andata bene cosi», Vera che «quando hanno spaccato Eva» ha pianto. Dice «spaccato»: a Eva sono passati sulle gambe con l'auto, perché di battere non ne voleva sapere e allora le gambe non le sarebbero servite più, neanche a scappare. Vista così, è fortunata Vera. Perché a Merita Biba, nata a Valona il 15 aprile 1975, portata a battere strade del Veneto e del Piemonte, è andata peggio: l'hanno massacrata a colpi cu cric e bruciata a 24 anni pochi giorni fa. Vernante, provincia di Cuneo, montagne piemontesi, villeggiatura, 1400 metri. L'hanno portata da Treviso, forse se la sono venduta l'un con l'altro, ma a lei non stava bene. Ne hanno catturati sei, alcuni di loro non erano nemmeno clandestini. Vedremo, adesso, che cosa questi sei «duri» avranno da dire al magistrato. Con ogni probabilità diranno stupefatti: «Era una puttana disobbediente». Bisogna entrarci nel mondo di questa prostituzione, per capirne le distorsioni. Ed è entrare in un mondo altro, diverso. Le pallottole e i macabri falò di Scerbanenco sono fuocharelli. E la povera Biba, probabilmente venduta come si vende un'auto usata, colpevole di qualche rapporto con la polizia di Treviso, disobbediente e pericolosa, brutto esempio, se la sono ammazzata senza nemmeno coprire la targa, con un'idea di impunità che lascia stupefatti. Prima di spaccarle la testa con il cric, l'hanno portata per birrerie. E la sua morte svela più di altre la ferocia che sta dietro gambe e stivali e minigonne dei nostri viali. Andiamo a Tirana, Valona, Durazzo. Ci sono ragazze che partono con la consapevolezza di quel che vengono a fare, hanno visto le nostre tv, pensano a due anni di denaro e una fortuna in patria, d'accordo con il fidanzato. Ma c'è l'altro circo. Sul monte Daiti, fuori Tirana, ho visto partire puttane inconsapevoli, dai villaggi con le case in pietra e l'antenna parabolica. Partono in due modi: c'è lo zio, il nonno, qualche adulto che letteralmente vende la ragazzina al giovanotto - da due a otto milioni - per poi farsi la casa intorno alla pista dell'aeroporto. Oppure c'è la lenta, graduale, romantica caccia alla preda: come in «Harmony» vanne e vengono, questi predatori, le portano a ballare in discoteche con più luci che speranze, le innamorano e le accompagnano in Italia, Quando si ritrovano qui, tutto è allegria. Albergo, ristorante, pizzeria, musica. Le ragazze ri- dono davvero nei bar e ristoranti. Ridono in modo diverso sul marciapiede, atterrite. «I soldi sono finiti», si devono pagare i debiti per il viaggio, dice nnnamorato. E l'unica strada è il marciapiede. Si tratta di convincerle. Ecco i loro racconti secchi come verbali: «Non c'erano i soldi e ho detto che facevo la cameriera. Ha detto che non bastava. Mi ha picchiata. Poi sono venuti gli altri». «Venuti gli altri» significa sistematiche violenze di gruppo, che durano da due a cinque giorni, stupri metodici, dietro casa nostra come in Kosovo, quasi rituali. Vera, ancora a Napoli, ha minacciato d'ammazzarsi. Le hanno risposto che se lo avesse fatto avrebbero ammazzato sua sorella e la nipotina. Stupro metodico, in alberghi di San Salvarlo, a Torino, o in alloggi a due passi da Mirafiori: «Questo è quello che devi fare». Quando il messaggio è chiaro, è l'ora della Strada, con i protettori che controllano da locali pubblici e auto. La ragazza deve portare un milione per sera, venti clienti da cinquantamila lire, oppure qualcuno in meno da centomila, Racconta Daria, 17 anni: «Ho chiesto al cliente di portarmi alla polizia. In corso Vittorio Emanuele, vicino alla caserma, ci hanno speronati. Mi hanno fatta scendere e lui è scappato. Loro mi hanno ripresa». Per quella che sbaglia, che tradisce, c'ò un crescendo di sevizie: «Ti picchiano con la cinghia dei pantaloni, ti bruciano con le sigarette, sotto le ascelle perché non si vedano i segni, e anche in altri posti. Ti violentano con oggetti». E' sadismo o cinica guerra psicologica quella che racconta un'altra ragazza, che aveva soltanto chiesto di riposare due giorni: «Mi hanno fatta stare tutta la notte inginocchiata con la testa dentro il cesso, e ridevano e se mi sollevavo non dico che cosa mi facevano». Ha ragione Salvatore Mulas, il capo della Squadra Mobile di Torino, quando avverte: «Il lavoro di polizia non è perseguire queste ragazze, ma è la battaglia contro una organizzazione sempre più feroce. E questa guerra la vinceremo soltanto con il loro aiuto, se avranno fiducia». I mercanti di prostitute inventano sevizie nuove. L'ultima è il «gelato bollente». La ragazza «inquieta» viene-infilata in una vasca di acqua gelida e innaffiata con getti di acqua bollente, o viceversa. Stanno in branco, i magnaccia, danno 'libertà per quattro compere e uno o due di loro seguono il drappello. Nessun contatto con altri. Le avvicini e squilla il cellulare: «Che vuole quello?». Te ne freghi e vengono di persona a spiegarti che devi girare al largo. Non vedono donne, ma slot-machine del sesso. «Se tradisci ti picchiano con la cinghia, ti bruciano con le sigarette Devi garantire almeno un milione di incasso ogni sera» La giovane a Treviso aveva contattato la polizia. Condotta in Piemonte è stata portata nelle birrerie e poi massacrata a colpi di cric- A destra un gruppo di prostitute albanesi in questura a Torino. Accanto Blba Merita, la ragazza uccisa nelle montagne del Cuneese

Persone citate: Biba, Di Nuovo Ii, Salvatore Mulas, Scerbanenco