«L'Italia, un buon amico e un buon alleato»

«L'Italia, un buon amico e un buon alleato» «L'Italia, un buon amico e un buon alleato» Ledeen: ma questo conflitto non è coerente con l'arte della guerra intervista Cario Rossetta WASHINGTON •_ LA sala delle conferenze, al dodicesimo plano del palazzo. dell'Amerìcun Enterprise Institute a Washington è zeppa di «teste d'uovo». Ci sono Richard Perle, stratega al Pentagono ed tempi di Ronald Reagan. Jane Kirpatrlk, ex ambasciatrice americana all'Orni. James Woolsoy, ex capo della Cia. Irvin Kristoll, uno dei massimi esponenti del pensiero conservatore. Woolaey e Kristol presentano il nuovo saggi0 del politologo Michael A Ledeen: Machiavelli on modero leadership, pubblicato dalla StMartin's Press, là casa editrice di Monica Lewinski. Q libro, appena uscito, è andato a ruba a Washington ed è ventesimo nella classifica tu Amazon Books, il sistema di vendite via Internet. Ledeen si occupa di cosa italiane dal 1965, da quando approdò a Firenze con una bona di studio. Ha lavorato al Consiglio per la Sicurezza Nazionale. Ha trattato per il governo americano la questione di Sigonella. E' considerato uno dei massimi esperti di cose italiane, anche se in Italia, dagli ambienti di sinistra, non è mai stato molto amato. Cè del maccbiavellitmo nella prosa di posizione di Massimo d'Alema sulla eventualità di una interruzione dei bombardamenti in Kosovo dopo una di• chiarazlone del Consiglio di Sicurezza dell'Onu? «Si è trattato chiaramente di un discorso fatto ad uso interno, per tranquillizzare una parte della maggioranza di governo. Tutti i leaders mondiali usano la politica estera a fini interni. Anche BUI Clinton, e ne abbiamo una prova ogni giorno. Quindi non mi sorprende quel che ha detto d'Alema». L'Italia à un alleato affidabile? O vale ancora la vecchia definizione di ((Italia anello debole della Nato»? «Se ne parlava ai tempi della guerra fredda ma mi sembra che quel periodo sia distante». Insomma l'Italia come si è comportata in queste eette settimane di conflitto in Kosovo? «Da buon alleato». Lei à appena rientrato da una visita in Italia:, che clima ha trovato nei confronti della guerra? «Nessun entusiasmo. Un po' come qui a Washington. Parlo evidentemente di Roma, città diversa dal resto d'Italia. Probabilmente a Venezia la gente reagisce in modo diverso. Tutte le volte che vengo in Italia mi si chiede cosa pensa l'America del vostro Paese. Ed io rispondo che gli americani non pensano nulla dell'Italia. Questa è là verità. Siamo amici e basta. Quelli che si occupano davvero dell'Italia a Washington sono poche persone, forse poco più di dieci fra Casa Bianca, Pentagono, Dipartimento di Stato, Sicurezza nazionale. Durante la guerra fredda saranno stati una ventina. Con l'Italia le cose vanno bene». Non ha notato a Roma un certo anti-amoricanismo? «Non più del solito, fisiologico, antiamericanismo all'italiana. Ci sono oggi nel mondo due tipi di antiamericanismo. Ci sono quelli che odiano l'America per motivi ideològici, politici, economici e religiosi. E ci sono quelli che non amano l'America perché non la ritengono meritevole di essere la unica superpotenza del mondo. E questa, come spiega Machiavelli, è la situazione più pericolosa per un leader. Si crea una miscela di odio e di disprezzo. Bui Clinton è quindi odiato perché fa la guerra e disprezzato perché non la vince. À Machiavelli questa guerra sarebbe piaciuta? «Il modo con cui è stato progettate e condotto questo conflitto non è certo coerente con l'arte della guerra, Hanno sbagliato tutto. Dovevano partire con una strategia e delle tattiche e invece hanno fatto il contrario. Questi non combattono per vincere ma per fare la pace. Intervengono per salvare i kosovari ma non fanno che peggiorarne le condizioni. Ah se avessero letto e meditato Machiavelli! Purtroppo questo grande italiano non è sempre ben conosciuto nelle nostre scuole. Soprattutto si pratica poco il Machiavelli dei Discorsi. Si conosce quasi solo esclusivamente II Principe... «Ma II Principe è soltanto una soluzione. L'Italia stracorrotta e debole cerca col Principe un uomo buono disposto a fare cose cattive. H Machiavelli dei discorsi parla della Repubblica e della Libertà. Il mio libro, alla luce di Machiavelli esamina i moderni leader, il loro carattere, gli elementi che ne hanno fatto il successo o il fallimento. I personaggi vanno da Ronald Reagan a Margaret Thatcher, da Bill Gates a Bill Clinton, da Bettino Craxi a Silvio Berlusconi». In un nuovo saggio rilegge i moderni leader alla luce del Machiavelli