D'Alema a Schroeder; ecco la mia pace di Francesco Grignetti

D'Alema a Schroeder; ecco la mia pace Si lavora nella notte a un documento comune per una soluzione diplomatica della crisi D'Alema a Schroeder; ecco la mia pace // Cancelliere al vertice di Bari: un piano costruttivo Francesco Grignetti inviato a BARI C'è la voglia di trovare una via comune per la pace. Ma non tutto fila liscio. Il primo giorno del vertice bilaterale italo-tedesco tra Massimo D'Alema e Gherard Schroeder finisce in maniera interlocutoria. Tutti a cena da Vissani, allora, a gustare aragosta alle olive e millefoglie di carciofi. «Sarà una cena di lavoro», annuncia il portavoce della presidenza del Consiglio, Pasquale CasceUa. La proposta lanciata da D'Alema - coinvolgere Russia e Cina per arrivare a una risoluzione dell'Onu, sospensione «tecnica» dei bombardamenti, ultimatum a Milosevic, e se tutto va male via all'intervento di terra - evidentemente merita ulteriori approfondimenti e forse anche qualche limatura. «E' una proposta in divenire», spiega un collaboratore di D'Alema. E oggi, a conclusione del vertice, è annunciato un documento comune. Per tutta la notte, dunque, lavoreranno i tecnici dei rispettivi staff. Sia il governo italiano che quello tedesco, infatti, entrambi alle prese con maggioranze sull'orlo di una crisi di nervi, cercano il successo diplomatico. Schroeder, entrando nella prefettura di Bari, dove l'aveva accolto un picchetto militare e un D'Alema in impeccabile grisaglia color antracite, aveva detto ai giornalisti di «Arti», la tv di Stato tedesca: «La proposta di D'Alema è un segnale positivo. Ma prima di esprimermi, voglio parlare con lui». Quando uscirà, il cancelliere tedesco userà una sola incoraggiante parola per definire il piano di pace avanzato dagli italiani: «Costruttivo». Qualche ora prima, il segretario generale della Nato, Javier Solana, aveva promesso telefonicamente a D'Alema che se la proposta italiana verrà formalizzata e acquisterà peso lungo la strada, sarà presto il consiglio atlantico ad occuparsene. Così, mentre in una sala della prefettura di Bari s'incontravano i due ministri dell'Interno, Rosa Russo Jervolino e Otto Schily, e mentre anche i due capi delle polizie scambiavano qualche chiacchiera, D'Alema e Schroeder hanno potuto parlare a quattr'occhi di diversi argomenti. Ha fatto capolino la fusione tra la Telecom italiana e la Telekom tedesca, ad esempio. Oppure i piani per la ricostruzione del Kosovo. E non è mancato un accenno all'ipotesi di una conferenza di pace per l'insieme dei Balcani. Ma il piatto forte restano i bombardamenti della Nato e le prospettive di pace. Sta crescendo nelle rispettive opinioni pubbliche un'insofferenza verso la guerra che i due premier non possono sottovalutare. Dalla folla barese che ha accolto l'arrivo dei due, ad esempio, si sono sentite due grida isolate: «Vogliamo la pace!» e «D'Alema, ricordati della Costituzione!». Ecco dunque che il portavoce di Palazzo Chigi può annunciare. al termine: «C'è una ricerca di convergenze su una soluzione politica». La partita non è chiusa, insomma. Ma nessuno si illudeva che sarebbe stata facile. Il ministro dell'Interno, Rosa Russo Jervolino, uscendo dall'incontro con il collega Schily, era stata la prima a manifestare una certa soddisfazione: «Ci hanno promesso che troveranno delle tende per i profughi del Kosovo». Noi le monteremo. Quanto al piano di pace: «Il mio interlocutore m'è sembrato molto favorevole». Un pezzo di strada, però, è ancora da fare. Non foss'altro perché i collaboratori di D'Alema sono i primi a far capire che la proposta non è affatto ultimativa. La definiscono un'idea «di massima». Lo stesso fatto che la proposta sia stata avanzata in un'intervista e non nelle sedi ufficiali, fa capire che è su¬ scettibile di modifiche. «Ma il cancelliere, che è presidente di turno dell'Unione europea, è interessato quanto noi a una solu zione in questa direzione», è il commento di Palazzo Chigi al termine dell'incontro. Finiti gli incontri, la solita bagarre di giornalisti e telecamere tenute a distanza dalla polizia. In programma un velocissimo tour alla cattedrale di San Nicola, e poi cena di gala nella «sala Giuseppina» del Kursaal Santalucia, una palazzina liberty attrezzata a teatro e centro-convegni. «Voglio una sala con vista sul mare e Vissani ai fornelli», era stata l'esplicita richiesta di D'Alema. Così per un giorno Vissani è stato «affittato» dalla presidenza del Consiglio. La sala l'ha scelta il cuoco: c'era stato un mese fa per presentare il suo nuovo libro di ricette e gli era molto piaciuta. Telefonata tra il presidente del Consiglio e Solana che assicura: se la proposta verrà formalizzata ce ne occuperemo ij jj fi 61 collaboraiori del premier precisano: è una idea di massima in divenire, che può essere oggetto di modifiche^ Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder con Massimo D'Alema a Bari davanti alla guardia d'onore

Luoghi citati: Bari, Cina, Kosovo, Russia