Anch'io nel girone dell'ingordigia

Anch'io nel girone dell'ingordigia Raspelli: le calorie tutto sommato erano modeste, non potevo mancare l'assaggio Anch'io nel girone dell'ingordigia Edoardo Raspolli QUANTO è lunga la gola? Quali sono le dimensioni della nostra gastronomica lussuria? Che peso ha, nella nostra giornata di festa, lo sfìzio della succulenza, il piacere della trasgresi l ti dll pgsione, lo scatenarsi della nostra ingordigia? Il dietologo l'ha calcolato; le calorie sono, tutto sommato, modeste; lasciano perfino lo spazio anche per un paio di pezzacchiotti non enormi ma nemmeno piccoli... Ed allora via, diamo la stura alla nostra fantasia, cerchiamo la varietà, tentiamo di capire se quella crema gianduja infilata spalmata spatolata lungo lo sfilatino da record viene da Torino o a da Castellazzo Bormida; cerchiamo di capire se la regina delle nocciole italiane, la Tonda Gentile delle Lunghe, è solo al 13% o, magari, se non ha sfondato la soglia, udite udite, del 52%. Pensate, immaginate, sognate: il panino della nostra infanzia, il panino più lungo che possiate aver mai visto nella vostra vita, un'inenarrabile teoria di 462 metri e 10 centimetri, era là, tra le vie del quartiere, tra il Po e la Mole Antonelliana, nella piena concreta realtà della sua succulenza. Alla ricerca del record mondiale, nella speranza vittoriosa delle auree righe nel Guinness dei primati, lo sfilatino torinese bloccava i semafori, mobilitava i vigili, chiudeva le strade per il rito della gola. I panettieri si sono scatenati nel dimenticato rito mattutino del clandestino lavoro domenicale. La gente del quartiere ha allestito la lunga teoria dei banchi e la doppia transenna colorata delle strisce bianche e rosse per bloccare i golosi dell'anzi tempo. Berretta in testa e guanti trasparenti, altri panettieri con affilatissimi coltelli hanno tagliato in due, un metro dopo l'altro, l'immane serpentone. Poi, il momento più ghiotto: barattoli grandi e piccoli, centinaia di pezzi, la produzione migliore dei nove artigiani selezionati dalla Guida Critica e Golosa del Piemonte, sono stati aperti per farcire, insaporire, rendere succulenta queU'interminabile teoria. La maschera tradizionale di Torino ha tagliato a mezzogiorno e mezzo in punto la pri¬ ma fetta, il primo micropanino, poi è stata la volta della gente del quartiere, e non solo del quartiere. Suor Germana è stata la madrina: anche se il suo motto è «Lo stomaco è vicino al cuore», è stata assai parca. Il fotografo ha ritratto di spaile, non visto, il dietologo: l'ascetico professor Giorgio Calabrese è stato immortalato con un pezzo del record nella mano sinistra e un altro nella destra. Gianfranco Vissani, il primo chef d'Italia, si è messo in posa con uno sfilatino lungo 30 centimetri (ed al di là degli scatti se l'è pappato pure, tanto per non smentire i suoi 120 chilogrammi). Francamente, nemmeno io potevo mancare all'assaggio: come facevo a non approdare in via Vanchiglia, bella strada popolare torinese che, andando verso le acque del Po, viene subito dopo via Roero e via Barolo?

Persone citate: Edoardo Raspolli, Gianfranco Vissani, Giorgio Calabrese, Raspelli, Suor Germana

Luoghi citati: Castellazzo Bormida, Italia, Piemonte, Torino