Vince anche al biliardo, brinda col brut
Vince anche al biliardo, brinda col brut Vince anche al biliardo, brinda col brut // Presidente a Santa Severa, dribblando i reporter inviato a SANTA SEVERA «Pronto, Vincenzo?». «Ciao Carlo». A casa del notaio Papi il telefono è suonato in mattinata. «No, oggi non vengo da te per la partita di boccette. Troppi fotografi: sai come sono fatto, quand'è cosi vado in confusione, non so più quel che dico; quindi preferisco non dire nulla. Mi ci dovrò abituare. Puoi venire tu da me nel pomeriggio? No: alla messa non intendo rinunciare». «Arriva?». «Non ancora». Padre Francesco l'attendeva alla funzione delle 9, nella cappella del suo convento. Poi, a quella delle 11, in parroccnia. Ogni minuto gli occhiali del giovane francescano polacco spuntano dall'uscio della sacrestia. Forse pensando al suo ospite e al compito che l'aspetta, sul sagrato ha affisso un passo del salmo 109: «Lampada per i miei passi è la Tua parola, luce sul mio cammino. Ho giurato e lo confermo di custodire i Tuoi precetti di giustizia». Eccolo. Camicia scozzese, girocollo azzurro, pantaloni di cotone blu, mocassini marroni, Carlo Azeglio Ciampi entra in chiesa, percorre la navata, varca la porta di legno chiaro. Ad attenderlo c'è anche suor Rosa, la madre superiore delle Orsoline: «Che Dio l'aiuti, presidente». Lui ringrazia e si siede al fianco della signora Franca, nel secondo banco, le mani intrecciate sul grembo o dietro la schiena, il capo chino sul libretto delle letture: «Dal Vangelo secondo Matteo: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra..."». Fa la sua offerta, si volta a stringere la mano mormorando «pace» al caposcorta e al cronista seduti nel banco dietro, risponde alla formula del celebrante: «Salga al Signore un canto di gioia». Padre Francesco invita a «pregare Dio per il presidente della Repubblica qui presente, affinché gli conceda perpetua salute e lo assista nella sua opera per promuovere la libertà e la pace del suo popolo». La signora Franca si inginocchia per l'Elevazione, Ciampi resta in piedi e si incurva ancora di più. Poi là moglie si mette in fila per la comunione, e lui resta al banco a seguire il canto sul libretto: «So che la Tua mano forte non mi lascerà, Tu che da mille strade ci conduci ad unità...». Come un sussulto, quando il frate polacco cita «il nostro Papa Giovanni Paolo II», al cui messaggio il presidente ha voluto rispondere di suo pugno. All'uscita, i fedeli applaudono. A stringergli la mano ci sono Vmcenzino il giornalaio, Franco del chioschetto dove d'estate i Ciampi passano a prendere le granite alla frutta, il pasticciere Marcia che invece prepara le cassate presidenziali, il pizzaiolo Renzo che ride: «Cominciamo con un ambo: 70 e 7, i numeri dei suoi voti a Montecitorio, sono usciti sulla ruota di Firenze». Poi via, sulla bicicletta nera, per una pedalata sul lungomare tra due ali di amici e fotografi, tipo arrivo in salita al Tour l'affetto è tale che il caposcorta è sbalzato di sella. La sveglia, nella villa a due piani di via Monocella, l'aveva data la Tipo verde che alle 8 e mezza percorreva il paese gracchiando «Arrotino)». All'angolo c'è la villetta (deserta) di Oscar Luigi Scalfaro. La spiaggia dei due presidenti ha un nome che sta benissimo ad entrambi. Santa Severa, e pare rivelarne anche i caratteri: casa Scalfaro è circondata da un muro bianco tipo fortino messicano e vegliata da due cipressi che sembrano corazzieri; attorno a casa Ciampi c'è solo una siepe a celare il rampicante sulla porta, la piscina rettangolare, il bórdo in cotto, il pozzo con i gerani, il giardino con una palma, un limone, un banano, un pino marittimo e il vialetto delle rose, e la terrazza da cui si intravede uno spicchio di mare. Qui lo chef dell'«Isola del Pescatore» è venuto a cucinare poUpetti affogati e orata in crosta di sale per i politici della Seconda Repubblica, «ma per carità non scriva i nomi». Sia. Diremo solo che tra i più assidui c'è il successore di Ciampi al Tesoro, e che alla cena per le nozze d'oro, tre anni fa, l'unico politico tra dieci familiari era il suo predecessore al Quirinale. A Santa Severa Scalfaro va a messa anche due volte al giorno, e per camminale indossa scarpe da trekking e bi-.e con Marianna e la scorta sul sentiero per i monti dalla Tolfa. Francesco Cossiga ci viene di rado e si ferma a casa della ecrolla Teresa, detta Tota. Ciampi invece passeggia sulla spiaggia, fa tappa per una partita a scopone all'Associazione velica motonautica, dove la vulgata vorrebbe custodito 0 pattino che, spiega il gestore, giace inutilizzato da anni (le foto sui rotocalchi sono d'antan), poi piega a destra in via del Reno, dove ha casa il notaio Papi. «Ma oggi tocca a me andare da lui spiega il suo sparring partner di biliardo senza stecca -. Avrei dovuto portare lo champagne. Non l'ho trovato». Nella tavemetta della villa del figlio Claudio, di fronte a quella dei Ciampi, si brinda con brut Berlucchi e meringhe. «Perché mi dite che adesso non ci vedremo più?», chiede il presidente ai fedelissimi. «Sapete che io non cambio. E amo mantenere anche le mie abitudini». Ad esempio, vincere: le prime quattro partite di boccette sono per la coppia Ciampi senior-Gianni Lattarulo, psicologo di Santa Marinella, contro Papi-Ciampi junior, sotto gli occhi di Renzo Jimenez, nipote dello scultore Ettore, e del labrador Jasper («non trova che assomigli a quello di Clinton?», scherza la nuora, Patrizia). Arrivano mazzi di fiori; la scorta deve perquisire pure quelli Sono le 21, ma l'ordine di ripartire per Roma non arriva. In via Anapo attende Florence, la colf filippina. Qui resterà a vegliare la signora Rita, la riservatissJrna donna di fiducia, l'unica cui siano affidate le chiavi di casa. [ahi cai.] Fuori dalla chiesa gli applausi dei fedeli e gli auguri dalla superiora delle Orsoline
Luoghi citati: Firenze, Roma, Santa Marinella, Vangelo
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