L'amnistia divide anche il centrodestra

L'amnistia divide anche il centrodestra La proposta dell'ex Guardasigilli raccoglie il sì di Forza Italia; veto di An, cauto il Ccd L'amnistia divide anche il centrodestra Segni: è un grande sbaglio, una autentica follia ROMA Marìotto Segni, leader dell'Elefantino, non ci sta: «Vedo che riprende il dibattito sull'amnistia. E' strano che rispunti ogni volta che si parla di riforme. Mi sembra un grande sbaglio, anzi, un'autentica follia». L'ipotesi di amnistia avanzata dall'ex Guardasigilli Giovanni Maria Flick sulle colonne della Stampa, raccoglie il no secco dell'ex esponente referendario, ora compagno di Gianfranco Fini e di An sulla strada delle riforme. «Nel momento in cui aumenta a dismisura la criminalità, soprattutto la microcriminalità aggiunge Segni -, il segnale da mandare è esattamente l'opposto: più competenze e poteri alle forze dell'ordine e ai giudici per combattere un fenomeno ogni giorno sempre più preoccupante. C'è bisogno di mandare i delinquenti in galera. Non di amnistiarli». Di parere opposto i Verdi, per bocca di Paolo Cento, membro della commissione Giustizia della Camera: «Sì all'amnistia, ma non solo per i reati di Tangentopoli - osserva -. Essa è uno strumento previsto dalla Costituzione e non è uno scandalo né giuridico né politico riaprire la discussione su di essa. Quel che è inaccettabile è invece pensare all'amnistia solo per ì reati di Tangentopoli, perché suonerebbe come un odioso privilegio a favore dei potenti, siano essi politici o imprenditori. L'amnistia si può, anzi, si deve fare, a partire dai reati minori, dai tossicodipendenti ai protagonisti della lotta armata, chiusa ormai da più di 10 anni». Ma la proposta di Giovanni Maria Flick divide soprattutto 11 Polo. E' d'accordo Michele Saponara, Forza Italia; cauto Carlo Giovanardi (Ccd); contrario Alfredo Mantovano (An). Spiega l'azzurro Saponara: l'amnistia è un provvedimento «indispensabile ed indifferibile», soprattutto in vista dell'entrata in vigore del giudice unico: «La riforma può decollare solo se i tribunali si liberano di tutta la vecchia zavorra, destinata comunque ed in gran parte ad essere travolta dalla prescrizione». Del resto, aggiunge, «l'esigenza di un provvedimento che affrontasse questi problemi nonché quelli di Tangentopoli fu avvertita dal ministro Conso fin dalla primavera del 1993, ma Scalfaro si rifiutò di promulgare il decreto a seguito di pesanti ed indebite pressioni esercitato dal procuratore Borrelli. Ora, con l'uscita di scena di Scalfaro e l'avvento di Ciampi, e con il conseguente riequilibrio dei poteri, non potranno più esserci veti». Alfredo Mantovano, respon¬ sabile dei Problemi dello Stato per il partito di Gianfranco Fini, dice «no» all'amnistia ma è favorevole a una depenalizzazione. «Oggi non c'è necessità di cancellare o di ridurre le pene già inflitte - osserva -. Semmai vi è la duplice esigenza di una seria depenalizzazione e di rendere effettive le sanzioni penali irrogate per i delitti più gravi; non già cu vanificarle con provvedimenti che si aggiungerebbero ai benefici larghi della legge Gozzini, agli sconti dei riti abbreviati, ai saldi per i pentiti. Fra i dati negativi deUa Seconda Repubblica non vi è ancora l'approvazione di amnistie: non è il caso di colmare la lacuna; soprattutto se l'elezione di Ciampi ha segnato la fine della Prima Repubblica». Perplesso, infine, il Ccd Carlo Giovanardi: «Niente amnistia finché non si sarà fatta piena luce su Tangentopoli, attraverso una commissione parlamentare d'inchiesta. Una proposta come quella di Flick avrebbe il doppio effetto negativo di rappresentare un inaccettabile colpo di spugna sui reati che hanno portato all'annientamento selettivo di una intera classe politica e un altrettanto inaccettabile abbassamento della guardia contro la criminalità comune che mette sempre giù a repentaglio l'ordine publieo e là sicurezza dei cittadini», [m. tor.J aMk Verdi favorevoli «Allarghiamola ai reati minori compiuti dai tossicodipendenti e ai protagonisti della lotta armata» Mantovano (An): non c'è necessità di ridurre le pene

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