«No, la mia proposta non è prematura»

«No, la mia proposta non è prematura» «No, la mia proposta non è prematura» Flick reùli : «Di Pietro non vuole capire» DALLA WsiiMA PAGINA Giovanni Maria Flick Aproposito di Guardasigilli, il mio successore - e con lui l'avvocato Pecorella di Forza Italia e il magistrato Nordio, anche se naturalmente da fronti contrapposti - mi accusa di aver fatto una proposta tardiva da commentatore politico, quando avrei potuto farla prima e con più coraggio da ministro. Se Diliberto guarda nei cassetti del ministero, ci troverà proprio quella proposta, che venne frettolosamente bocciata dai segretari dei partiti della maggioranza in una mattina del settembre scorso (poco prima della crisi di governo), impedendomi di portarla al Consiglio dei ministri, con l'unica eccezione dell'allora segretario del suo partito; ed era una proposta che si occupava anche di taluni strascichi del terrorismo, di cui parla Cento dei verdi. Se poi Di liberto guarda più in fondo in quei cassetti, ci troverà anche le proposte precedenti per rendere più ragionevole il sistema della prescrizione e per incentivare il ricorso ai riti alternativi: entrambe - come è facile rilevare dalle cronache parlamentari e giornalistiche del mio tormentato periodo di ministero - bloccate dalla maggioranza, prima ancora che daliopposiziono. E' una proposta prematura adesso, come dicono Prodi e Mantovano di Alleanza Nazionale? Non lo era quando decidemmo insieme a Prodi, l'estate scorsa, di affrontare questo problema per cercare di sbloccare la stagione delle riforme, paralizzala soprattutto dagli scontri sulla giustizia. E se non era prematura allora, ancor meno lo è adesso: non perché è stato eletto il Presidente Ciampi; ma perché quella elezione è stata vista da quasi tutti come un sintomo della possibilità di riprendere il cammino delle riforme, in un clima di dialogo costruttivo e non più di scontro. Altri parlano di proposta inopportuna: perché ci sono le elezioni alle porte, come dice Piscitello dei Democratici; o perché è estemporanea e potrebbe far pensare a dei baratti, come dicono Carotti dei Popolari e Leoni dei diessini; o perché è irriverente, come dice La Russa di Alleanza Nazionale. Io penso che di queste cose si debba discutere con chiarezza proprio prima delle elezioni, per evitare che un eventuale colpo di spugna possa magari arrivare dopo di esse, senza che la gente lo possa capire. Anche io sarei contento se nella campagna elettorale si parlasse finalmente di Europa anziché di beghe italiane; e non me la sono sentita di accettare la candidatura alle elezioni europee, perché si continua a litigare soltanto su quelle beghe. Se parliamo di esse, però, allora tocchiamole tutte: anche le più scottanti, come l'uscita da Tangentopoli. Quanto al sospetto del baratto e all'irriverenza, l'autorevolezza e la trasparenza del Presidente Ciampi sono tali da rendere vano qualsiasi sospetto e da stroncare qualsiasi insinuazione; ma se qualcuno avesse per caso dei sospetti di quel genere (che io non ho, come la stragrande maggioranza degli italiani, felici por questa elezione), allora - come si diceva nei matrimoni, a proposito degli impedimenti - parli subito o taccia per sempre. Sono d'accordo con Leoni e con il magistrato Bruti Liberati, che l'amnistia non deve toccare Tangentopoli, ma solo i reati minori. L'ho sempre detto e l'ho ripetuto ancora l'altro ieri con una chiarezza che solo Di Pietro non ha visto, dimenticandosi di aver discusso e approvato quel progetto nel settembre scorso. Se poi qualcuno volesse cogliere l'occasione per provare ad allargare la portata dell'amnistia, ci provi pure: ma in modo trasparente, assumendosene la responsabilità di fronte al Paese e alla gente. Mi pare ovvio che l'amnistia per i reati minori e l'incentivo ai riti alternativi per quelli di Tangentopoli siano necessari non per festeggiare il genetliaco del sovrano; ma per far decollare bene la riforma del giudice unico, che è essenziale perché la nostra giustizia ormai al collasso possa funzionare. Né riesco a vedere in ciò - come sostiene Pera di Forza Italia una provocazione e un ostacolo a far approvare anche la riforma del giusto processo: una riforma certamente fondamentale sul piano della garanzia, ma che non può essere isolata dalle riforme sul piano dell'efficienza, per dare ai cittadini le risposte di giustizia nel quotidiano, che essi si aspettano. Se poi qualcuno, come l'avvocato Frigo, ritiene inutile questa proposta, o come Segni la considera addirittura una foiba, provi a farsi un po' di conti e a chiedersi se non è più inutile o più dannosa la prescrizione. Un ultimo rilievo. Ap- prezzo che i magistrati intervenuti ieri nel dibattito si siano rimessi alle scelte del Parlamento, come il presidente dell'Associazione Martone: ma quando aggiunge che l'amnistia non deve essere legata alle carenze del funzionamento della giustizia, sembra dimenticare che fino agli Anni 9G abbiamo viaggiato al ritmo di un'amnistia quasi ogni tre anni, come unica risorsa per sfollare le carceri ed eliminare l'arretrato. Ora stiamo finalmente voltando pagina, ma forse occorre aiutare il cambiamento. Ringrazio poi il magistrato D'Ambrosio delle sue parole rassicu ranti: non c'è rischio di pre scrizione per reati di Tan 'è bi di agentopob; non c'è bisogno di eliminare l'arretrato pretorile con l'amnistia dei reati minori, per far partire il giudice unico. Ne prendo atto con piacere; vuole però, per cortesia, raccontarlo anche agli altri magistrati, che quasi tutti i giorni dicono sui giornali il contrario? «Diliberto cerchi nei cassetti: c'è il testo che fu bocciato dalla maggioranza» «Un provvedimento che è necessario per far decollare -bene la riforma della giustizia» .i.i, Glovannl Maria Flick e Oliviero Dlllbertò ,

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