Tra D'Alema e Prodi scontro sull'Ulivo

Tra D'Alema e Prodi scontro sull'Ulivo I Democratici: Palazzo Chigi nega perfino la Storia. Di Retro: non siamo la cenerentola della maggioranza Tra D'Alema e Prodi scontro sull'Ulivo II premier: «Ma io non ho nessuna pregiudiziale» ROMA Scintille, e anche qualcosa di più, tra Prodi e D'Alema. E' uno scontro che affonda le proprie radici nei sospetti e nelle amarezze dei giorni del cambio della guardia a Palazzo Chigi e che adesso rischia di divampare, alimentato dal clima preelettorale. Fino a dove arriverà, se a farne le spese sarà la stessa consistenza della maggioranza, per ora è difficile prevederlo. Prodi e D'Alema si sono incontrati venerdì. Visti i risultati, non deve essere stato un colloquio molto facile. Sabato, infatti, hanno entrambi rilasciato interviste che sembravano dichiarazioni di guerra. A «La Stampa» Prodi ha, tra l'altro, detto: «Facendo partecipare il Polo all'elezione di Ciampi, gli si è fornito un forte vantaggio di legittimazione. Se a un centrodestra forte e coeso non si contrappone un Ulivo ancora più forte, perdiamo le elezioni. A D'Alema ho proposto di rilanciare l'Ulivo, ma lui non ci sta... L'Ulivo è entrato in crisi quando è stata accettata la pregiudiziale anti-Ulivo di Cossiga». Contemporaneamente, D'Alema diceva a «la Repubblica»: «A Prodi parlo solo come presidente Ue... tra i Democratici ve ne sono alcuni con una carica distruttiva, vogliono colpire i Popolari e ridurre la forza dei Ds. Sento un'ossessione di riequilibrio che mi ricorda un rampantismo d'altri tempi». Dichiarazioni che non potevano non avere strascichi. E così ieri la presidenza del Consiglio ha diffuso una nota nella quale si dice te slmilmente: «Sconcerta che in un'intervista del presidente designato alla commissione europea, on. Romano Prodi, si riferiscano brani di mia conversazione privata con il presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, in modo distorto a fini evidentemente polemici. L'opinione secondo cui il governo presieduto da D'Alema si fonderebbe sull'accettazione di una sorta di pregiudiziale antiulivista non trova alcun riscontro né negli atti parlamentari né negli atti politici compiuti dal governo e dal presidente del Consiglio». Insomma, secondo D'Alema, il futuro presidente Ue ha peccato di indelicatezza e, probabilmente, anche di malafede. E Prodi? Apparentemente non replica. Stuzzicato dai giornalisti a Bologna durante una festa di nozze, si è limitato a, sorridere: «Oggi niente polemiche: è la festa della Madonna di San Luca». E poi ha aggiunto «Sono un angelo, sono un angelo». La parte del «diavolo» l'ha affidata dapprima all'onorevole Franco Monaco che ha ritorto contro D'Alema le accuse di aver divulgato i contenuti del colloquio privato: «Di quei contenuti era già stata data notizia, con dovizia di particolari, da taluni organi di stampa che certo non avevano attinto informazioni dai Democratici». Poi è toccato a Marina Magistrelli, responsabile del coordinamento nazionale dell'Ulivo, esprimere lo sconcerto suscitato tra i Democratici dalla nota di Palazzo Chigi: «E' sorprendente - ha detto che si neghi una circostanza nota e definitivamente affidata alla storia. Si rischia di far diventare inspiegabile l'avvicendamento fra Prodi e D'Alema. I fatti sono noti: 1' Udr, per poter sostenere il governo, chiese il riconoscùnento della fine dell'Ulivo. Siamo disponici I i. a richiesta, a fornire adeguata e circostanziata documentazione». Da Torino ha rincarato la dose Antonio di Pietro: «Non è più accettabile il modo saccente con cui veniamo trattati nella nostra coalizione, come una Cenerentola, come brutti anatroccoli». E per sgombrare ogni dubbio su chi fosse il «saccente», ha aggiunto: «D'Alema si comporta col suo solito modo: lui sa, tutti gli altri apprendono». Una situazione, dunque, complicata per la maggioranza. Dal Polo assistono agli scambi di colpi e aumentano aspettative sintetizzate ieri da Francesco Storace, dell'esecutivo politico di An: «La riapertura delle ostilità tra Prodi e D'Alema - ha detto - segna per davvero la fine del semestre bianco. Dopo le europee, il presidente Ciampi potrebbe trovarsi di fronte alla prima e seria scelta politico-istituzionale: è bene per il Polo prepararsi per tempo all'appuntamento». Ir. i.| L'ATTACCO DI PRODI «Ho espresso a D'Alema la necessità di rilanciare l'Ulivo dopo le elezioni europee. Ha risposto che non a sta. lo ragiono cosi: il Polo, partecipando all'elezione di Ciampi, ha avuto un forte vantaggio di legittimazione e ha ritrovato ia sua unità. Se a un centrodestra forte e coeso non si controppo no un Ulivo ancora più forte, perdiamo le elezioni. L'ho detto a D/tiema, e lui mi ha replicalo: se vuoi rifare l'Ulivo fai pure, ma non con me. L'Ulivo è entrato in crisi quando, dopo la caduta del mio governo, è stata accettala la pregiudiziale anti-Ulivo di Cossiga» BE LIVO LA REPLICA DI PALAZZO CHIGI «Sconcerta che in un'intervista si riferiscano brani di una conversazione privata con il presidente del Consiglio in modo distorto a fini evidentemente polemici. L'opinione secondo cui il governo presieduto da D1 Alema si fonderebbe sull'accettazione di una sorta di pregiudiziale ontiulrvista non trova alcun riscontro né negli atti parlamentali né negli atti politici compiuti dal governo o dal presidente del Consiglio. Del resto, è proprio di oggi ' un'intervista in cui D'Alema testualmente dice: Vorrei davvero che riuscissimo a rilanciare lo spirito dell' Ulivo, l'unione di idee che non si sono mai "pesate"» àtei non si sono mai "pes ERSALI BELL'ULIVO

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