«Blair il falco: sono frustrato» di Fabio Galvano

«Blair il falco: sono frustrato» «Blair il falco: sono frustrato» //premier vuole le truppe di terra, Clinton dice no Fabio Galvano corrispondente da LONDRA Tony Blair preme su Bill Clinton affinché Washington dia il suo assenso alla mobilitazione delle truppe di terra per l'invasione del Kosovo. Ma invano: il Presidente americano fa muro, non vuole mettere a rischio la vita dei suoi «ragazzi» e adduce la scusa di avere le mani «legate dal Congresso». Tanto basta, secondo autorevoli indiscrezioni raccolte dal «Sunday Times», a far provare al premier britannico, ripetutamente emerso come super-falco nella vicenda balcanica, «un profondo senso di frustrazione». Downing Street naturalmente smentisce queste indiscrezioni, ma Blair non ha mai nascosto - come ha fatto senza riserve al vertice di Washington per i 50 anni della Nato che a suo avviso l'impiego delle truppe di terra è essenziale per dare credibilità all'azione della Nato. Senza quella mi¬ naccia, dice, Milosevic non capitolerà. I bombardamenti aerei non danno i frutti sperati, gli errori della Nato creano Eerplessità nell'opinione publica occidentale, l'attività diplomatica rischia di portare a un'intesa tanto pasticciata da. vanificare l'intero sforzo bellico. Di fronte a tali prospettive il premier britannico era convinto che Clinton lo avrebbe seguito. Ma a nulla sono finora valse tutte le sue pressioni. Per tutta la settimana scorsa, precisa il giornale citando «autorevoli fonti di governo», Blair avrebbe avuto lunghe conversazioni telefoniche con Clinton. Non solo: anche il ministro degli Esteri Robin 'Cook avrebbe premuto sul segretario di Stato Madeleine Albright. Ma la «signora di ferro» della politica estera americana appare irremovibile: convinta che il conflitto possa essere ri¬ solto con un mix di incursioni aeree e di risoluzioni delle Nazioni Unite che la Russia sosterrebbe e sulle quali la Cina si asterrebbe. «Le discussioni - affermano le fonti citate - sono in una fase delicata, ma di fronte all'intransigenza dell'amministrazione Clinton c'è un crescente senso di frustrazione». Blair è convinto che occorra prendere una decisione entro la fine del mese e attuare l'operazione di terra entro giugno se si vuole garantire un risultato in tempo utile per il ritorno dei profughi prima dell'inverno. Cook, che sarà questa settimana a Washington, ò convinto che per l'azione di terra siano necessari più dei 28 mila militari di cui si era parlato in un primo tèmpo. Al tempo stesso tradisce le intenzioni del governo mettendo in standby altri 2300 soldati - soprattutto para e genieri destinati alla forza d'intervento (Kfor) destinata al monitoraggio della pace nel Kosovo. Londra smentisce le rivelazioni del Sunday Times, però prepara i soldati Il primo ministro britannico Tony Blair

Luoghi citati: Cina, Kosovo, Londra, Russia, Washington